«Siamo una famiglia al fianco dei fragili e aperta ai giovani»

Claudio Tomatis presidente del Comitato Provincia Granda della Croce Rossa: «Ci si iscrive dai 14 anni»

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Ha ricevuto nel maggio 2023, in qualità di presidente della Cri di Peve­ra­gno, la medaglia d’argento al merito conferita direttamente dal presidente nazionale Ro­sario Vala­stro. Lui è Claudio Tomatis, eletto nei primi mesi del 2024 alla presidenza del Comitato Provincia Granda.

Presidente Tomatis, la Croce Rossa ha recentemente festeggiato 160 anni di storia. Una narrazione che si è intrecciata con quella del nostro Paese, nelle emergenze, nelle celebrazioni, nelle necessità quotidiane dei più fragili… Valori ancora attuali anche in una società piuttosto individualista come quella attuale?
«Umanità, Imparzialità, Neu­tralità, Indipendenza, Volon­ta­riato, Unità e Universalità. Henry Dunant diede vita a un movimento che ancora oggi ope­ra con gli stessi ideali. Da anni partecipo alla fiaccolata che va da Solferino a Ca­sti­glione delle Stiviere, “li dove tutto ebbe inizio”. Quest’anno ripercorrere quella strada è stato ancora più emozionante e suggestivo: il pensiero ad ogni metro percorso va alle contadine che con Dunant avevano soccorso, utilizzando carretti o attrezzature improvvisate, i feriti prelevati dal campo di battaglia, che andava da Solferino a San Martino, fino alla Chiesa di Ca­stiglione delle Stiviere, per un totale di circa 10 km. Tutto questo ti fa sentire orgoglioso di essere volontario. Siamo un’associazione che ha fatto la storia, è presente sempre e ovunque per rispondere ai bisogni immediati, proiettata verso il futuro. Noi siamo al fianco dei deboli, dei fragili e di chi ha bisogno di aiuto, non solo con ambulanze ma attraverso attività sociale, di integrazione e sostegno. Viviamo in un mon­do fatto di equilibri fragili; le guerre portano distruzione, feriti e povertà nella povertà, ed è li che noi dobbiamo essere, oggi più che mai».

Quali sono state le personali motivazioni che l’hanno spinta ad essere in prima linea in questo incarico?

«Sono entrato in Croce Rossa l’11 marzo 2006 quando avevo 42 anni, a seguito di una domanda che può sembrare banale: “ma non hai mai pensato di fare il volontario in Croce Rossa?”. Non ricordo la risposta ma, dopo circa 3 mesi iniziai il corso da volontario. Quella domanda mi venne fatta dal presidente di allora Renato Cisnetti che è stato uno dei fondatori della Croce Rossa di Peveragno. Dopo appena due anni Renato ci lasciò e necessitava sostituirlo. Così un gruppo di volontari sostenuti dall’amministrazione comunale mi spinse ad accettare e ci rimasi per 15 anni (fino a febbraio 2024, ndr). Sono diventato presidente Provincia Granda principalmente per due motivi: avevo promesso a Livio Chiotti che alla fine del suo mandato lo avrei sostituito e devo ammettere di credere nel valore della parola data. Il secondo motivo è legato all’esigenza di cambiamento: dopo 15 anni il Comi­tato di Peveragno aveva necessità di una nuova visione finalizzata a nuovi spunti di gestione. La stessa esigenza di cambiamento ritengo fosse anche una mia esigenza legata ad un impegno non solo nel gestire le urgenze del Comitato ma, essere a disposizione delle necessità dei vari presidenti».

Venendo alla storia e capillarità della Cri: quando è nato il Comitato Provinciale? Come è strutturato? Di quanti volontari è composto? Quante sono le sedi in tutta la provincia?

«Il Comitato Croce Rossa Provinciale di Cuneo è stato fondato il 19 Giugno 1876, conta ben 148 anni di attività. Dal 2014 si trasforma da Comitato Provinciale a Comi­tato Provincia Granda, realtà con attività di coordinamento, a seguito del D.lgs. 178/2012 che ha modificato l’ordinamento della Croce Rossa Italiana da ente pubblico a privato. Oggi coordiniamo ben 19 Comitati: Alba, Borgo San Dal­mazzo, Bra, Bu­sca, Caraglio, Cen­tal­lo, Cu­neo, Dronero, Limone Pie­monte, Melle, Mondovì, Mone­siglio, Moretta, Pe­vera­gno, Rac­conigi, Sampeyre, Savi­­gliano, Valle Gruppi. In totale la provincia di Cuneo conta circa 4.600 volontari».

Quotidianamente vi occupate di chi ha più bisogno, entrate in gioco durante le emergenze e fornite assistenza sanitaria ai meno fortunati. Quali sono le principali criticità della Granda? Avete progetti speciali in corso?

«Le maggiori criticità che rileviamo sono dettate dai lunghi percorsi in auto o ambulanza che dobbiamo far sostenere a persone fragili. Dal dopo pandemia, a fronte dei ritardi accumulati ci troviamo a trasportare anche fuori provincia pazienti per fare un semplice esame clinico o visita. Un’altra criticità di cui risente in generale il mondo del volontariato e non solo la Croce Rossa, è la mancanza di volontari. A fronte di un incremento di servizi richiesti, uscendo tardi dal mondo del lavoro, diventa difficoltoso affrontare percorsi formazione per diventare volontari. Inoltre, talvolta l’idea di essere soccorritori spaventa. La Croce Rossa però non può far a meno di progetti e progettualità, che per noi sono tutti speciali: servono per sovvenzionare acquisti di nuovi mezzi, di informatizzazione oppure per il sociale. In cantiere abbiamo un progetto a sostegno dei deboli per ridurre la loro esposizione alle vulnerabilità. Per essere insomma al fianco dei ragazzi vulnerabili, per fornire un’educazione di qualità equa e inclusiva, per fare prevenzione e contrasto alle dipendenze».

Parlando di numeri e bilanci ci può dettagliare qualche dato si­gnificativo?

«Possiamo dire che grazie all’operato dei circa 4.600 volontari della provincia di Cuneo nel corso del 2023 abbiamo donato circa 800.000 ore di servizio e svolto circa 118.763 servizi, percorrendo approssimativamente 4.629.241 km (come 6 viaggi sulla luna andata e ritorno). Questi ritengo siamo dati significativi, che ci devono portare a una semplice domanda: come potrebbe esistere tutto questo senza il volontariato?».

Immagino siate attivi anche in molteplici attività di formazione… Ce le illustra?

«La Croce Rossa Italiana mette a disposizione dei volontari un catalogo che, ad oggi, conta oltre 200 corsi censiti e organizzati nei vari ambiti di intervento. L’obiettivo è quello di rendere i volontari più competenti e qualificati alimentando consapevolezza e conoscenza dell’Associazione di cui fanno parte per offrire e garantire un servizio sempre più performante in tutte le aree di intervento: salute, sociale, emergenze, principi e valori, giovani e sviluppo organizzativo. Inoltre a tre anni dalla sua messa online, a livello nazionale, la piattaforma e-learning dell’Associa­zione, denominata Trai­ning CRI, conta più di 35.380 utenti attivi e 49 contenuti fruibili. Inoltre, l’offerta formativa raccolta nel Catalogo dei corsi di formazione online è in costante crescita, con contenuti tra loro diversificati, maggiormente interattivi e dall’elevata tracciabilità grazie anche all’applicazione del modello Scorm (Shareable Content Object Reference Model)».

Possiamo sostenere che il vostro ruolo è cambiato dopo essere stati in prima linea contro il co­ronavi­rus. Quale il suo ricordo di quei momenti?

«Il ricordo che più ha prevalso è stata la paura, timore di dover affrontare qualcosa di sconosciuto, invisibile e quindi un rischio enorme per la salute di tutti e non solo per i volontari. Un altro ricordo è legato ai primi giorni, quando era difficile reperire Dpi specifici, fornire le informazioni ed eseguire la formazione corretta ai volontari per utilizzo degli stessi e la sanificazione mezzi e persone dopo ogni servizio. Sono convinto che proprio la paura ci ha permesso di operare in massima sicurezza evitando contagi di massa nei vari comitati. Provincia Granda ovviamente è stato al fianco dei comitati nell’attività di coordinamento, nonché nella gestione dei dati e report gestione degli stessi. Comitato Provincia Granda ha inoltre distribuito 10 tablet nelle Case di diverse Rsa con l’aiuto dell’Asl Cn1 e Cn2 per favorire il dialogo con le famiglie durante il divieto delle visite».

Il vostro Comitato Provincia Gran­da, presidente, come stimola l’ingresso tra i volontari del mondo giovanile?
«Ritengo che stimolare sia la parola chiave per far sì che i giovani credano nella nostra associazione. II Servizio Civile ritengo sia una grande opportunità per raggiungere questo obiettivo. Negli ultimi anni abbiamo avuto un calo significativo di adesioni. Oggi, lavorando con una progettualità mirata e più vicina alle politiche attive del lavoro messe in campo a livello nazionale, confidiamo in una maggiore richiesta».

Chi volesse far parte della vostra grande famiglia, cosa deve fare?
«La Croce Rossa ha una piattaforma denominata Gaia dove ogni cittadino si può iscrivere, in automatico riceverà informazioni sui nuovi corsi di accesso. Oppure semplicemente ci si può rivolgere alla sede Croce Rossa più vicina. Dopo aver frequentato il corso di accesso si è volontari di Croce Rossa e si possono effettuare tutte le attività tranne trasporto infermi e emergenza, per le quali sono necessari corsi specifici. Ricordiamo a tutti che si può entrare a far parte della nostra famiglia a 14 anni con specifico percorso giovani e partecipare alle attività rivolte esclusivamente ai giovani».