“La risposta del Ministro Nordio sulla vicenda giudiziaria che coinvolge Maysoon Majidi è del tutto insoddisfacente. Nonostante una dettagliata indicazione del luogo in cui era domiciliato a Berlino uno dei due testimoni e l’indicazione della sua utenza telefonica, con una palese violazione operata dal PM e avallata dal GIP, è stata depositata in udienza una dichiarazione di irreperibilità dei due testimoni, che ha impedito lo svolgimento dell’incidente probatorio. Due testimoni che hanno ritrattato le loro iniziali dichiarazioni che, al momento dello sbarco, individuavano in Maysoon un membro dell’equipaggio.
Queste ritrattazioni non sono state rilasciate in udienza, ma nemmeno quelle originarie erano state rese nel contraddittorio con la difesa dell’indagata. Se il Ministro continua a chiedere informazioni ai soli magistrati, senza sentire la versione della difesa, non potranno mai essere acclarate eventuali violazioni o anche solo irregolarità. La situazione di Maysoon Majidi consiglierebbe quanto meno di accogliere la richiesta di domiciliari, analogamente a quanto è avvenuto per Marjan Jamali.
Anche lei iraniana e ingiustamente accusata di essere coinvolta in un altro sbarco come “aiuto-scafista”. Il governo vuole dare la caccia agli scafisti su tutto il globo terraqueo e ci troviamo sempre più spesso davanti a imputazioni di persone costrette a scappare da guerre e persecuzioni, del tutto estranee al traffico di essere umani, su cui è troppo facile far ricadere le responsabilità avvalendosi di false testimonianze” – lo affermano i deputati Laura Boldrini (Pd) e Marco Grimaldi (AVS), in relazione alla risposta del Ministro della Giustizia Nordio alla loro interrogazione sul caso della migrante iraniana Maysoon Majidi, sbarcata sulle coste italiane e ingiustamente accusata dagli scalfisti di essere una loro complice.