Gianfranco Mondino rivela: «Numismatica, la mia passione»

Con un atto di generosità, l’attuale presidente della Cassa di Risparmio di Fossano, ha donato all’istituto e alla comunità una preziosa collezione di monete storiche

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«La passione per la numismatica (documentazione, studio e collezione) è scaturita in Cassa di Risparmio di Fossano in modo fortuito, quasi banale». Comincia così il racconto di Gianfranco Mondino, attuale presidente della Cassa di Risparmio di Fossano Spa che ricorda: «Trascorsi pochi mesi dalla mia assunzione nel 1973, un anziano collega di ufficio mi mostrò una moneta d’oro (mezza doppia di Vittorio Amedeo II) offrendomela in acquisto. Fin da ragazzo amavo avventurarmi nelle torri dell’allora non restaurato castello dei Principi d’Acaja, e immaginare che quella moneta potesse essere circolata e passata di mano in quegli austeri locali mi indusse ad acquistarla divenendo il primo episodio della passione che prosegue tuttora. Ogni collezione ha un suo filo conduttore, il mio è stato documentare le monete che nel tempo hanno potenzialmente circolato nel territorio fossanese ed in questo sono stato agevolato da un’altra mia passione: lo studio della storia di questo territorio fin dalle origini. Mi hanno sempre appassionato le monete preceltiche e celtiche padane, romane con l’aureo ed il denaro di Giulio Cesare optando per l’ipotesi avanzata da alcuni storici che, nelle sue missioni in Gallia, le truppe siano transitate anche nei nostri territori. Nella collezione sono presenti alcune monete romane che, considerati i siti romani di Pollenzo e Bene Vagienna, risultano essere circolate anche nel Fossanese. Le invasioni barbariche hanno portato disordine, distruzione, economia in ribasso con minore utilizzo della moneta, ma i barbari hanno prodotto una loro monetazione, documentata da alcune monete di Ostrogoti e Longobardi fra cui due rari tremisse in oro. Il regno italico viene ancora oggi ricordato per il denaro di Ottone II, mentre il periodo comunale per un denaro milanese ed un denaro astigiano».
Una storia lunga e appassionante: «Nel Fossanese era intensa la circolazione di monete di Asti con le quali furono pagati i compensi alle maestranze impiegate nella costruzione del castello degli Acaja, come si evince dai libri della castellania. Significativa è l’attenzione riservata alla monetazione dei Principi d’Acaja signori di Fossano dal 1297 al 1418. Le monete, pur non avendo un elevato valore economico, sono rare in quanto costituiscono un ramo minore dei Savoia ed è quindi presumibile che, con il passaggio dei territori ai Savoia, siano state rifuse per coniare nuove monete. Si inizia con il denaro di Isabella di Villeharduin moglie di Filippo di Savoia Acaja che portò in dote al marito i teorici possedimenti in Grecia d’Acaja che diedero il nome al Principato. Si prosegue con denari, tornesi, grossi, forte dei Principi Filippo, Amedeo e Ludovico non essendo riuscito a reperire monete del Principe Giacomo. Stante la vicinanza, erano costanti i collegamenti, anche economici, con la città di Cuneo per cui, con difficoltà e costante ricerca, sono state reperite due monete coniate durante il periodo angioino: il fiorino d’oro e il rarissimo grosso di Giovanna I. Come per Cuneo erano certamente frequenti i rapporti con il marchesato di Saluzzo, anche se in costanti bellicosi rapporti con i Savoia. Sono pertanto presenti diverse monete dei Marchesi Ludovico, Michele Antonio e Francesco. La documentazione storica segnala che nel periodo comunale e degli Acaja, oltre alle monete astigiane, circolavano anche quelle genovesi che sono qui rappresentate da alcune monete del periodo repubblicano e da un genovino in oro del doge Simon Boccanegra. Oltre al predetto genovino, è presumibile che avessero ampia diffusione, non solo in Italia, le monete in oro veneziane e fiorentine qui rappresentate da uno zecchino ed un fiorino. La collezione prosegue con le monete dei duchi di Savoia costituita da monete non comuni e rare. Ad oggi sono mancanti monete dei conti Amedeo IV e Amedeo VII la cui ricerca da parte mia prosegue con l’auspicio che eventualmente sia la Fondazione a completare la collezione».
Gianfranco Mondino prosegue: «La donazione avviene in pieno accordo con mia moglie Rossella ed i nostri figli Alberto, Andrea e Paola. Ho lavorato in Cassa di Risparmio di Fossano per oltre cinquant’anni ricoprendo, fra l’altro, i ruoli di Ragioniere capo, Segretario generale della Crf Spa e della Fondazione, Dirigente, Direttore generale della Cassa Spa e per otto anni Presidente della Fondazione ed ora, mi accingo a ricoprire l’incarico di Presidente della Cassa di Risparmio di Fossano Spa, incarico lasciato libero, per sua volontà, da Antonio Miglio con cui ho avuto il privilegio ed il piacere professionale di collaborare. Il dono della collezione vuol essere anche un concreto e tangibile segno di riconoscenza e ringraziamento verso l’Istituzione Cassa di Risparmio di Fossano e la Comunità fossanese di cui ho sempre avuto la sensazione di goderne la fiducia che ho cercato di contraccambiare con impegno e disponibilità. Chiedo altresì che con l’accettazione della donazione la Fondazione Cassa di Risparmio di Fossano si impegni a non cedere la collezione, che ha quindi vincolo di inalienabilità, a custodire le monete nella sede della Fon­dazione in Fossano che siano conservate nelle apposite teche, visibili dalla collettività».
Un dono davvero prezioso. «La donazione delle monete storiche fatta dall’amico presidente Mondino, che calorosamente ringrazio – sottolinea il presidente della Fondazione Crf Giancarlo Fruttero – ci onora e conferma la fiducia che viene riposta nella Fondazione che già in passato è stata destinataria di lasciti e legati testamentari. La rilevante collezione donata, oltre ad arricchire il patrimonio artistico non solo della Fondazione e di tutta la nostra comunità, si inserisce nella virtuosa propensione dei fossanesi alla generosità. Per questo ritengo importante condividere con il territorio questa importante ricchezza e, a tal fine, abbiamo già in programma un’apertura speciale del Palazzo del Comandante durante la quale sarà visibile l’intera collezione. Tale iniziativa si terrà a ottobre nell’ambito della manifestazione “È cultura” promossa a livello nazionale dall’Abi e dall’Acri finalizzata all’apertura delle sedi storiche delle Fondazioni e delle Banche».