Si chiama Onobrychis Viciifolia, meglio conosciuta come Lupinella. È una pianta erbacea che a fine primavera e inizio estate colora i pascoli montani di rosa con bei fiori a pannocchia. Bottinato dalle api il suo polline si trasforma in un delizioso e raro miele, dal sentore delicato, leggermente floreale, dal colore chiaro. Quando cristallizza il profumo di fiori si intensifica e la consistenza dei piccoli cristalli lo trasforma in una crema deliziosa.
Il miele di Lupinella è tipico dell’Italia centrale, soprattutto si produce in Abruzzo. E allora perché ne stiamo parlando qui? Perché Claudio Vincenti, apicoltore a Brondello, in Valle Bronda nel Saluzzese, lo produce. Di ottima qualità e soprattutto senza portare le sue api fuori dalla provincia di Cuneo e come questa cosa sia possibile è un aneddoto che vale la pena raccontare.
Vincenti ha iniziato la sua attività di apicoltore come hobbista, per poi decidere che quel passatempo gli regalava più soddisfazioni e una migliore qualità di vita rispetto a quella che era la sua occupazione principale, così nel 2021 sceglie di dedicarsi solo ad api e arnie grazie alla sua azienda Happy Bee. Sceglie anche di praticare il nomadismo, pratica piuttosto diffusa tra gli apicultori di livello che consta nel seguire il ritmo naturale e i luoghi delle fioriture per produrre mieli di origini floreali diverse con il maggior grado di purezza possibile. Acacia, Tarassaco, Rododendro Castagno, Tiglio, tanto per citarne alcun tra i più noti. Non sempre ci si riesce perché ad esempio condizioni atmosferiche e meteo avversi possono essere deleterie per alcune fioriture. Proprio come purtroppo sta succedendo quest’anno. Ad ogni modo la scorsa estate Vincenti aveva portato le sue arnie nel Vallone dell’Arma, in Valle Stura, sopra Demonte. Il suo obiettivo era la produzione di un miele millefiori di montagna, lasciando libere le api di bottinare nelle meravigliose fioriture di quel luogo colorato da un’infinità di corolle rosa. È stato un escursionista a chiedergli una fornitura di miele di lupinella. Una richiesta che ha stupito Vincenti visto che ben sapeva che si trattasse di una tipologia di miele che nessuno produce sulle nostre montagne.
«Le tue api stanno bottinando sui fiori di Lupinella» gli spiega il suo interlocutore che gli chiede di degustare al momento la produzione delle api. L’assaggio e le successive analisi effettuate da Aspromiele dimostrano che si tratta effettivamente di Miele di Lupinella in purezza. Una rarità, come si diceva prima, ma ancora più raro sul nostro territorio. Un miele che bisogna assaggiare liquido, quando è appena prodotto e poi cristallizzato, quando diventa più solido, seppur nella fattispecie di una bella cremosità perché, al contrario di quanto credono i consumatori meno avveduti, la cristallizzazione è un processo naturale che va a migliorare le qualità organolettiche dei mieli che naturalmente possiedono un alto contenuto di glucosio e fruttosio. La leggera granulosità a contatto con il calore dell’incavo orale scioglierà il miele in un’esplosione di sapore. Provare per credere.
Articolo a cura di Paola Gula