Papà, mamma e figlia tutti insieme a vedere Calcutta

Collisioni ha fatto centro: musica dei giovanissimi terreno fertile per la comunicazione in famiglia

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CALCUTTA COLLISIONI PHOTOCREDIT VINCENZO NICOLELLO 023

Tutti insieme al concerto di Calcutta, venerdì sera: due genitori e la figlia adolescente che, appena partono le sue canzoni preferite, salta sulle spalle del papà, tira fuori il cellulare e inquadra dall’alto un po’ il palco, un po’ lei stessa che balla più in alto di tutti.
“La guerra dei mondi”, titolo della 16esima edizione di Collisioni, è un richiamo allo scollamento generazionale dell’Italia di oggi. «Da un lato chi vive di tv, politica e giornali – spiegano gli organizzatori -. Dall’altro chi sceglie l’invisibilità silenziosa del mon­do digitale per sfuggire ai pregiudizi e agli stereotipi che spesso vengono incollati ad­dosso al mondo degli adulti».
Se questo è lo scenario, ecco che la musica, anche in piazza Medford, può sancire la differenza tra i due mondi, ma anche creare un terreno fertile di comunicazione e interazione: come con la giovane ragazza che canta sulle spalle del papà, insieme. Lui con il cellulare sempre in tasca, lei che non lo molla un attimo e condivide in diretta, uno do­po l’altro, i video e le foto dell’esibizione.
Ad Alba, in piazza Medford, nei primi tre giorni di festival (venerdì, sabato e domenica), sono decine di migliaia le persone che hanno già partecipato a uno degli eventi musicali più attesi dell’estate. La scelta artistica che unisce gli appuntamenti è chiara: spazio alla musica dei giovanissimi, co­me da due anni a questa parte. Ed ecco allora i generi indie, rap, hip-hop e trap, che si alternano nella programmazione della rassegna.
Per Calcutta (Edoardo D’Er­me), la data inaugurale di Col­lisioni è l’unico appuntamento del tour estivo tra Pie­monte e Liguria. Aspetta che faccia buio, inizia mezz’ora in ritardo. Nella parte alta del palco, tanti piccoli led compongono scritte e simboli che accompagnano le esibizioni: “Relax”, come il titolo del suo ultimo album, ma anche “Pizza” (“Mangio la pizza / e sono il solo sveglio” inizia “Fro­sinone”, uno dei suoi brani più conosciuti) e “Pesto” (il titolo di un’altra delle canzoni più famose).
E ancora: “Smile” recita la scritta durante “Sorriso”, quando le telecamere inquadrano il pubblico e proiettano i ragazzi delle prime file sui maxischermi. Sui loro visi, grazie a un filtro per le immagini usato in diretta, compaiono dei sorrisi giganti e felici.
Calcutta parla poco: ringrazia, annuncia il titolo della canzone seguente e va avanti. Al ritornello, più volte, alza le braccia prendendo in mano l’asta del microfono e smette di cantare. Ci pensa il pubblico a scandire i versi. Li conoscono tutti, li cantano forte.
Sabato tocca ai Club Dogo, reduci dai 10 sold-out consecutivi al Forum di Milano e dal loro maxi-concerto allo stadio San Siro (sempre a Mi­lano). Il loro ultimo album, che porta il nome della band, è doppio disco di platino a po­che settimane dalla pubblicazione. Alternano vecchi successi e nuovi singoli, con il pubblico in festa che agita le mani a ritmo dall’alto verso il basso e li acclama uno per uno: Gué, Jake La Furia, Don Joe.
Domenica l’attesa è tutta per Tedua (Mario Molinari), artista rivelazione del 2024: un’infanzia difficile, in affidamento a una nuova famiglia per le difficoltà in cui si trovava la mamma; l’approccio alla musica rap con il collettivo Wild Banana; l’amicizia con Rkomi, il successo e l’ultimo album “La divina commedia” con cui si impone sulla scena musicale ed esordisce nei palazzetti di tutta Italia. Con la sua esibizione, arriva al culmine la serata in cui, prima, salgono sul palco Nayt, Silent Bob e Mida.
La pioggia, dal pomeriggio, bagna i tanti che si sono messi presto in coda per aggiudicarsi i posti migliori, ma non scalfisce l’entusiasmo. Resta alto anche quando, a concerto ormai concluso, molti si ritrovano imbottigliati nel traffico, dentro le auto a motori spenti per aspettare che il lungo cordone di chi deve uscire da Alba si snellisca. Ingannano l’attesa cellulare alla mano, riguardando i video della serata.
Sabato 13 luglio, Collisioni termina con l’ultimo appuntamento del cartellone: una maratona di oltre 5 ore, con alcuni degli artisti più apprezzati dai ragazzi della fascia 15-23 anni. Inizia, alle 20, Paky, prima di Tony Boy, Arie Sive, Anna (alle 22,45) e Capo Plaza (da mezzanotte).
Ripercorre il direttore artistico Filippo Taricco: «Con questa edizione, termina il triennio di Collisioni dedicato interamente alla cultura giovanile, nato per aprire un dialogo con chi fruirà di questo festival nei prossimi anni. Anche grazie a Collisioni, stiamo sfatando il mito che dopo la pandemia e la morte del rock i giovani siano semplici consumatori di spazzatura senza cultura musicale. Compren­dia­mo meglio la silenziosa guerra dei mondi che si sta consumando tra figli e genitori, in un contesto in cui il conflitto generazionale sembra sopito, ma dove, in realtà, la cultura dei ragazzi ci destabilizza nei nostri pregiudizi più profondi».