L’opinione di Daniele Grassucci

«Le famiglie la considerano come una punizione che ricade pure su di loro e l’uso del registro elettronico a scuole chiuse è un problema in più»

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IL FATTO
I compiti per le vacanze sono sempre più insostenibili: 8 studenti su 10 ritengono che il carico sia eccessivo mentre 4 genitori su 10 si dicono apertamente contrari

Una questione antica, che però ultimamente è sempre più dibattuta: i compiti per le vacanze. Una scocciatura trasversale, che ha interessato un po’ tutte le generazioni di studenti. Da sempre rappresentano un fardello. Anche se chiaramente, dipende molto da chi quei compiti li assegna. C’è chi ha senso della misura e chi esagera. Ma sono davvero utili?
La battaglia per abolirli (o almeno per ridurne la quantità) ultimamente coinvolge sempre di più anche le famiglie. Visto che i compiti sono diventati un obbligo da condividere tra le quattro mura domestiche, ecco che il loro peso incide sugli equilibri generali. Fino magari a compromettere la qualità delle vacanze, in primis, di mamma e papà. Ecco allora che 4 genitori su 10 si dicono apertamente contrari ai compiti estivi. Secondo quanto è emerso da un sondaggio di Skuola.net, condotto su un campione di mille alunni di scuole medie e superiori, oltre 8 studenti su 10 pensano che il carico di lavoro estivo sia eccessivo, con il 23% che lo giudica addirittura impossibile da svolgere.
Matematica e Italiano risultano essere le materie più impegnative con la matematica che svetta come il problema più consistente per il 38% degli intervistati, seguita dai temi e dalle letture di Italiano per il 23%. Solo il 24% pensa che i compiti siano proporzionati ai giorni di vacanza disponibili. La maggioranza degli studenti (41%) ha completato meno della metà dei compiti, mentre il 40% non li ha ancora iniziati o ha fatto molto poco. E come detto non sono solo gli studenti a lamentarsi. Anche il 40% dei genitori condivide questo malcontento: il 12% si oppone del tutto ai compiti estivi, mentre il 27% li accetterebbe solo in misura ridotta.
A complicare tutto, da un po’ di tempo a questa parte, c’è poi la tecnologia. Nel senso che in un certo modo la situazione si è appesantita con la possibilità per i docenti di assegnare i compiti anche dopo la chiusura delle scuole, grazie all’uso del registro elettronico, con annesse e-mail e chat di classe. Circa sei studenti su dieci hanno infatti ricevuto compiti anche dopo l’inizio delle vacanze, con un terzo che li ha ricevuti a vacanze iniziate. «I compiti per le vacanze estive stanno diventando una tradizione sempre meno sopportata, dagli studenti (e non è una novità), ma anche dai loro genitori: tantissime famiglie percepiscono ormai queste assegnazioni non come un’opportunità di crescita culturale per i propri figli, ma come una punizione che ricade su di loro», ha commentato i dati Daniele Grassucci, coordinatore di Skuola.net.
Che ha quindi aggiunto: «Questo accade perché, alla fine, la mole di lavoro è tale da dover costringere gli stessi genitori a sobbarcarsi l’onere del tutoraggio filiale. E a questo sentimento non contribuisce di certo in positivo il malcostume, sempre più diffuso, di assegnare i compiti a scuole già finite, tramite appunto il registro elettronico».