Viticoltura a prova di futuro accademia della vigna raddoppia e rilancia

Un modello co-progettato con le imprese vitivinicole interessate ad assumere e formare nuovo personale da impiegare nella conduzione del vigneto

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Ppresso l’Aula Ma­gna dell’IIS Um­berto I di Alba sono stati presentati i risultati e la seconda edizione del progetto Ac­cademia della Vigna, la prima academy ad impatto sociale sulla viticoltura. Un modello co-progettato con le imprese vitivinicole interessate ad assumere e formare nuovo personale da impiegare nella conduzione del vigneto, attraverso un sistema che integra in modo innovativo formazione, lavoro etico, inclusione e pratiche di responsabilità sociale con l’obiettivo di generare una ricaduta positiva in favore di aziende, lavoratori e comunità. «Negli ultimi anni il lavoro in vigna esprime sfide nuove e complesse, sia sociali che produttive. Accademia della Vigna risponde a queste sfide realizzando un concreto investimento sul capitale più prezioso della viticoltura: le persone. Grazie ad una rete di aziende, enti del Terzo Settore ed istruzioni nelle Langhe il futuro del vino sta mettendo nuove radici, scommettendo sulla combinazione virtuosa e possibile tra esigenze aziendali e sostenibilità sociale», commenta Angelo Perez, ceo di Weco.
L’iniziativa, ideata e coordinata da Weco impresa sociale e co-promossa dal Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani, nasce nella sua edizione sperimentale a cavallo tra il 2022 e il 2023 nei vigneti delle Langhe. Tra gli obiettivi primari: potenziare le competenze del personale agricolo, facilitare l’accesso a opportunità di lavoro regolare presso le aziende vitivinicole partner e favorire processi di autonomia e inclusione sociale. Il progetto ha raccolto in questi anni alcuni dati significativi: 164 candidature da parte di persone interessate a formarsi e a trovare regolare impiego nel settore, 12 cantine che hanno aderito al progetto investendo sul capitale umano e sulla promozione di esperienze di sostenibilità sociale (Agricola Mirafiore, Ascheri, Brovia, Il Boschetto, Cascina Chicco, Conterno-Fantino, Diego Pressenda, Festina Lente, Stroppiana, Tecnovite, Trediberri, Vietti), 24 lavoratori (12 nazionalità diverse) assunti regolarmente presso le aziende partner e parallelamente inseriti nel percorso formativo (152 ore distribuite nei 12 mesi di progetto), gestito da quattro docenti agronomi. Lavoro e formazione, con lo sguardo all’autonomia della persona grazie ad azioni di potenziamento delle capacità individuali accompagnate dal team di progetto.
«Da anni il Consorzio ha a cuore la ricerca di soluzioni per il problema della manodopera in vigna. Problema trasversale a più settori e a più livelli che ritrova una risposta possibile in Ac­cademia della Vigna di cui siamo promotori fin dall’inizio», commenta Sergio Germano, presidente del Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani. «Stiamo lavorando infatti a diverse progettualità insieme agli enti del territorio, alla Prefettura, ai Comuni, a Confcooperative per poter dare alle aziende più soluzioni sostenibili. È nostro obiettivo e dovere fare il possibile affinché le cantine operino in modo etico e che la mala condotta di pochi non getti ombre su tutto il territorio. Davanti, infatti, a casi di caporalato o sfruttamento di persone, abbiamo deciso che ci costituiremo parte civile nei confronti delle aziende che si macchiano di questi odiosi reati».
Numeri che a metà luglio sono diventati volti visitando la sessione formativa del progetto come occasione di osservazione diretta dell’Accademia, tra i vigneti della Scuola Enologica.
«Di questa seconda edizione ci teniamo a sottolineare alcune novità: i percorsi di formazione continua scelti da alcune aziende per rafforzare le competenze anche del personale già in organico grazie al fondo interprofessionale Foragri, l’ampliamento dell’azione territoriale del progetto che oggi coinvolge aziende anche dell’Alta Langa (Monesiglio) e del Roero (Canale), e il tema urgente dell’autonomia abitativa dei lavoratori, su cui stiamo lavorando per costruire soluzioni il più possibile di sistema», afferma Maria Cristina Galeasso, coordinatrice dell’iniziativa.