La “Birra Origine Piemonte”, dopo l’ottenimento del marchio Pat, ora punta all’ambiziosa Igp

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Nel 2019 dopo un lungo lavoro di confronto e su forte impulso della Cia Cuneo, con il presidente e il direttore provinciale, Claudio Conterno e Igor Varrone, è nato il Consorzio Birra Origine Piemonte (Bop). Obiettivo? Valorizzare e tutelare la birra prodotta attraverso la filiera agricola (orzo, luppolo) e quella di trasformazione interamente insediata sul territorio subalpino. Ora lo costituiscono diciannove aziende (erano quattordici), delle quali undici (erano otto) operano in provincia di Cuneo. Ma, fin dall’inizio, il proposito del Consorzio è stato decisamente ambizioso: ottenere dalla Regione l’inserimento della birra nell’elenco dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali (Pat) piemontesi. In quest’ottica è stata effettuata una ricerca storica e culturale sulla realizzazione di birra in Piemonte e si è scoperto che le origini risalivano a più di 130 anni prima. La richiesta di Pat, anche con la documentazione sulle modalità produttive, è partita nel giugno 2021. Il 27 luglio 2022 la Regione ha pubblicato sul Bollettino Ufficiale la determinazione dirigenziale con cui è stata approvata la scheda tecnica riguardante la “Birra del Piemonte” che, da inizio 2023, fa parte dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali. Quali sono le principali caratteristiche indicate nella scheda? Le materie prime devono essere coltivate in Piemonte. Nella realizzazione della birra bisogna utilizzare tecniche produttive che seguano quelle storicamente impiegate sul territorio regionale. Come, tra le altre, la maturazione a freddo e l’uso di acqua “non trattata”. Nei due anni dall’ottenimento del marchio, il Consorzio ha messo in cantiere numerose iniziative come l’organizzazione di convegni e la presenza a manifestazioni di rilievo internazionale: Salone del Gusto-Terra Madre e Atp Finals di tennis nel 2022; Cheese nel 2023; la rassegna Collisioni e la Gran Fondo ciclistica Fausto Coppi nel 2024. Afferma uno dei fondatori del Consorzio, Diego Botta, contitolare con Ivan Lodini e Luigi Cagioni, del birrificio Kauss di Piasco: “Ringraziamo Cia Cuneo e la Regione Piemonte che ci hanno accompagnato e sostenuto in questo percorso sin dai primi passi. In particolare la Regione, su proposta dell’ex consigliere e ora assessore all’Agricoltura, Paolo Bongioanni, ha di nuovo stanziato risorse per la promozione della filiera birra. Inoltre, è già stato pubblicato un bando dello Sviluppo Rurale per gli investimenti sulla diversificazione dell’attività agricola, nella quale rientra la trasformazione delle materie prime agricole in birra, e un altro verrà aperto a breve per le aziende che producono birra artigianale. Sono stati colti con entusiasmo i nostri stimoli e si sta comprendendo quanto sia importante il prodotto per il tessuto economico locale”.
Ma non solo. “A febbraio si è concluso il progetto di promozione del marchio realizzato con VisitPiemonte: l’agenzia regionale di valorizzazione delle eccellenze turistiche e di quelle agroalimentari di qualità. Un percorso che ci ha permesso di mettere insieme in un unico pacchetto la produzione di birra agricola-artigianale e le bellezze del territorio per rendere il Piemonte sempre più appetibile e apprezzato dai visitatori”.
Quindi, soddisfatti della collaborazione istituzionale? “Assolutamente sì, anche se continuiamo a chiedere agli Enti e agli apparati pubblici degli iter burocratici più semplici e dei tempi ragionevoli per accedere alle risorse disponibili. Altrimenti, si corre il rischio di dover presentare dei progetti costruiti troppo in fretta e che poi non portano i risultati auspicati”.
Il bilancio del lavoro svolto dal Consorzio? “Molto positivo. In particolare sotto l’aspetto della promozione, in quanto siamo riusciti a farlo conoscere al di fuori dei confini regionali e, anche, nazionali. Rappresentiamo una realtà nata da zero e che deve ancora mettere i piedi nell’adolescenza, ma ci sono i presupposti per crescere tanto e bene. A livello produttivo, dal 2022 sono aumentati gli associati. Poter offrire una birra realizzata in modo artigianale e con materie prime di assoluta qualità coltivate sul territorio, è un percorso apprezzato e riconosciuto dai consumatori”.
Progetti per il futuro? “Ottenere dall’Unione europea il marchio di Indicazione Geografica Protetta – la Igp -, ma è una strada lunga iniziata in questi mesi con un primo studio sugli aspetti storici e tecnici del prodotto. Per arrivare all’ambizioso traguardo, dovremo essere accompagnati nel cammino dalla Regione e dal Ministero all’Agricoltura. Poi, intendiamo aumentare la presenza sui mercati sviluppando ulteriormente la promozione. L’idea è di creare, con un network di agenzie turistiche, un pacchetto legato al concetto delle strade della birra. Cioè: prodotto e territorio che viaggiano insieme per accrescere la presenza di visitatori”.
Siete fiduciosi? “Le prospettive sono incoraggianti e ci fanno ben sperare”.