In un’epoca ricca di incognite e trasformazioni, la valorizzazione e il coinvolgimento del capitale umano giocano un ruolo sempre più decisivo per quanto riguarda il successo dei singoli piani industriali. Lo sanno bene le aziende della provincia di Cuneo, che da tempo hanno compreso quanto sia importante condividere valori e obiettivi con i propri lavoratori. Lo ha ribadito anche il direttore generale di Confindustria Cuneo, Giuliana Cirio, nel convegno “Essere protagonisti: il coinvolgimento delle persone nell’attuazione degli obiettivi dell’impresa”, organizzato oggi, martedì 23 luglio, in sala “Michele Ferrero”.
«Tra le tante rivoluzioni in corso c’è anche quella relativa al rapporto tra aziende e lavoratori – ha detto il direttore generale di Confindustria Cuneo, Giuliana Cirio –. Si tratta di un processo che rende le nostre imprese ancora più consapevoli di un aspetto: la forza lavoro, a ogni livello, va intesa come un insieme di soggetti unici, nel vero senso della parola. Ciascuna persona è un unicum con specifiche attitudini, competenze, passioni e aspirazioni. Le risorse umane devono quindi trasformarsi in attentissimi osservatori delle dinamiche sociali, con un obiettivo: far sì che i valori di ogni persona coincidano con quelli dell’azienda, e viceversa. Perché, non bisogna mai dimenticarlo, l’evoluzione potrà trasformare tutto, ma le scelte resteranno sempre in capo alle persone».
Un concetto rimarcato da Carlo Baudena, responsabile del Servizio Relazioni Industriali di Confindustria Cuneo, che ha dichiarato: «Per raggiungere gli obiettivi d’impresa la parola chiave deve essere, sempre di più, “protagonisti”, con il coinvolgimento delle persone che diventa la chiave di volta per fare la differenza».
Questo approccio rende necessaria anche la contestuale valorizzazione di chi si occupa di risorse umane. «Oggi le relazioni umane all’interno dell’azienda sono ancora più complesse da gestire rispetto al passato, ma allo stesso tempo rivestono una strategicità decisamente maggiore», ha sottolineato Alessandro Fantino del Servizio Relazioni Industriali di Confindustria Cuneo nel dialogo con Mariangela Calzati, Hr consultant, trainer e coach.
«Stiamo vivendo un momento di profondo cambiamento nell’ambito del quale i lavoratori percepiscono volatilità e incertezza – ha osservato Mariangela Calzati -. Una situazione che ha portato il 46% dei lavoratori italiani a cambiare lavoro negli ultimi dodici mesi o, comunque, a desiderare di farlo. Tutto questo con l’88% delle aziende che fatica a trovare persone e con il 54% delle offerte che viene rifiutato. Questo perché sono cambiate le aspirazioni. I lavoratori oggi cercano, nell’ordine: buon equilibrio tra occupazione e vita privata, atmosfera lavorativa piacevole, retribuzione e benefit interessanti, sicurezza del posto di lavoro e possibilità di crescita».
Ma quale ruolo deve assumere il settore delle relazioni umane? Ha risposto Calzati: «Chi si occupa di persone non deve assolutamente essere un burocrate, bensì un abilitatore capace di creare le condizioni per connettere, conversare, apprendere, produrre risultati e sapere, offrire possibilità».
L’efficacia di questo modello, sperimentato con successo in molte delle oltre 1.200 aziende associate a Confindustria Cuneo, trova conferma nei numeri, come riferito dall’esperta di risorse umane: «Dal sondaggio di Gartner emerge che un’esperienza positiva dei dipendenti può migliorare le prestazioni del 26% e la fidelizzazione del 27%, aspetti strategici per la competitività, oltre al fatto che per il 47% dei responsabili Hr prevede di avere come priorità per il 2024 la massimizzazione dell’esperienza dei dipendenti».
Un modello che si sta già sperimentando con successo nello stabilimento cuneese della Michelin. Lo ha rimarcato il responsabile Hr, Cristiano Tessarin: «Il cuore della nostra strategia sono le persone. È per questo che ogni nuova risorsa, qualsiasi sia il suo inquadramento, viene accolta con sei giorni di formazione e poi viene messa nelle condizioni perché possa crescere umanamente e sviluppare le proprie competenze. Ed è anche per questo che ogni anno realizziamo un’indagine per valutare il sentiment e il senso di appartenenza dei collaboratori. Se vogliamo che i lavoratori stiano bene, non bisogna imporre le condizioni dall’alto ma far sì che siano loro stessi a indicare la strada giusta da seguire».
In questo cammino di Michelin, il dialogo con le persone è a 360 gradi, a partire dall’ascolto e dal confronto con le organizzazioni sindacali. Sono intervenuti Eusebio Busè di Femca-Cisl («Ogni cambiamento fa paura, soprattutto ai lavoratori, che da sempre sono in prima linea per l’azienda. Non bisogna mai dimenticarlo»), Ezio Chiapello di Filctem-Cgil («Siamo la voce dei lavoratori. Un buon accordo lo è solo quando tutte le parti sono un po’ scontente, perché ci si deve sempre andare incontro») e Davide Cravero di Uiltec-Uil («Lo stabilimento Michelin di Cuneo è in continua trasformazione: gli investimenti e le grandi produzioni contribuiscono ad accrescere la visione positiva dell’azienda»).