L’opinione di Julio Velasco

«Per avere successo bisogna accettare di non capire tutto. Siccome la perfezione è impossibile, l’importante è sbagliare senza creare troppi danni»

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IL FATTO
L’allenatore argentino è il ct delle Azzurre di volley alle olimpiadi di Parigi 2024. Considerato un “filosofo” in panchina, ha parlato del primo avversario per ogni squadra sportiva: il dubbio

«Accettare di non capire tutto». Nello sport, secondo Julio Velasco, è decisivo perché ciò che conta è prendere una decisione nel giro di pochi secondi o anche meno. Può valere anche nella vita, se si vuole avere successo. Partendo dalla considerazione che «la perfezione è impossibile. L’importante è sbagliare stando dentro a percentuali che non creino troppi danni. Anche perché nel nostro mestiere di allenatori, come d’altronde nel mestiere dei genitori in cui gli altri dipendono da quello che facciamo noi, sbagliamo di sicuro. Il grande vantaggio di essere allenatore è che i miei giocatori di vent’anni fa non ricordano i miei errori. I figli sì».
Sono frammenti di pensiero riportati da il Venerdì. Il ct della nazionale femminile di pallavolo che parteciperà alle prossime Olimpiadi avendo la medaglia d’oro come obiettivo, è sempre stato considerato un filosofo, uno che attraverso lo sport ha indagato la vita traendone insegnamenti mai banali.
E adesso la nuova sfida alla guida delle azzurre – reduci da cocenti delusioni – porta ulteriori scoperte. «Per tenacia e lavoro duro – ha dichiarato il coach nell’intervista al settimanale de La Repubblica – le donne sono formidabili. Esigono tanto da loro stesse, spesso troppo. Non si perdonano l’errore e questa cosa può diventare un nemico. E poi sono attente ai dettagli». Più difficile quindi allenare le donne? «In questo senso sì. Dall’altra parte C’è la difficoltà̀ del nostro essere uomini. Dobbiamo fare uno sforzo ulteriore per non commettere l’errore di pretendere che loro siano come noi. La donna spesso ha bisogno di saper fare alla perfezione quello che deve fare e, se non ha questa certezza, si frena. Chiaro, non tutte, sennò non ci sarebbero anche politiche o manager donna. Lo ripeto alle ragazze: uno dei nostri nemici è il dubbio. Che può essere una cosa fantastica nella filosofia e nell’attività intellettuale. Però nello sport il dubbio è un avversario da battere: non c’è tempo di essere sicuri al cento per cento in un’azione di gioco, bisogna agire».
Velasco, proprio nei giorni della preparazione delle azzurre in vista del trasferimento a Parigi (avvenuto lunedì scorso), è stato colpito da un grave lutto: è mancato suo fratello maggiore, Raul: «Una ferita profonda – ha commentato in un’altra intervista, con il Corriere della Sera -. Ma non posso mostrare alle ragazze il lato triste. Nella disgrazia, sono fortunato a essere circondato dalla squadra: ho una responsabilità e il ruolo mi aiuta a distrarmi, ma la sera, quando sono solo in camera, la testa va lì». Ancora considerazioni interessanti su quanto siano cambiate le donne negli ultimi anni: «Finalmente c’è più parità di genere: le bambine fanno le stesse cose dei maschi e questo ha portato a un maggiore sviluppo motorio delle ragazze che oggi vediamo anche nello sport di alto livello».