Non a caso l’Associazione culturale L’Arvangia ha scelto la Casa delle memorie di San Donato del Mango per inaugurare la mostra fotografica di Guido Fornaro. Una casa che era nel cuore di Donato Bosca che l’ha allestito con semplicità e con passione. Un luogo ricco di storia fulcro della lotta partigiana. Era infatti la canonica di don Vigin Servetti che i partigiani chiamavano confidenzialmente don Bestia, probabilmente per il suo smisurato amore per il cibo ed il buon vino. Prete controverso definito nell’ambito del clero “pastor banditorum” e “pecora nera” da Beppe Fenoglio nei suoi Racconti partigiani. Ma don Bestia quando c’è stato bisogno ha saputo riscattarsi ampiamente. Nascose nella cantina della Canonica in diverse occasioni dei partigiani di passaggio durante i rastrellamenti. Non li scovarono ma il prete perse il conto delle volte e delle ore passate al muro con l’incubo della fucilazione. Il 19 novembre 1944 fu arrestato con l’accusa di collisioni con i banditi, condotto a Cuneo e condannato a morte. I suoi partigiani non lo abbandonarono e si procurarono un ostaggio tedesco da proporre in cambio della liberazione. Ma lo scambio non era cosa semplice. Dovette intervenire il Vescovo Mons. Grassi con le Sua diplomazia e le Sue conoscenze poichè la sentenza era ormai esecutiva. Il 23 giugno 1950 viene conferita a don Luigi Servetti, don Bestia, l’alta onorificenza di Cavaliere della Corona d’Italia per meriti nella lotta partigiana e per ”aver salvato dai soprusi e dalla morte numerosi perseguitati”
Nella Casa delle Memorie di Donato Bosca, nel valoroso ricordo di don Bestia è conservata l’originale camera da letto e l’antica cucina della Canonica. Tra numerosi documenti storici vi è anche “l’angolo del naso bagnato”, una sala dedicata alla scuola rurale in epoca fascista e poi “I paesi senza luna” dedicata ai movimenti migratori di fine ‘800 e di inizio ‘900. Una cornice perfetta per la mostra di Pierguido Fornaro che attraverso la fotografia ha voluto raccontare i grandi personaggi che in svariati modi hanno vissuto ed amato il Territorio.
Pierguido Fornaro: ”E’ da tanti anni che per passione fotografo la Langa, i suoi paesaggi e la sua gente. E’ stato un bel percorso alla scoperta delle profonde trasformazioni che essi hanno subito nel tempo. Poi qualche anno fa la scoperta della Casa delle Memorie e di un mondo che valeva la pena di raccontare. Un mondo diverso, fatto da persone orgogliose e con grande stimolo creativo. Ho cominciato a riprendere questi personaggi nel loro vivere quotidiano, talvolta infrangendo la loro sfera privata. Un’immagine talvolta è capace di raccontare una vita intera”.
E’ una questione di cuore, è un filo invisibile che unisce tante persone nel nome di un Territorio.