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“Futuro”, la quinta edizione della scuola di ecologia politica in montagna

Quest’anno, la scuola sbarca anche in Piemonte con l’edizione zero che si terrà da venerdì 20 a domenica 22 settembre in Valle Vermenagna

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Cosa favorisce la permanenza delle nuove generazioni in Appennino? Quali sono gli spazi di cultura e socialità che possono alimentare il loro presente e renderle capaci di costruire nuovi futuri possibili?

Futuro è il tema della quinta edizione della Scuola di Ecologia Politica in Montagna. Dall’11al 13 ottobre 2024, i corsi si terranno anche quest’anno nel territorio di Castiglione dei Pepoli e, in un’ottica di rete, in tutta l’area dell’Appennino bolognese (grazie alla collaborazione con i Comuni di Camugnano e San Benedetto Val di Sambro e con l’Unione Appennino Bolognese).

La scuola di ecologia politica sbarca in Piemonte

La novità di quest’anno è l’apertura di una nuova Scuola di Ecologia Politica in Montagna, in Piemonte, a Vernante e in valle Vermenagna (in provincia di Cuneo). L’edizione zero rappresenta l’inizio di un’esperienza che nei prossimi anni punta a coinvolgere tutte le valli cuneesi, per strutturare un dialogo continuativo tra terre alte alpine e appenniniche. La valle Vermenagna è stata scelta come territorio pilota per le sue specificità ambientali, sociali e culturali che la rendono spazio ideale di un confronto sui temi dell’ecologia politica. Il progetto è stato possibile grazie alla collaborazione con Noau Officina Culturale e NEMO Nuova Economia in Montagna, con il supporto di Compagnia di San Paolo e Fondazione CRC.

I corsi si terranno da venerdì 20 a domenica 22 settembre nel Centro Visita del Parco Alpi Marittime a Vernante. La Scuola è rivolta ad amministratori e imprese locali, studenti universitari e giovani under 35 del territorio. La partecipazione è gratuita e sono previste cinque borse di ricerca del valore di 500 euro l’una.

Perché una Scuola di Ecologia Politica in Montagna
L’ecologia politica è una disciplina che intreccia i fattori economici, sociali e culturali ai fenomeni ambientali, per interrogarsi – e interrogare il potere politico – su come sia possibile inciderem positivamente sulla crisi ecologica che il mondo sta attraversando. Aprire la riflessione e il confronto nelle terre alte italiane è un modo per osservare il centro, il modello-città, i suoi cortocircuiti e i suoi fallimenti da una prospettiva alternativa. La rete pubblico-privata che si è creata e cresce, attorno al progetto, anno dopo anno dal 2020 a oggi, dimostra la necessità dei territori di strutturare un confronto attivo con professionisti multidisciplinari e le comunità di riferimento, per trovare risposte – ma soprattutto porsi le giuste domande – per affrontare sfide irrimandabili della contemporaneità.