Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha pubblicato il regolamento operativo per la realizzazione degli impianti agri-fotovoltaici innovativi, con l’obiettivo di “coniugare” la produzione agricola e l’energia solare.
Il bando, individuato nell’ambito degli investimenti “green” del Pnrr, rende disponibili – sull’intero territorio italiano – 1,098 miliardi di euro per ottenere – entro il 30 giugno 2026 – 1,04 gigawatt prodotti attraverso i pannelli.
Sono previsti due tipologie di impianto: uno da 300 megawatt complessivi destinato al solo comparto agricolo per interventi singoli di potenza fino a 1 megawatt; l’altro di 740 megawatt complessivi aperto alle associazioni temporanee di imprese composte da almeno un soggetto del comparto agricolo per interventi singoli di qualsiasi potenza, ma superiore a 1 megawatt.
La superficie minima destinata all’attività agricola deve essere almeno il 70% della superficie totale occupata dal sistema agri-fotovoltaico. L’impianto deve assicurare una produzione energetica non inferiore al 60% rispetto a quello definito standard. I pannelli possono essere posizionati a terra, però garantendo le condizioni da poter svolgere i lavori agricoli sotto i moduli.
A livello di attività zootecnica devono essere installati a 1,3 metri da terra o verticalmente, per quel che riguarda le coltivazioni a 2,1 metri da terra. Inoltre, l’impianto va monitorato dal punto di vista del consumo idrico, del microclima e dell’eco-sistema per non compromettere il proseguimento dell’attività agricola. La presentazione delle domande ha come termine di scadenza il prossimo 2 settembre e va fatta sul portale agri-fotovoltaico del sito web del Gse (Gestore Servizi Energetici). Al progetto si riconosce un contributo in conto capitale nella misura massima del 40% dei costi ammissibili e una tariffa incentivante a valere sulla quota di energia elettrica prodotta e immessa in rete.
Il parere di Cia Cuneo
Qual è l’opinione di Cia Cuneo sul bando? Risponde il responsabile del settore Finanza Agevolata e Piani di Sviluppo, Pietro Busso: “Seppure di “nicchia” in quanto prevede investimenti molto elevati, la misura, anche se rivolta a un numero limitato di imprese, è comunque appetibile e importante. Infatti, rende più sostenibile a livello ambientale ed economico il consumo energetico delle aziende partecipanti e quello del nostro Paese. Altrettanto importante è che i pannelli devono essere collocati in posizione sollevata da terra, quindi senza recare danni alle colture e agli animali allevati ma avere una funzione integrante e di tutela delle produzioni agricole”.
Come state operando per raggiungere le aziende interessate? “Abbiamo già organizzato un webinar e tutte le nostre sedi sono disponibili per la consulenza e per seguire l’iter burocratico e le pratiche da inoltrare”.