Prosegue fino al 15 settembre la mostra Solchi di Federica Galli, inaugurata lo scorso 20 luglio al Museo Civico della Stampa di Mondovì (CN). Una serie di appuntamenti è occasione per approfondire la tecnica dell’incisione con la quale l’artista ha segnato l’arte italiana del secondo novecento.
Sabato 17 agosto la visita guidata Gita tra i Solchi sarà propedeutica ad un laboratorio di disegno dal vero condotto da Marianna Bruno nel cortile del museo, l’appuntamento è previsto per le 10.30 e avrà la durata di 2 h, il costo per la partecipazione di due persone è di 12€, il laboratorio è adatto anche a bambini dai 7 anni in su. Domenica 18, poi, Oscar Giachino guiderà uno speciale workshop sull’incisione en plein air, della quale la Galli è stata maestra: dopo un’introduzione teorica sulla tecnica dell’acquaforte si passerà nel giardino, con vista sulle Alpi Liguri, per realizzare l’incisione en plein air e, dopo i necessari passaggi, la lastra verrà stampata con i torchi del Museo; il costo per la singola partecipazione è di 60€ ed include la visita alla mostra e i materiali.
Per entrambi gli incontri è prevista la prenotazione contattando il museo via email: prenotazioni@museostampamondovi.it; o telefonicamente al n. +39 334 7059307.
La mostra e gli appuntamenti sono organizzati da Noau | Officina Culturale in collaborazione con la Fondazione Federica Galli di Milano.
In occasione della presentazione inaugurale, Lorenza Salamon – Direttrice Fondazione Federica Galli – ha così introdotto l’opera dell’artista italiana che compete con i grandi della storia di questa arte: “Una delle caratteristiche più peculiari dell’opera di Federica Galli era quella di svolgere il suo lavoro en plein air la si poteva vedere all’aperto, in un prato o sul sentiero di fronte alla veduta, che spesso era stata scelta dopo molti sopralluoghi e scatti fotografici. […] Molte volte i paesaggi che incideva con pazienza sulla lastra erano tra i più noiosi, i più scontati, […] ma è proprio dalla fedele riproduzione di quei paesaggi piatti, minimi, che riusciva a cavare la poesia della dedizione, dove si avverte chiaramente il tempo speso a ricavare il meglio dalle migliaia di segni lasciati sul metallo. Se si osservano attentamente le opere di Federica Galli, si noterà l’incredibile varietà di segni utilizzati per rappresentare il reale, in una quantità e qualità raramente riscontrata.”