L’insabbiamento della sorgente delle Grotte del Bandito è stato, per il momento, superato. La lunghezza e l’articolazione della rete hanno creato ancora problemi in alcune zone dell’area servita da ACDA durante la settimana, ma ormai l’emergenza può dirsi finita.
L’acquedotto intercomunale di Cuneo è di vitale importanza per la città e il suo hinterland, serve ormai, totalmente o parzialmente, una quindicina di comuni oltre al capoluogo provinciale con tutti i suoi servizi essenziali, quali scuole e ospedali. E’ alimentato da tre sorgenti, tutte captate in valle Gesso, di cui la principale sgorga nelle grotte carsiche del Bandito, a valle dell’abitato di Roaschia. I tecnici di ACDA, impegnati duramente in questi giorni, non sono, però, ottimisti.
Al riguardo, infatti, il Direttore, ing. Andrea Ponta, afferma: “Abbiamo ormai più segnali che le sorgenti di alimentazione stiano subendo mutamenti preoccupanti. Ad esempio, nonostante un anno di copiose precipitazioni, oggi misuriamo un livello di acqua inferiore rispetto alla media degli scorsi anni che, voglio ricordare, sono stati anni di siccità straordinaria”.
ACDA ha messo al lavoro una vera e propria task force, coordinata dal Direttore dell’area progettuale, ing. Fabio Monaco, con geologi, professori universitari, ingegneri idraulici per studiare a fondo il fenomeno e proporre soluzioni.
“Si lavora su due tempi – prosegue l’ing. Ponta – perché dobbiamo dare risposte immediate per avere allerte più sollecite e soluzioni tampone che possano evitare, almeno in parte, i problemi riscontrati già ben tre volte in un anno. Questo impegno, però, non ci pare esaustivo e vogliamo lavorare anche su una prospettiva di lungo periodo perché l’area servita abbisogna di un’alimentazione idrica costante e di qualità”.
Quindi esistono davvero rischi per la tenuta futura di un sistema di captazioni e di reti che ha garantito per quasi un secolo acqua di buona qualità? Il presidente di ACDA fornisce una risposta non del tutto rassicurante: ”Non esiste un pericolo immediato. Non dimentico, però, che dal 2020 in quest’area o nelle immediate vicinanze, si sono verificate due tempeste drammatiche, quelle che i francesi hanno battezzato Alex e Aline che anche sui nostri territori hanno provocato milioni di euro di anni, peraltro non ancora del tutto riparati. Non dimentico che per due anni la siccità ha colpito in particolare proprio l’area del Cuneese e che, oggi, ad ogni pioggia violenta succedono in montagna disastri ambientali. Il cambiamento climatico sta sconvolgendo anche il nostro territorio, è ormai un fatto assodato. Quindi è indispensabile approfondire i problemi e cercare soluzioni, senza aver timore di generare apprensione nella pubblica opinione: la situazione è in continuo mutamento e non si sta evolvendo in positivo.”
Il Presidente Quaranta vuole aggiungere un ringraziamento, doveroso e sentito, per le maestranze che in queste situazioni si prestano ad interventi veramente impegnativi in qualsiasi ora della giornata, lavorando con passione e capacità. Un’ultima considerazione la riserva ad un equivoco che ha generato alcune polemiche e prese di posizione: “Devo personalmente e a nome dell’azienda scusarmi con Enel Green Power e la ditta che svolgeva i lavori sul torrente Gesso a valle delle sorgenti, perché l’insabbiamento non è stato causato dai loro lavori. E’ stato un equivoco provocato dal fatto che i nostri tecnici sono arrivati sul luogo in piena notte e in grande emergenza ed è stata mal valutata una deviazione innaturale del torrente causata dalla piena”. La ricostruzione dell’accaduto è stata chiarita durante un incontro con la stessa Enel Green Power, cha ha anzi dimostrato piena collaborazione nella ricostruzione dell’evento.
cs