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«Che emozione le prove davanti a Peppe Vessicchio!»

La giovane cheraschese Sara Naldi è una delle dieci finaliste che sabato saranno in gara al Festival di Castrocaro: «Lo dedico a nonno Francesco, sognando Sanremo»

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Mentre passeggia in corso Matteotti a Sanremo, dove tutti gli an­ni trascorre le vacanze, vede il teatro Ariston. Qual­che anno fa, il nonno paterno Francesco si è affacciato con lei alla finestra, l’ha indicato e le ha confidato: «Io lo so che presto ci sarai anche tu al Festival».
Per Sara Rinaldi (in arte Sara Naldi), 17 anni, cantante pop di Bricco di Cherasco, quello resta il sogno più grande. Ora lo vede un po’ più vicino alla realtà, visto che sabato, 7 settembre, parteciperà alla finale del Festival di Castrocaro, unica artista piemontese in gara. Dalla prima edizione del 1957, la manifestazione nel­la cittadina emiliana è diventata il trampolino di lancio di molti talenti emergenti. Al­cuni dei più famosi sono Iva Zanicchi (edizione 1962), Loretta Goggi (1966), Fio­rella Mannoia (1968), Zuc­chero Fornaciari (1981)… Quest’anno pare non sarà più in diretta televisiva, ma offre comunque grande visibilità, condotta da Elenoire Casa­legno e Daniele Cabras.
Studentessa al liceo linguistico, Rinaldi canta da quando è bambina. Nonno Francesco e nonna Emma Graglia, racconta, le facevano ascoltare le canzoni di Celine Dion. Lei le imparava, le piaceva ripeterle anche quando passava i pomeriggi nell’azienda di mamma Simona Piccolo e papà Marco, che si occupano di import ed export di frutta e verdura. «Il primo pubblico, oltre alla famiglia, sono stati i clienti dei miei genitori – ripercorre con voce decisa -. Cantavo anche da­vanti a loro. Più erano ad ascoltarmi, più mi piaceva. Così, poi, ho iniziato a suonare canto e musica».

Sapeva già da qualche giorno di essere stata selezionata per la finale di Castrocaro, ma ha dovuto tenere il segreto fino all’annuncio ufficiale dell’organizzazione. Quanto è stato difficile non dirlo a nessuno?
«Moltissimo, visto che per me è la soddisfazione più grande che ho mai ottenuto. Due anni fa, grazie alla partecipazione ad alcuni concorsi, sono riuscita a entrare nella casa discografica Rossodisera. Mi ha permesso di pubblicare i miei primi brani (“Rette parallele”, “Summer tango”, “Iride feat” con Gionni Scandal, “Sei come me” ndr), ma Castrocaro è tutta un’altra cosa. Alle selezioni ho cantato davanti al maestro Peppe Vessicchio: per me è un mito, è stato bellissimo incontrarlo».

Con quali brani si esibirà in finale, per stupire la giuria?

Eseguirò una cover e una mia canzone. Mi sto esercitando molto. Ho un mio microfono, cassa e tutto ciò che serve per cantare. Prima lo tenevo a casa mia, adesso è a casa dei miei nonni, che abitano ac­canto a me. Vado lì a provare in tutti i momenti liberi. Nonna Emma mi sta ascoltando per così tante ore che potrebbe diventare lei la mia manager».

La platea, al festival, sarà numerosissima. È più l’ansia o l’adrenalina?
«A me è sempre piaciuto esibirmi davanti a tante persone: più sono, più sale l’adrenalina. Certo, la tensione si fa sentire. Spero di riuscire a trasformare le emozioni in grinta per cantare al meglio. Ho già preparato anche il mio outfit, insieme a mia sorella Fran­cesca».

Vestito lungo?
«Sarà nero, ricamato a fiori. Un paio di tacchi, per questa occasione, ci sta. Nell’esi­bizione di un cantante, ogni dettaglio è importante».

Come ha capito che da grande avrebbe voluto fare la cantante?

«Non c’è niente che mi fa stare bene come cantare. Non ho mai avuto dubbi. So che è molto difficile, ma voglio mettercela tutta per raggiungere l’obiettivo».

Quanto è difficile conciliare lo studio al liceo con la scuola di canto?

«A me piace molto andare a scuola e studiare. Mi impegno tanto, sto molte ore sui libri. Anche questo, mi fa tenere i piedi per terra. Sarebbe bellissimo vivere di musica, ma tengo tutte le porte aperte. Mi piace molto anche nuotare».

Tra le cantanti italiane, Annalisa è una delle sue preferite. C’è qualcosa di lei da cui sta prendendo spunto?
«Mi piacciono tantissimo le sue performance, la sua presenza scenica. Qualche anno fa mi hanno anche detto che, negli acuti, la mia voce assomiglia alla sua. Era un complimento, ma mi ha fatto molto riflettere. Io voglio lavorare per valorizzare i tratti unici del mio timbro, non imitare altri cantanti famosi».

Tra i cantanti stranieri, chi ammira di più?
«Adele, la adoro. Quest’estate ha fatto una serie di concerti bellissimi a Monaco, ma purtroppo non sono riuscita ad andare a vederli. Spero di poterlo fare presto».

E se, un giorno, avrà davvero l’occasione di calcare il palco dell’Ariston?
«Sarebbe bellissimo. Qualche anno fa sono riuscita a entrare nel dietro le quinte, con altri artisti emergenti. Già questo è stato meraviglioso. Dediche­rei questo mio traguardo a nonno Francesco. Per lui, la mia voce era speciale. Me lo ripeteva spesso. È mancato poco prima di un mio concorso importante. Ero tristissima, ricordo che volevo ritirarmi e non partecipare. Invece mi sono esibita lo stesso e, grazie a lui, ho vinto. Poco dopo, ho preso contatto per la prima volta con la mia casa discografica».

Intanto, immagini di essere già dietro le quinte del festival di Castrocaro. Tra pochi istanti bisogna andare in scena. Quali sono i suoi ultimi pensieri prima di salire sul palco?

«Faccio un bel respiro, mi concentro. E mi diverto. Per me, cantare significa divertirmi ed essere felice».

Articolo a cura di Luca Ronco

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