«Orchestra I Braida i nostri primi 50 anni di liscio e sorrisi»

Piero Boffa ci racconta l’avventura musicale e umana di un gruppo di amici sempre in ballo

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Un compleanno spe­ciale dietro l’an­golo. Con Piero Boffa, in esclusiva, ci siamo fatti raccontare del 50° anniversario che festeggeranno l’Orchestra “I Braida” l’11 settembre prossimo a Bra. Lui co-fondatore e, per 50 anni, in pole position per fare ballare e divertire le persone.

In che modo nasce l’Orchestra “I Braida”?

«Se le dicessi casualmente? Siamo nel 1974, con 4 amici che lavoravano a Bra. Tra i quattro ci sono anch’io. Ognu­no di noi suonava da qualche parte, poi ci siamo chiesti se era il caso di formare un complessino insieme con strumenti diversi. Il sottoscritto Piero Boffa (tastierista e fisarmonicista), Elio Cortese (cantante e chitarrista), Paolo Milanesio (sax) e Domenico Fasano (batterista) siamo i fondatori dell’Orchestra I Braida. Fa­cendo una piccola ricerca storica, siamo l’orchestra più longeva della provincia di Cuneo. Partiti per divertimento e perché ci piaceva il Liscio. In quegli anni era molto in voga l’Orchestra Casadei e la musica che proponeva l’Emilia Roma­gna. Qui nella Granda le orchestre suonavano prettamente melodie piemontesi, noi invece siamo stati i primi a portare i suoni e i balli romagnoli nei nostri concerti e nelle nostre esibizioni. Arrivando nel 1998, lì ci fu il nostro vero successo. Con Elio Cortese, ab­biamo condiviso i primi 30 anni di percorso. Voglio ricordare anche due cantanti che debuttarono da 20enni, Nadia Ternavasio (dal 1994 al 2004) e Manola Pla­foni di Chiusa Pesio (dal 2004 al 2020)».

Ci parli del 1998.
«Paradossalmente, la nostra fortuna arrivò con due canzoni piemontesi. La svolta importante fu che tre elementi decidono di formare un altro gruppo e vengono sostituiti dal batterista Roberto Perottino, at­tuale leader dell’Orchestra, dal bassista Dodo Eandi e dal saxofonista braidese Claudio Pa­nero. L’innovazione è stata la carta vincente. Perché oltre all’orecchiabilità piemontese o romagnola, l’innovazione nel nostro territorio fu mettere per primi i fari sul palco, il leggìo con il nostro nome. Oltre al liscio, ci siamo divertiti tanto con gli Anni ’60. Senza soste, miscelando le canzoni e facendo ballare la gente».

Perché “I Braida”?
«Volevamo un riferimento storico con la città di Bra. Non l’abbiamo mai cambiato, un altro segreto del nostro successo».

Avete girato tanto e suonato in posti importanti?
«Come potrei dirle il contrario! Le sale importanti della provincia di Cuneo e del Piemonte, ci hanno chiamato. Ma anche nel­le feste patronali abbiamo avuto un impatto incredibile. Noi siamo sempre stati accoglienti verso il pubblico. Que­sto ci è sempre stato ripagato e riconosciuto. Abbiamo anche inciso delle musicassette e poi siamo passati ai cd».

L’Orchestra di oggi?
«Funziona alla grande! Conta 6 bravi elementi, con Roby Pe­rottino come leader».

Il primo vostro concerto?

«In una saletta di un distributore di benzina vicino a Mon­dovì. Però la nostra serata clou è stata il veglione degli Alpini di Bra nel 1974, all’America dei Boschi di Pocapaglia. Lì le persone hanno iniziato ad ap­passionarsi di noi, di cosa suonavamo e dell’essere orchestra».

L’esibizione memorabile e che le è rimasta scolpita dentro?
«Davanti ad un grande pubblico, le devo rispondere nelle sale da ballo. All’ex Galaxy Pagoda di Caraglio ci siamo esibiti per inverni interi e non posso dimenticarmi di un pubblico eccezionale. Però, anche il nostro 25° compleanno all’ allora Ballomania in frazione Bandito di Bra. Non posso non citare anche le 500 persone in piazza Giolitti a Bra nel 2014 per il 40° anniversario. E adesso 50».

Mercoledì 11 settembre spegnerete le vostre 50 candeline!
«Con grandissima emozione. L’appuntamento è a Bra in piazza Giolitti e dalle 21,30. Verrà allestita un’area coperta con 400 posti a sedere, a ingresso libero. Faremo un concerto per festeggiare tutti insieme e, oltre all’attuale formazione, io ed Elio Cortese suoneremo come ospiti speciali. Con Elio, ci stiamo preparando dei pezzi che suonavamo tanti anni fa».

Come mai “I Braida” piacciono ancora dopo 50 anni?
«Cambiando gli elementi, non abbiamo mai pensato al successo personale ma del gruppo. Il cliente è il ballerino e per noi è sempre stato l’elemento centrale. Addirittura, nel 1995 nacque il Braida Fans Club. Or­ganizzavano pullman per se­guirci nelle nostre varie serate».