Mercoledì 11 settembre, dalle 17.00, le narrazioni di alcune storie tratte dalla tradizione orale dell’Occitania si alterneranno ai suoni e ai racconti degli strumenti della tradizione popolare, sempre occitana, nella mmagnifica sala all’ultimo piano del Rondò dei talenti a Cuneo, nell’ambito delle attività finanziate dal bando “Estate al Rondò” linea “Educare in terrazza” promosso da Fondazione Crc. Dopo una parte introduttiva che inquadra e delinea il territorio occitano, le sue peculiarità linguistiche, etnografiche, antropologiche e musicali, il laboratorio, rivolto ad un pubblico adulto dai 15 anni in su, prevede una lezione-concerto a cura di Dino Tron che accompagna il pubblico in un “viatge”, un viaggio attraverso i suoni degli strumenti della tradizione popolare: da strumenti più arcaici ed essenziali come
l’arbebo (lo scacciapensieri), i flauti diritti e traversi, le percussioni, per proseguire nello straordinario paesaggio sonoro a bordone delle cornamuse e degli oboi, fino alle moderne fisarmoniche.
I racconti musicali si alterneranno a momenti di narrazione di alcune storie tratte dalla tradizione orale dell’Occitania curati da Caterina Ramonda, alla scoperta di folletti e creature magiche, di ragazze curiose e uomini saggi, di donne furbe e ragazzi creduloni, di capre, capretti, caproni e pastori dal patrimonio tradizionale dell’arco alpino, tra Italia e Francia.
L’Abbecedario Occitano è un progetto di narrazione orale intorno alla lingua occitana e un libro illustrato realizzato dall’Unione Montana Valle Stura, edito da “La Cevitou”, che attraverso 21 parole-chiave, narrate da Caterina Ramonda e illustrate da Marco Paschetta, invita a conoscere la realtà linguistica e paesaggistica delle vallate occitane italiane.
Il progetto, che si inserisce all’interno di un pluriennale percorso di ricerca e valorizzazione della lingua occitana, in particolare di quella parlata in valle Stura, è nato nel 2021 all’interno del percorso delle celebrazioni dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri; si deve infatti al sommo poeta il nome della lingua che si parla anche nelle valli occitane italiane. Fu lui nel “De vulgari eloquentia” del 1303 a classificare per primo le parlate partendo dall’avverbio di affermazione, individuando italiano (lingua del sì) oiltano o francese (lingua d’oil) e appunto l’occitano, la lingua d’òc a cui riconobbe la massima dignità letteraria facendola risuonare per bocca di un trovatore, Arnaut Daniel, nel canto XXVI del Purgatorio della Divina Commedia.
Ingresso gratuito
Info e prenotazioni:
www.eventbrite.it/e/biglietti-suoni-parole-e-musica-dallabbecedario-occitano-
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