Un sogno che si realizza: e che prende la forma di un libro dedicato agli antichi affreschi del Castello di Monteu Roero. E’ il coronamento di un’idea portata avanti dall’associazione culturale e turistica “Bel Monteu” di Monteu Roero, come ideale seguito ad un’altra pubblicazione, peraltro recente, e dedicata all’artista Michela Pachner. Mente ispirata, quest’ultima, e appartenente alla famiglia che a suo tempo fu proprietaria del maniero: e a cui si deve, tra l’altro, la creazione in loco della “sala musica” realizzata intorno agli anni ‘60, in onore del capostipite Michele Pachner, virtuoso delle sette note.
Così racconta il patron Mario Novarino: «Il gruppo “Bel Monteu” promette che l’idea letteraria non finirà, in quanto sono in corso lavori e studi per la realizzazione di un altro importante tassello per la riscoperta della storia del paese simbolo del Roero. Il libro che mancava ora c’è e completerà la ricca biblioteca dedicata al nostro paese».
E’ un castello che -va da sé- è ricco di aspetti storici: a partire dalla sua nascita fatta risalire al 1041, anno in cui Enrico III diete in concessione il cosiddetto “Monte Acuto” al vescovo di Asti, e da cui prese forma l’attuale costruzione attribuita ad origine a Guido Biandrate. I documenti parlano del soggiorno locale nientemeno di Federico Barbarossa, che visse qui brevemente nel 1167. E c’è poi da rilevare il passaggio dalla famiglia dei Biandrate a quella dei Roero, per 48mila fiorini, nel 1299: con un suggello “fisico” dato dal capitello che si staglia nel cortile interno, con lo stemma araldico delle tre ruote che sono simbolo di casata, ma anche di territorio. Tra il massimo splendore della metà del ‘500 ai giorni nostri, il castello patì a suo modo il terremoto nel 1887 in cui alcune parti rimasero danneggiate e mai più ricostruite: ma, nella serie di cronache, c’è pure spazio per la leggenda scaturita dal bibliotecario del barone Winterman, il quale (si parla degli inizi del ‘900) trovò una pergamena nascosta nella copertina di un antico volume. Poteva essere la traccia di un tesoro nascosto dagli spagnoli? Le ricerche lo portarono proprio qui, tra le colline della Sinistra Tanaro: ma nulla venne mai reperito, tra mura e stanze. O, almeno, così vuole la tradizione mista a narrativa pura, tutta “roerina”.
In tutto questo rincorrersi di eventi, ciò che è certo che qui l’arte è “di casa”: tanto da meritare un libro, come un punto di memoria e di valorizzazione dell’esistente, ma anche a foggia di invito alla visita. Forte, in questa operazione, è stata la sinergia con il professor Walter Accigliaro: artista studioso di storia locale, con il quale si è portato a temine un prezioso e minuzioso lavoro dedicato alla rilevante arte decorativa presente nel Castello monteacutese.
Allo stesso modo, è risultato determinante il supporto fornito dalla Distilleria Berta di Monbaruzzo, proprietaria del Castello dal 2012, che ha premesso l’importante pubblicazione che farà da anteprima agli importanti restauri che a breve inizieranno per salvaguardare l’importantissimo bene architettonico e culturale del territorio roerino. Si tratta dunque di un’azione editoriale di prima rilevanza, resa possibile anche con l’aiuto di Banca d’Alba quale sponsor unico: per un libro che farà parte di una collana dedicata alla cultura artistica del Roero e non solo, godendo altresì del patrocinio da parte dell’Amministrazione civica monteacutese e della sezione albese di “Italia Nostra”.
Il volume verrà presentato sabato 21 settembre nella bellissima cornice del fortilizio, a partire dalle 16: con la mostra appositamente dedicata, proseguendo con una conferenza tenuta dallo stesso autore ed autorità presenti per concludersi con un aperitivo a base di vino e prodotti locali.
Novarino aggiunge: «Tutta la manifestazione sarà gratuita con ingresso libero ai locali dedicati all’evento. L’evento darà inizio alla programmazione autunnale del sodalizio monteacutese che riserverà importanti ed interessanti sorprese».
Paolo Destefanis