A Roreto, frazione di Cherasco, un progetto nato nel 2016 ha saputo trasformare un simbolo locale, la rana, in un elemento centrale per la valorizzazione del territorio. Grazie all’impegno dell’attuale vicesindaco di Cherasco Umberto Ferrondi e di numerosi collaboratori, l’idea ha portato alla nascita di un’area naturale dedicata a questo anfibio. L’obiettivo è unire natura, cultura e turismo e soprattutto creare una rete virtuosa di volontari.
Può raccontarci come è nato il progetto?
«Ha preso vita nel 2016 a Roreto di Cherasco con l’intento di mettere al centro la rana, un simbolo del nostro territorio. È tutto nato grazie alla buona volontà di alcuni cittadini roretesi, coinvolgendo diverse associazioni e procedendo per gradi. Siamo partiti con la fondazione di un’associazione dedicata a questo anfibio di cui sono stato il primo presidente, poi abbiamo organizzato un festival gastronomico e realizzato dei murales a tema. L’idea è sempre stata quella di valorizzare la rana non solo come simbolo, ma anche come elemento chiave di un ecosistema che, purtroppo, ha subito danni a causa dell’agricoltura intensiva».
Sono stati organizzati anche degli eventi collaterali.
«Ci siamo adoperati negli anni per fare della rana anche qualcosa di artistico, prima organizzando un concorso di dipinti coordinato da Giorgio Grasso, che era un collaboratore di Vittorio Sgarbi. Abbiamo poi fatto scrivere una fiaba, “Sara la Rana”, ad Angela Prestiari e da questa storia sono state estrapolate 15 scene che hanno abbellito la via centrale di Roreto. Abbiamo pensato che la comunità dovesse riscoprire le sue tradizioni, la bellezza del proprio territorio, della sua valle, facendo una sorta di rivoluzione positiva, pacifica, utilizzando un’arma particolare: l’arte».
Come si è sviluppato il progetto nel tempo e quali sono stati i passaggi più significativi?
«Il progetto si è evoluto in diverse tappe. Dopo l’associazione, la realizzazione dei murales, la rassegna enogastronomica, siamo passati a un’area naturale dedicata alla rana, arricchita con statue di legno e altri elementi che ne esaltano il valore. L’obiettivo era quello di ricreare un ambiente adatto al ripopolamento delle rane, con finalità didattiche e ricreative. È stata un’evoluzione naturale del progetto, che ha sempre avuto al centro il desiderio di valorizzare e proteggere questo anfibio».
Chi sono stati i collaboratori e quale è stato il loro contributo?
«Sono davvero grato a tutti coloro che hanno contribuito al successo di questa idea che è diventata un progetto. Un ringraziamento particolare va a Fabrizio Gandino, la cui creatività è stata fondamentale per aiutarci a creare questo luogo. Il dottor Davide Grande ha curato la parte scientifica, installando otto pannelli informativi che raccontano le diverse tipologie di rane e le loro caratteristiche. Non posso non menzionare Bartolo Barale, presidente dell’associazione La Rana a Roreto, il cui supporto è stato essenziale fin dall’inizio. In questi anni sono stati tante le persone che ci hanno dato il loro contributo, enti, associazioni e volontari: il segreto è stato la capacità di lavorare insieme per un progetto comune».
Quali sono gli obiettivi futuri per questa area e come pensa di integrare il Parco delle rane nel contesto turistico di Cherasco?
«Abbiamo obiettivi ambiziosi per il futuro. Vogliamo che il Parco delle rane diventi un’attrazione integrata in un percorso turistico più ampio. Sarebbe ideale che le famiglie venissero a Cherasco per visitare i murales, il museo della Magia e si fermassero al Parco delle rane per una merenda o un momento di relax e approfondimento. Inoltre, desideriamo aprire l’area alle scolaresche e organizzare visite guidate, per diffondere la cultura dell’ambiente. Il parco è stato semplicemente pulito e reso accessibile, e speriamo che possa diventare un punto di riferimento per chiunque voglia conoscere meglio la natura e l’ecosistema locale».
La valorizzazione della natura è il punto centrale.
«Vogliamo valorizzare l’ambiente, diffondere una certa sensibilità e anche fare informazione scientifica. Ci tengo a precisare che su quest’area non siamo intervenuti in nessun modo, l’abbiamo semplicemente pulita e resa accessibile, installando i pannelli. Ovviamente come Comune faremo tutto il possibile per portare avanti questo progetto e sostenerlo».
Per chi fosse interessato a organizzare una visita o ricevere maggiori informazioni, come può fare?
«Per organizzare uscite accompagnate o per ricevere ulteriori informazioni, è possibile contattare l’ufficio turistico del comune di Cherasco, telefonando allo 0172-427050 o inviando una mail a [email protected]. Siamo sempre a disposizione per accogliere chiunque voglia scoprire il nostro progetto e il territorio che lo ospita. L’idea è anche quella di avere una guida che ti racconta la storia e la genesi del progetto e di sicuro questo crea interesse e una maggiore condivisione e partecipazione».
Articolo a cura di Daniele Vaira