«Quanta energia dopo quel boato di tutta la piscina!»

Sara Curtis, giovane nuotatrice saviglianese, ci racconta le emozioni provate durante la partecipazione ai Giochi di Parigi: «Ho segnato in rosso sul calendario le date di Los Angeles 2028. Voglio dare il massimo»

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Sara Curtis, nuotatrice saviglianese, classe 2006, è da anni tra i talenti più luminosi del panorama natatorio internazionale. Per la giovane campionessa, tesserata del Centro Sportivo Esercito e portacolori del Cs Roero, il 2024 è stato un anno speciale, soprattutto per il peso che ha assunto all’interno del suo percorso di crescita. Dopo i numerosi successi a livello giovanile e l’ottimo impatto agli Europei in vasca corta, infatti, Sara ha vissuto da protagonista anche l’esperienza dei Giochi Olimpici, conquistando a Parigi la finale nella batteria 4×100 stile libero (8° posto) e la semifinale nei 50 stile libero (14° posto complessivo). Proprio partendo dalla sua avventura olimpica, per poi spostarci sui suoi obiettivi futuri, noi di Rivista IDEA l’abbiamo intervistata.

Sara, che emozione è stata vivere la magia delle Olim­piadi?
«Sicuramente le emozioni sono state tante e forti. Ero già emozionatissima in aereo, prima di partire. Entrare in mensa e vedere così tanti atleti di così tanti sport provenienti da tutto il mondo è stato qualcosa di unico. Ave­vo sempre vissuto un am­biente molto più piccolo, avendo fatto esperienze prevalentemente in ambito ju­niores, quindi non mi ero mai confrontata con qualcosa che si avvicinasse alle Olimpiadi».

Cosa l’ha colpita in particolare?
«Vedere la piscina con così tanti spettatori è stato pazzesco. Ricordo benissimo la sensazione che ho provato quando sono entrata per la qualifica della staffetta: ho sentito un boato incredibile, è stato allucinante. Poi in finale, quando è partita Virginia Menicucci per l’ultima frazione, c’è stata un’esplosione di emozioni sia da parte nostra che degli spettatori difficile da descrivere. Le Olimpiadi sono un’esperienza unica e sapevo che sarebbero state così belle perché sono il sogno di chiunque».

In precedenza ha fatto riferimento all’atmosfera del Vil­laggio Olimpico. Ha avuto mo­do di incontrare qualche suo idolo?
«Avrei voluto incontrare la star della ginnastica Simone Biles, ma purtroppo non l’ho incrociata. Ho però giocato a biliardino con alcuni campioni dell’atletica azzurra quali Zaynab Dosso, Lorenzo Si­monelli e Marcell Jacobs: è stato molto divertente! Stare nel Villaggio è come vivere in una grande città di sportivi ed è stato bello anche vedere incrociarsi così tante tradizioni culturali differenti».

Dal punto di vista sportivo, che consapevolezza le hanno dato i risultati ottenuti?

«Sicuramente rappresentano per me uno stimolo maggiore. Sono molto contenta perché in semifinale nei 50 sl ero la più giovane e quindi questo mi dà speranza per il futuro. Confrontarsi con atlete di così alto calibro è importante per la mia crescita e sono stata assolutamente felice. Ora cercherò di intraprendere un percorso importante per provare ad arrivare ancora più in alto, ovviamente con i giusti tempi e i giusti ritmi, sapendo che ogni atleta ha i suoi alti e i suoi bassi per crescere».

Guardando ad un livello più generale, invece, quali eredità le lasciano i Giochi?

«Mi hanno insegnato a cercare di essere una persona il più organizzata possibile e lasciano dentro di me il desiderio di riuscire a controllare e gestire le emozioni prima della gara. È un aspetto su cui tutti gli atleti lavorano ed è un qualcosa che dovrò assimilare nel mio percorso di crescita. Ero molto agitata in semifinale, tremavo sul blocco. Vorrei partire da quel tremore e trasformarlo in adrenalina e grinta. Sono consapevole che con tanto lavoro, anche al di fuori della vasca, questo potrà arrivare».

Sullo sfondo, seppur lontano, c’è Los Angeles 2028. È quello l’appuntamento da cerchiare in rosso per la sua carriera?
«Ovviamente voglio andare a Los Angeles e, sì, ho già cerchiato le date sul calendario del 2028. Voglio dare il massimo, cercherò di arrivarci e di farlo con una versione migliore di me. Questo è ciò su cui lavorerò nel corso dei prossimi quattro anni».

Nel suo percorso sportivo, non solo durante i Giochi, ha sempre potuto contare sul tifo e sul sostegno della provincia cuneese. Cosa significa per lei?

«Il sostegno è sempre molto importante. Un atleta deve poter contare sia sulla propria famiglia che sui propri amici, ma anche in generale sull’ambiente in cui vive. A me piace moltissimo andare a Savi­gliano, in piazza Santa Rosa, a prendere un caffè con le mie amiche e vedere i bambini che si avvicinano per una foto o anche il Sindaco che si intrattiene a parlarmi. Avere una provincia che mi segue e mi supporta è essenziale. Sono contenta e voglio in qualche modo essere portatrice dei valori e delle eccellenze del Cuneese».

Le Olimpiadi sono state un trampolino di lancio a tutto tondo. Quali sono ora i prossimi impegni e i prossimi obiettivi?

«I prossimi appuntamenti saranno i Mondiali in vasca corta, a Budapest, a inizio dicembre, poi l’Europeo Un­der 23 e il Mondiale in vasca lunga a Singapore del prossimo anno. L’obiettivo sarà quello di ottenere un buon piazzamento in tutti e tre i campionati e di far valere le mie capacità».

Chiudiamo con una curiosità. Nel 2025 ad attenderla ci sarà anche l’esame di maturità. Come riesce a conciliare in generale lo studio e lo sport?

«Per me è sempre stato molto naturale. Ho cominciato a nuotare addirittura prima di andare a scuola, quindi sono sempre riuscita a conciliare le due cose. In certi periodi magari è più difficile, quest’anno di sicuro lo sarà e per la prima volta nella mia vita probabilmente darò maggiore priorità alla scuola. In linea generale, comunque, ho sempre pensato che lo sport aiuti moltissimo anche nello studio, soprattutto perché spinge a procrastinare di meno».

Articolo a cura di Domenico Abbondandolo