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«Qualità sostenibile del turismo ad alba per un futuro roseo»

Il vicesindaco e assessore al Turismo, Caterina Pasini, tra un primo bilancio e i prossimi eventi: «Estate positiva, in aumento gli scandinavi»

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Per Alba è tempo di tracciare un bilancio della stagione turistica appena con­­­clu­sa e di guardare già ai prossimi appuntamenti come la Fiera del Tartufo, con un occhio alle sfide future. Ca­terina Pasini, vicesindaco di Alba e responsabile dell’assessorato al Turismo, fa il punto sulla situazione e si muove tra i numeri e le nuove tendenze: il quadro che emerge è quello di un settore turistico in crescita, con un’attenzione sempre maggiore a un’offerta sostenibile e di qualità.

L’estate sta finendo, che bilancio turistico si può fare per Alba?
«Il bilancio della stagione che si sta chiudendo è positivo: dopo l’iniziale flessione di giugno, causata dalle cattive condizioni meteorologiche, l’estate ha portato un buon rimbalzo e nel complesso i dati ci dicono che si è conclusa bene, in crescendo verso un autunno che offre ottime prospettive. Insomma, non si è registrato un calo di presenze e il futuro pare faccia ben sperare. Inoltre, sono cresciuti i turisti del nord Europa, specialmente gli scandinavi, a dimostrazione della nostra capacità attrattiva».

C’è qualche tendenza che l’ha colpita?
«Sì, ci sono alcune tendenze che credo valga la pena sottolineare. La richiesta è sempre più diversificata e si registra una maggior domanda di turismo outdoor, specialmente da parte dei cicloturisti. Un fatto interessante è poi che i turisti che scelgono il nostro territorio per le attività all’aria aperta risultano essere consumatori affidabili, da non confondere con gli escursionisti di giornata che passano in città per poche ore. Oggi chi viaggia in bici sulle nostre colline vuole godere dei sentieri e dei paesaggi na­turali, organizzando la propria vacanza con cura e possedendo una cultura dell’ambiente e del buon cibo alla ri­cerca dell’eccellenza come ge­nuinità e qualità che il territorio sa offrire».

Perché Alba continua a piacere?

«Penso che continui a piacere perché è a misura di viaggiatore. La nostra città si adatta bene alle esigenze di chi programma una vacanza, ricercando la tranquillità, i paesaggi, l’enogastronomia di eccellenza, eventi culturali di grande interesse, ma anche il folklore della tradizione. Tutto ciò si trova nel nostro territorio e nella nostra città».

In questi primi tre mesi, come ha lavorato l’Amministrazio­ne, anche considerando il programma degli eventi e delle iniziative?
«Credo bene, chiaramente sia­mo entrati in corsa su tante attività. Però abbiamo fatto della condivisione la cifra del nostro metodo di lavoro. Credo che questo sia fondamentale: siamo tutte e tutti cittadini, viviamo la città, la conosciamo e la frequentiamo quotidianamente, a partire dal sindaco Alberto Gatto. Questo ci permette di registrare i suggerimenti e provare a tradurli in scelte e decisioni che soddisfino i cittadini albesi. Un esempio di questo è stata l’ottima gestione di Collisioni: dalla viabilità mai davvero interrotta al piano di raccolta differenziata costruito in po­chi giorni, ma risultato molto efficace. Per quanto riguarda la programmazione, la proposta è stata vasta e articolata; le associazioni e gli uffici hanno fatto un gran lavoro, anche prima del nostro insediamento. A loro, così come a chi della giunta precedente ha portato avanti il tutto, va il nostro grazie. Per il futuro non possiamo che ambire a fare sempre bene e meglio».

Qualche considerazione sul turismo del futuro, cosa cambia e quali sono, a suo avviso, le certezze?

«La certezza è che queste zone sono e saranno sempre una meta ambita. Lo dicono i risultati dei recenti sondaggi che confermano la costante attrazione esercitata dalle nostre colline: un territorio che è e rimane unico nella sua autenticità. Gli operatori del settore sono stati capaci di comunicare bene la differenziazione dell’offerta, attraendo fasce di turismo diverse e quindi mo­dellando le proposte per andare ad incontrare le diverse domande. Per quanto ri­guarda il futuro, invece, credo che si stia sempre più radicando una coscienza di turismo sostenibile, sia come fruizione delle città sia come ricerca della qualità. Quello che mi auguro è che si riessca sempre più a cogliere un turista consapevole e rispettoso del territorio che lo ospita, che si trattenga per più giorni godendo della quiete, delle bellezze naturali, della nostra città e che si prenda il giusto tempo per vivere la nostra enogastronomia come un’espe­­rienza a tutto tondo».

Tra le tradizioni storiche c’è sicuramente la Fiera del Tar­tufo, come si avvicina all’evento?

«Con trepidazione ed avvertendo, nello stesso tempo, la responsabilità, ma con tanto entusiasmo e soprattutto con la certezza che tutti coloro che lavorano alacremente e con impegno per preparare queste manifestazioni saranno come sempre all’altezza delle aspettative. Penso ai volontari dei borghi, che per tutto l’anno si preparano con enorme impegno a questi giorni investendo competenze e creatività per colorare Alba e divertire gli spettatori di ogni età: turisti ed albesi».

Che importanza ha per il territorio e come si riesce a puntare con successo su un evento che unisce tradizione e innovazione?

«È la cifra della nostra epoca. Un’offerta turistica culturale non può prescindere da questi due elementi: innovazione e tradizione l’una al supporto dell’altra, perché non si è in grado di innovare senza radici forti nella tradizione. Non si può offrire qualità se non c’è dietro una storia che valga la pena di essere raccontata».

Articolo a cura di Daniele Vaira