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Scuola di Ecologia Politica in Montagna piemontese: a Vernante e in valle Vermenagna

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Sostenibile nei contenuti e nelle modalità di realizzazione, con scelte ecologiche nella scelta dei fornitori, nella logistica, nelle modalità di comunicazione, nei materiali prodotti e utilizzati. Lo è stata l’edizione zero della Scuola di Ecologia Politica in Montagna piemontese, che da venerdì 20 a 22 settembre ha portato 42 giovani e studenti universitari, 13 amministratori locali, 12 imprese a lezione di ecologia politica a Vernante e in valle Vermenagna. Il debutto del progetto che l’associazione noau | officina culturale propone insieme a NEMO Nuova Economia in Montagna come spin-off della Scuola di Ecologia Politica in Montagna nata nel 2020 a Castiglione dei Pepoli (Bologna) ha proposto un connubio di formazione teorica tra i banchi e attività pratiche sul campo.

Nella mattina di venerdì 20 Filippo Barbera (UniTo), Francesca Uleri (UniBZ) e Irene Borgna (Aree Protette Alpi Marittime) hanno trattato rispettivamente i temi dell’innovazione sociale in montagna, della trasformazione dei territori montani e rurali e dell’importanza della narrazione della montagna nel processo di cambio di direzione nello sviluppo delle Terre alte, mentre nel pomeriggio gli studenti – provenienti da Piemonte, Lombardia, Toscana, Trentino ed Emilia-Romagna – sono stati guidati alla scoperta del Bosco Bandito dell’area protetta di Palanfrè a Vernante in una passeggiata esperienziale con giochi a squadre basati sull’uso dei cinque sensi. Si è parlato anche di servizi ecosistemici, di tutela del territorio, delle proprietà terapeutiche del contatto con la natura e con gli alberi.

Nella mattina di sabato 21 focus degli interventi di Claudio Marciano (UniGe), Monica Gilli (UniTo) e Luciano Masciocco e Marco Giardino (UniTo) sono stati rispettivamente i fondamenti dell’ecologia politica, l’illustrazione di strumenti utili per il settore imprenditoriale turistico per la creazione di nuovi progetti, prodotti e servizi e la lettura del paesaggio per individuare elementi di fragilità e rischio idrogeologici e prevenire conseguenze tragiche dovute a situazioni di crisi ambientale. Il pomeriggio è stato dedicato alla gestione sostenibile delle risorse naturali, con sopralluoghi presso le cave Sibelco, la centrale di teleriscaldamento Edison Next e la sorgente di captazione di Renetta, illustrata da Mario Giraudo, direttore dell’Acquedotto Langhe e Alpi Cuneesi, dalla quale l’acqua arriva fino ai confini con la provincia di Asti.

Domenica 22 Alberto Robiati di ForwardTo ha fornito agli studenti alcuni strumenti e metodologie per definire scenari di futuro possibili e progettare percorsi di azione per raggiungere le visioni auspicate, lavorando sul territorio della valle Vermenagna e del suo contesto metromontano con orizzonte 2035. Oltre ai giovani e agli studenti universitari, zoccolo duro del gruppo di alunni della scuola, si sono messi in gioco anche alcuni rappresentanti di imprese locali come Il Nazionale, LIFT Spa, Argalà, Sibelco, ATL, liberi professionisti del territorio e membri di associazioni, oltre a sindaco, vicesindaco e consiglieri del Comune di Vernante e altri amministratori della valle. Sono stati protagonisti anche il Troll Brew Pub, la locanda Alpina Balma Meris, Il Nazionale e l’Arbergh di Palanfrè che hanno fornito pasti realizzati con eccellenze locali e con alcuni dei prodotti con marchio qualità Parco APAM. A breve tra gli studenti sarà diffusa una call interna per assegnare le quattro borse di studio per avviare progetti di ricerca in sinergia con le realtà e gli operatori della valle. Da venerdì 11 a domenica 13 ottobre a Castiglione dei Pepoli si terrà la quinta edizione della Scuola di ecologia politica in montagna emiliana.

«Questa edizione zero della Scuola è stata un successo soprattutto per il lavoro di squadra che ha permesso di realizzarla. Il programma delle giornate è stato costruito nel corso di alcuni mesi con l’impegno e la volontà di tante persone che nella valle hanno saputo fare rete e condividere un obiettivo comune: quello di diffondere una cultura della sostenibilità, che deve partire da chi sul territorio abita e lavora per arrivare ai visitatori e turisti che lo frequentano o attraversano – dice Francesca Perlo, project manager di noau | officina culturale -. Con un’edizione non si può certo creare un cambiamento: stiamo già lavorando per la prossima, la numero uno, grazie agli insegnamenti che questa prima sperimentazione ci ha lasciato e raccogliendo le impressioni e i consigli di tutti quelli che vi hanno preso parte, seguendo una vision a lungo termine che ci porterà ad ampliare di anno in anno i network locali e nazionali».

All’edizione zero della Scuola di Ecologia Politica in Montagna piemontese, sostenuta da Fondazione Compagnia di San Paolo e Fondazione CRC, hanno collaborato Articolture, Boschilla, Bottega Bologna, Ente di Gestione Aree Protette Alpi Marittime, Università di Torino – Dipartimento di Culture, Politica e Società e Centro Interdipartimentale sui Rischi Naturali in Ambiente Montano e Collinare / NatRisk -, Forwardto, Unione Montana Alpi Marittime, Comune di Cuneo, UNCEM Piemonte.

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