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«Il conservatorio vuole valorizzare la musica in Granda»

Mattia Sismonda, presidente del “Ghedini” di Cuneo: «La nostra provincia è ricca di proposte, noi siamo l’unico riferimento accademico»

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Si avvicina a grandi passi l’apertura di un nuovo importante ed entusiasmante anno accademico per il Conser­va­torio “Giorgio Federico Ghe­dini” di Cuneo, la principale realtà musicale della provincia Granda. In vista del significativo appuntamento, abbiamo dialogato con Mattia Sismon­da, confermato nel ruolo di presidente – per un secondo mandato triennale – nello scorso mese di luglio.
Presidente, quali sono – a pochi mesi dalla riconferma – le sensazioni legate al suo secondo mandato?
«Mentre nel 2020 entravo in un nuovo mondo, questa volta mi sento un po’ più a casa e soprattutto mi ritrovo con un team con cui negli anni precedenti sono già riuscito a creare e formare una bella squadra. Poter lavorare in continuità è per me la cosa più importante, questa governance prosegue quindi sull’onda di una serie di idee che abbiamo ben in mente di portare avanti. Da quando l’emergenza Covid è rientrata, c’è stata la possibilità di costruire qualcosa: progetti e proposte che sono state ben accolte dagli organi del Con­servatorio. L’ente prevede, infatti, una direzione amministrativa, una direzione artistica e un consiglio accademico, organi con cui bisogna concertare per andare nella direzione che la nostra mission ci richiede».
Quali sono i principali obiettivi e le novità per l’anno accademico 2024/2025?
«Essendo l’unico ente universitario musicale della provincia, ci troviamo al vertice della piramide. Abbiamo quindi cercato di creare una rete con le altre realtà musicali del territorio e con l’ufficio scolastico provinciale. Stiamo dialogando con dodici medie e due licei ad indirizzo musicale. Questo ci permette di creare una filiera che possa partire dalle basi dell’educazione con uno strumento fino ad arrivare, si spera, alla laurea magistrale. Siamo in primis un ente di formazione (Afam), ma abbiamo anche l’obiettivo di diffondere la cultura musicale: lo stiamo facendo con delle stagioni artistiche e con attività per i più piccoli. Un’altra novità dell’anno accademico è poi l’attivazione di due nuovi indirizzi biennali: canto pop e jazz e canto barocco. Questo ci permette di completare un percorso di studi per gli allievi che già frequentavano il triennio, ma anche di offrire una proposta formativa completa ai nuovi. L’80% dei nostri studenti proviene dal territorio, ma avendo diverse eccellenze riusciamo ad attrarre iscritti anche da altre parti d’Italia».
Un altro fiore all’occhiello del “Ghedini” è sicuramente il programma di scambio internazionale. Potenzierete ulteriormente questo aspetto?
«Assolutamente. L’Erasmus è una risorsa importantissima, che ci permette di avere scambi con realtà estere. Abbiamo instaurato dei rapporti, soprattutto grazie ai nostri docenti, per far sì che i nostri studenti possano fare delle esperienze, sia di studio che lavorative. A questo proposito, ai primi di ottobre, io, in qualità di presidente, e il docente referente dell’Eras­mus, parteciperemo ad una convention, a Napoli, dove ci sarà un folto programma di condivisione e scambio con tantissime realtà italiane per fare il punto su queste attività».
Tra qualche mese, intanto, si terrà l’inaugurazione dell’anno accademico.
«Avrà luogo il 22 novembre, al Teatro Toselli. Per noi è un evento molto importante, anche perché quest’anno riusciamo a farlo nel giorno di Santa Cecilia, che è il santo patrono dei musicisti. Sarà l’occasione per i nostri studenti di presentarsi al pubblico. Sarà presente l’orchestra sinfonica del conservatorio e, con il suo accompagnamento, si esibiranno anche alcuni solisti, che hanno già superato un’audizione interna. An­che in questo caso ci sarà poi una forte collaborazione tra i dipartimenti. Avremo la partecipazione del Dipar­timento Pop e Jazz e del Dipartimento di Musica Elet­tronica e Tec­nici del Suono-Mets, che con quello Clas­sico lavoreranno in sinergia per un unico obiettivo».
L’evento coinvolgerà anche le scuole?
«Sì, sarà l’occasione per aprirci non solo al pubblico generico ma anche alle scuole. Ormai da quattro anni facciamo una matinée, una sorta di prova generale del concerto serale, a loro dedicata. Per assistervi, lo scorso anno si sono spostate anche le scuole del circondario. È una cosa non scontata e la ritengo una risposta positiva per il lavoro che stiamo facendo».
A proposito di risposte positive, qualche mese fa si è tenuta al Conservatorio un’altra ma­ni­festazione di grande successo: la seconda edizione di Elettroclass.
«È il frutto di una sinergia con un’azienda del territorio, la Salvi Harps, la principale produttrice mondiale di arpe con sede a Piasco. Dedicato all’arpa elettroacustica, il festival è una vera e propria full immersion e rappresenta l’occasione perfetta per un proficuo scambio di informazioni tra il nostro Di­partimento Mets i costruttori e i musicisti che si occupano dello studio di questo strumento. Per l’evento sono arrivati studenti anche dall’Europa, che hanno potuto prendere parte a lezioni, masterclass e concerti di altissimo livello».
In conclusione, anche alla luce del suo ruolo e della sua esperienza, da un punto di vista musicale, qual è in generale la situazione della provincia di Cuneo?
«In provincia di Cuneo, la sensibilità e l’interesse per la musica sono particolarmente sviluppati, come ampiamente dimostrato dalla presenza di numerose realtà musicali sul territorio che offrono percorsi di educazione e formazione musicale, contribuendo alla crescita culturale del territorio. La vera sfida, però, è riuscire a creare opportunità lavorative stabili, chiudendo così il cerchio tra formazione e impiego nel settore musicale».

Articolo a cura di Domenico Abbondandolo