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Accordo tra Cia Cuneo e Associzione Tartufi di Alba

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Piante tartufigene in omaggio agli agricoltori che si impegnano a metterle a dimora nei loro terreni per preservare la biodiversità e il patrimonio ambientale tutelato dall’Unesco.

E’ il frutto dell’accordo tra Cia Agricoltori italiani di Cuneo e l’Associazione Tartufai di Alba che riconoscono il comune interesse a collaborare per salvaguardare il territorio e le tradizioni che lo hanno fortemente caratterizzato nel tempo e nello sviluppo dell’economia locale.

«Crediamo sia importante dare un segnale concreto di collaborazione per la tutela del territorio – osserva il presidente provinciale di Cia Agricoltori italiani di Cuneo, Claudio Conterno -, l’agricoltore è il primo custode dell’ambiente e quindi è pronto a fare la propria parte. Mettere a dimora piante tartufigene vuol dire fare un favore non solo ai “trifulau”, ma all’ambiente, che ha bisogno di mantenere il suo equilibrio naturale, a vantaggio di chi lo vive e ci lavora. Agricoltori e tartufai sono parte di un unico patrimonio materiale e immateriale, fatto di paesaggio, tradizioni, vino e tartufi. Tutto ciò ha tanto più valore, quanto più si saprà tutti insieme mantenerlo tale».

Nello specifico dell’accordo, l’Associazione Tartufai di Alba mette a disposizione dei soci Cia Cuneo una prima fornitura di 350 piante simbionti (querce, tigli, pioppi, salici e noccioli), che gli agricoltori già da questo inverno potranno collocare nei terreni non recintati di loro proprietà, boschi e aree marginali in primis, compatibilmente con le esigenze delle specifiche coltivazioni in atto.

«Le condizioni climatiche non favorevoli – spiega il presidente dell’Associazione Tartufai di Alba, Giuseppe Marengo – stanno creando da alcuni anni seri problemi allo sviluppo e alla produzione dei tartufi. La siccità in particolare sta mettendo a dura prova la capacità delle piante tartufigene di produrre e sviluppare questo prodotto prezioso della natura, per cui è molto importante intervenire il più possibile per favorirne il ciclo vitale, attraverso piantumazioni idonee alla simbiosi mutualistica».

Aggiunge il segretario della stessa Associazione, Carlo Olivero: «La collaborazione con gli agricoltori è fondamentale per il mantenimento delle piante tartufigene sul territorio, l’ambiente va promosso nella sua integrità, insieme al vino, elemento trainante dell’economia locale. L’abbinamento con il tartufo viene naturale, un tandem rafforzato, non a caso, dal riconoscimento che la ricerca e cavatura del tartufo ha ottenuto dall’Unesco quale “bene immateriale” patrimonio dell’umanità».