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Con LangaPonica ortaggi perfetti per cibo di qualità

La startup firmata Ramunno-Mucci-Negro garantisce sostenibilità e una tecnica innovativa

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Tre cuori che pulsano sogni, diventati re­al­tà sotto due serre in strada Montalupa a Bra. Sono quelli di Anto­nio Muc­ci, chef con il pollice verde, da sempre attento ai nuovi trend in cucina, oggi responsabile della produzione; Emanuele Negro, im­prendi­to­re e allenatore di pallavolo, appassionato di alimentazione sana e nutrizione, oggi responsabile commerciale e Pietro Ra­munno, titolare dell’agenzia di comunicazione Impresso, startupper at­tento a progetti innovativi a elevata sostenibilità ambientale, oggi responsabile marketing e comunicazione.

Antonio, Emanuele e Pietro hanno dato vita a Lan­ga­Po­nica: società che crede fermamente nella sostenibilità dei processi produttivi, coltivando fuori suolo ortaggi e microgreens. La startup pun­ta su due tecniche di coltivazione fuori suolo: l’idroponica e l’acquaponica, con un’attenzione particolare all’aspetto della sostenibilità.
Come funziona LangaPoni­ca? Con uno schema circolare. Nella vasca principale vivono e vengono allevate carpe koi. Con un filtro meccanico e poi attraverso il sistema di filtraggio biologico si completa il ciclo dell’azoto che permette di trasformare l’ammonio contenuto nello scarto organico prodotto dalle carpe in nitriti e, infine, in nitrati, per nutrire gli ortaggi. I nitrati e altri nutrienti vengono trasportati dall’acqua che esce dalla vasca di allevamento e viene fatta precipitare dall’alto verso il basso nelle torri idroponiche: strutture cave in cui l’acqua che scorre incontra le radici libere.
Quali sono i punti forti? Oltre il 90% di acqua in meno rispetto a quella utilizzata nell’agricoltura tradizionale; spazi contenuti: le piante non necessitano di grandi porzioni di terreno agricolo; tempi di produzione ridotti: l’impianto garantisce una maggiore resa e velocità di crescita delle coltivazioni; ri­sparmio idrico: senza fare uso di diserbanti, fitofarmaci e fertilizzanti di sintesi; sicu­rezza e freschezza alimentare: offerta di prodotti a chilometro zero, da semenze biologiche. La qualità è assicurata dal mo­nitoraggio continuo dei parametri di produzione. I prodotti di LangaPonica go­dono di lunga conservazione, lontani da fonti di luce e calore mantengono freschezza e croccantezza per giorni; l’automazione dell’impianto, at­traverso l’introduzione di tecnologie im­plementabili insieme a innovazioni di processo.

L’intervento di Pietro Ra­mun­no all’inaugurazione: «Gra­zie per essere intervenuti così numerosi. Siamo una piccola start up agricola e innovativa, siamo nati da poco. Quello che vedete è il frutto di un percorso cominciato nella cantina di Antonio Muc­ci, con una piscinetta e con all’interno qualche pesce. Sui suoi scaffali, i primi esperimenti. Antonio ed Ema­nuele sono pescatori, hanno questa grande passione in comune. Di pesci e agricoltura conosco poco, mi dedico alla comunicazione (ride, ndr). Start up nata da un’amicizia. Dalla cantina, siamo passati a un piccolo impianto sperimentale nella serra qui a fianco. Grazie al contributo Psr (Pro­gramma di sviluppo rurale) ar­rivato dalla Regione Pie­monte, siamo riusciti ufficialmente a partire con il nostro progetto». Ha poi aggiunto Antonio Muc­ci: «Il nostro im­pianto acquaponico ha una capienza di circa 75 mc e alleviamo carpe koi giapponesi. Utilizziamo i loro escrementi per produrre un concime per le nostre piante. Dopo un attento processo di filtraggio, mandiamo l’acqua alle torri verticali, l’acqua viene depurata dalle piante e ritorna pu­lita ai pesci. Il nostro è uno de­gli impianti più grandi del Piemonte, dove coinvolge l’aspetto verticale e acquaponico. Lavoriamo con un brevetto di Aquaponic Design (azienda che progetta impianti di acquaponica per privati ed aziende sia in serra che all’aperto, ndr). Ringraziamo l’Università degli Studi di Torino, con la quale abbiamo avviato un processo di analisi del prodotto. Vogliamo sviluppare un prodotto nutritivo, poco inquinante e che rispetti l’agricoltura moderna. Cioè il risparmio idrico e il non sfruttamento del suolo».
Conclude Emanuele Ne­gro: «In questo momento il nostro aspetto commerciale fa soprattutto riferimento alla ristorazione. Abbiamo la fortuna di trovarci tra Langhe e Roero, di avere tanti stellati, con una generale attenzione nella presentazione del piatto, dallo stellato all’osteria. Noi portiamo questi prodotti, di difficile reperibilità sul mercato. Ma cerchiamo anche di portarlo con un’elevata qualità che è data dalla coltivazione acquaponica. Il nostro grazie va ai nostri due principali distributori, Frutta Rey e Cidas Premium Food. La nostra è stata una crescita lenta e non abbiamo potuto soddisfare le richieste di tutti. Ci stiamo arrivando poco per volta».