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Il segreto delle betulle

Una pianta con un alto potere curativo, però dimenticata in italia fino alla svolta di biula, che in val varaita ora raccoglie quella linfa preziosa per reni, fegato e tiroide

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Trasformare le difficoltà in opportunità, è fuori discussione il leitmotiv di Agnese Rostagno che durante la ferma del Covid ha avuto un’idea originale e, aggiungerei geniale, che ha trasformato la sua vita e non solo.
Partiamo dall’inizio. Agnese è nata in montagna e vi ha sempre vissuto, ha frequentato l’istituto d’arte di Saluzzo e fi­no al 2019 si divideva tra due occupazioni: decorare le arpe prodotte a Piasco in foglia d’oro e in estate gestire un rifugio nel­la sua Valle Varaita e neanche a dirlo entrambi i mestieri subiscono lo stop della pandemia. È durante l’inattività ob­bligata che ad Agnese torna in mente un ricordo dell’infanzia: un’amica della mamma ogni primavera raccoglieva la linfa di una betulla che aveva in giardino.
Che la betulla sia usata fin dall’antichità perché possiede un alto potere curativo è risaputo. Secondo gli esperti è drenante, decongestionante del sistema linfatico. Esercita azioni benefiche su reni, fegato e tiroide. Quello che però scopre Agnese è che nonostante i principi attivi siano molto noti e non manchi sui banchi delle erboristerie, si tratta esclusivamente di prodotti di importazione soprattutto dai paesi scandinavi, dove la linfa di betulla ha un’importanza riconosciuta tanto da esser ritenuta dalla Finlandia bevanda nazionale.
Agnese condivide l’idea con il suo compagno Salvatore Marano ed è così che nasce Biula, la loro azienda. In quest’ottica cercano un terreno adatto partendo proprio dalla Valle Varaita dove le betulle non mancano e soprattutto non vengono utilizzate visto che si tratta di un legno non troppo adatto alla combustione né per la lavorazione dei mobili. E siccome in Valle non manca nemmeno la vivacità della giovane imprenditoria, Agnese e Salvatore trovano quello che cercano. Firmano un contratto a titolo sperimentale con il comune di Melle che affida loro un bosco intero. La prima raccolta è datata marzo 2021.
Come avviene? Prima dell’inizio della primavera si inserisce una sorta di rubinetto nel fusto della pianta e si intercetta parte della linfa prodotta che viene raccolta in bottiglie di vetro con tappo di sughero e immediatamente congelata, mentre nel 2024 è nata la versione con l’aggiunta di limone bio che può rimanere fuori frigo. La produzione della linfa è tale che durante le due settimane di raccolta ne viene prelevata una parte minima. Con l’obiettivo di avere sulle betulle il minor impatto possibile Biula si affida a una raccolta nomade secondo cui non si preleva linfa mai due anni consecutivi dalla stessa betulla.
Il fatto che porti nelle erboristerie un prodotto con una scadenza a breve termine riesce a garantire anche un alto livello gustativo, oltre che di qualità e soprattutto Biula è stata la prima azienda italiana di questo genere, proponendo una linfa raccolta in Italia e destinata a rivenditori soltanto italiani, cosicché si riescano anche a ridurre le tempistiche di distribuzione al fine di offrire un prodotto migliore. Ho scritto che è stata la prima perché adesso, visto quanti ne hanno seguito l’esempio, non è più l’unica, ma ad Agnese e Salvatore va il merito di aver trovato un modo nuovo e innovativo per far vivere l’economia di montagna.