Si è completato il rinnovamento ai vertici dell’Arma dei Carabinieri della Provincia di Cuneo. A poche settimane dall’insediamento ufficiale del colonnello Marco Piras, arrivato da Sondrio per subentrare nel ruolo di comandante provinciale al pari grado Giuseppe Carubia – passato nel frattempo a Torino a dirigere la Scuola Allievi Carabinieri di Torino nella storica sede della Caserma “Cernaia” -, l’organigramma è stato infatti interessato da altri importanti avvicendamenti. Nello specifico il tenente colonnello Daniele Riva si è insediato al comando del Reparto Operativo, subentrando al pari grado Angelo Gerardi, mentre il tenente Marco Dainese è subentrato al capitano Matteo Ettore Grasso alla guida del Nucleo Investigativo. Lo scorso 3 ottobre, nel corso di una conferenza andata in scena presso il Comando Provinciale, in corso Soleri, a Cuneo, proprio il colonnello Piras ha presentato alla stampa i suoi due più stretti collaboratori. Durante l’incontro sia Riva che Dainese si sono soffermati prima di ogni altra cosa sulle emozioni e sulle prospettive connesse ai rispettivi nuovi incarichi, sottolineando con risolutezza l’orgoglio che li accompagnerà nel corso delle loro nuove avventure professionali.
Nato a Piombino cinquantaquattro anni fa e cresciuto a Follonica, in provincia di Grosseto, reduce dall’esperienza quinquennale al comando dei Carabinieri di Empoli, il tenente colonnello Daniele Riva approda nella Granda, per il suo primo incarico in terra piemontese, con grande determinazione e buonissime aspettative: «L’entusiasmo è sicuramente altissimo: il privilegio di poter prestare servizio dove ha visto i natali l’Arma dei Carabinieri, quella che con affetto chiamo la “mia” istituzione, non può che essere motivo d’orgoglio per me. Arrivo qui in Piemonte dopo le esperienze maturate in Puglia, in Sicilia, in Sardegna – presso i comandi di Nuoro e Cagliari – e Toscana. Affronto questa nuova avventura con il massimo dello spirito collaborativo e dell’impegno: credo e spero che lavoreremo davvero in maniera ottimale».
Il nuovo comandante del Reparto Operativo si è inoltre espresso sulle consegne ereditate dal suo predecessore, il tenente colonnello Gerardi, evidenziando in modo particolare il suo desiderio di conoscere in prima persona il Cuneese: «Ho l’abitudine di ripartire e, passo dopo passo, approfondirò personalmente tutte le dinamiche del territorio. So che la provincia è importante e va conosciuta veramente a fondo: intendo farlo girandola tutta».
Sposato e padre di una figlia che ha appena cominciato il Liceo Classico proprio a Cuneo, inoltre, Riva ha poi espresso il suo proposito di impegnarsi intensamente per le giovani generazioni: «I temi della scuola e del mondo dei ragazzi ci premono in modo specifico, sia per nostro credo professionale sia per il nostro essere padri, quindi per una sensibilità particolare. Ho visto che sia la città che la provincia vantano molte associazioni che operano in questo settore e quindi sono convinto che ci sarà indubbiamente una bella collaborazione in questo senso».
La stessa fiducia e lo stesso ardore hanno animato anche le parole del tenente Marco Dainese, cinquantottenne originario di Torino, sposato e padre di tre figli. Già legato al territorio per la lunga esperienza nella compagnia di Borgo San Dalmazzo, dove comandava il Nucleo Radiomobile – affidato ora al luogotenente Marco Parodi -, il capo del Nucleo Investigativo ha accolto il nuovo incarico con gioia e ottimismo: «Ringrazio sentitamente chi mi ha concesso l’enorme privilegio di poter assumere il comando del Nucleo Investigativo. Mi sposto di casa solo di qualche chilometro dopo aver raccolto tanti bei successi investigativi e il riscontro positivo della cittadinanza nel corso della mia lunga esperienza a Borgo San Dalmazzo. Sono felicissimo e considero adesso molto importante l’opportunità di esprimermi investigativamente a livello provinciale. Sono un “vecchietto”, ma cercherò di offrire performance da “giovinetto” (ride, nda)».
Da quarantuno anni in divisa, Dainese in conclusione non ha nascosto la forte emozione e il profondo coinvolgimento che il suo impegno per l’Arma continuano costantemente a suscitargli: «Mi sono arruolato all’età di diciassette anni: la firma per entrare nell’Arma la mise mio padre. Per me è un’aspirazione e un sogno che si è fatto realtà. Devo realmente tutto all’Arma dei Carabinieri: i miei studi, l’essermi espresso anche in ambito culturale, la possibilità di viaggiare e soprattutto la ricchezza di poter stare vicino alla gente sia nelle piccole “stazioncine” – che sono quelle che mi hanno dato di più – che in quelle più complesse come le stazioni di Torino Lingotto, Bordighera o quelle dell’hinterland milanese, con le loro dinamiche sociali particolari e difficili. È stata ed è tuttora un’avventura: il giuramento non ha scadenza e ci si crede come il primo giorno, anzi sempre di più».
Articolo a cura di Domenico Abbondandolo