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«I cittadini ci chiedono di avere più sicurezza la soluzione? Prevenire»

Giornata di formazione a Cuneo, voluta dal prefetto Savastano, nella settimana nazionale della Protezione Civile e a meno di un mese dal trentennale dell’alluvione in Granda

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Nell’epoca del cambiamento climatico, i disastri naturali si presentano con una frequenza e una violenza radicalmente diverse rispetto al passato rendendo così sempre più centrali e decisivi i temi della prevenzione e della gestione complessiva di un’emergenza. È intorno a queste riflessioni che, in occasione della sesta edizione della settimana nazionale della Pro­tezione Civile, e a poco meno di un mese dal trentennale della terribile alluvione del 5 e 6 novembre 1994, il prefetto di Cuneo, Mariano Savastano, ha voluto organizzare – lo scorso 10 ottobre -, in collaborazione con il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Cuneo e d’intesa con tutte le altre realtà interessate, una giornata di formazione dal titolo “Allerta­mento e gestione tecnico operativa del rischio idrogeologico e idraulico del territorio”. La finalità dell’appuntamento, te­nutosi proprio presso il Co­mando Provinciale, è stata, infatti, esattamente quella di accrescere la conoscenza in materia di tutti gli attori coinvolti nella funzione di protezione civile, in primis gli amministratori, ai quali spetta la responsabilità di tutelare i propri cittadini. «Il primo obiettivo di giornate come questa è accrescere la formazione di tutti, compresi i cittadini», ha dichiarato il prefetto Savasta­no, nel corso della conferenza stampa di presentazione. «Vo­glia­­mo aumentare la consapevolezza e dare un solido contributo per far maturare una cultura di protezione civile, da intendersi però in senso sostanziale e non soltanto come semplice adempimento formale».
Il Prefetto ha inoltre chiarito come nella gestione di un evento emergenziale siano del tutto inutili, se non dannose, sia l’illusione di non doverne fronteggiare di nuovi sia la tendenza a scaricare le colpe sugli altri: «Detesto quando si alza il coro del “mai più”: lo trovo ipocrita. So per certo che è vero il contrario: accadrà ancora perché quello che si fa per la prevenzione non è mai sufficiente e il margine per migliorare è sempre altissimo. Un’al­tra cosa che non sopporto poi è il rimpallo di responsabilità. Sono cose che non servono ai cittadini, i quali hanno invece bisogno di poche certezze: che chi ha la competenza metta in sicurezza i luoghi».
Per chiarire l’importanza di quest’ultimo aspetto, oltre che della prevenzione in generale, il Prefetto ha citato in particolare l’esempio di Vicenza: «Nel 2010 la città veneta venne sommersa completamente dal­le acque. Sono stati quindi costruiti in seguito dei bacini di laminazione e negli ultimi tempi, al cospetto di una pioggia analoga a quella di quattordici anni fa, proprio grazie a questo intervento strutturale, Vicenza ne è uscita indenne. È meglio spendere un milione nella prevenzione che due milioni dopo. È questa la cultura sostanziale. Si ha cultura della protezione civile quando ognuno svolge al meglio la propria parte di competenze». La pianificazione, la programmazione, gli investimenti e la prontezza nell’intervento so­no quindi gli elementi più im­portanti per gestire al meglio le emergenze, come sottolineato con decisione anche dal Comandante provinciale dei Vigili del fuoco di Cuneo, Corrado Romano: «Nell’ambi­to di queste attività è innanzitutto importante la tempestività delle operazioni. Purtroppo questi eventi estremi sono ormai sempre più all’ordine del giorno e non passa stagione senza che si ripetano sistematicamente. La consapevolezza da parte di tutti, anche dei cittadini, è certamente fondamentale. Biso­gna conoscere le problematiche e mettere in atto tutte quelle azioni attraverso le quali è possibile salvaguardare la vita umana».
Altrettanto decisiva, secondo il Comandante, è poi la dotazione dei mezzi di soccorso da mettere in campo durante le emergenze: «Da questo punto di vista Cuneo ha una dotazione assolutamente all’avanguardia, a livello primario nell’ambito della Regione Pie­monte. Abbiamo una serie di specificità professionali che ci consentono di operare a tutto tondo e per questo siamo spesso chiamati ad intervenire anche fuori dal contesto regionale».
Il ricco programma della giornata formativa si è snodato nello specifico attraverso una serie di accurate relazioni e ha visto la proiezione di due cortometraggi, uno a cura del Corpo dei Vigili del Fuoco e uno rievocativo dell’alluvione del no­vem­bre 1994.
Dopo le riflessioni del prefetto Savastano, che ha dedicato il suo intervento a “Il rischio idrogeologico e idraulico. Li­velli di criticità, fasi operative e responsabilità”, e quelle del comandante Romano, intervenuto su “Funzioni e compiti del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco nella protezione civile”, è stata la volta di Gianluca Bernardi del Settore Protezio­ne Civile della Re­gione Pie­mon­te. Quest’ultimo ha relazionato sul tema “Eventi emergenziali. Il ri­­schio idrogeologico idraulico. Il ruolo della Regione Pie­monte”.
Su “Il sistema di allertamento e la pianificazione di Pro­tezione Civile” ha incentrato invece le sue considerazioni Giorgio Giraudo del Settore Protezione Civile della Pro­vincia di Cuneo, che aveva già presenziato alla conferenza stampa di presentazione dell’evento con Alessandro Risso, dirigente della Protezione Ci­vile della Provincia di Cuneo. La serie di relazioni è stata poi chiusa dall’intervento dal titolo “Comunicazione e tutela dei cittadini”, a cura del sindaco di Cuneo Patrizia Ma­nassero e dell’assessore alla Protezione Civile Gianfranco Demichelis. L’intensa e coinvolgente giornata formativa è stata inoltre arricchita da una piacevole sorpresa. Proprio in occasione dell’evento è stato infatti presentato e allestito – davanti al piazzale del Comando – il primo e unico campo base mobile in Italia montato quasi completamente su veicoli. L’allestimen­to è stato descritto minuziosamente da Giovanni Mariano, direttore e coordinatore speciale del corpo nazionale dei Vigili del Fuoco: «Que­sto campo mobile è attrezzato ed è accessoriato per essere montato in meno di quattro ore e per accogliere quaranta persone. È dotato di docce e servizi e dispone di tutte le funzioni necessarie per la gestione di un intervento. Per noi si tratta, in sostanza, di una piccola caserma che si sposta vicino al luogo del sinistro».
Si arricchisce dunque ulteriormente la dotazione di mezzi di cui dispone il territorio cuneese che, con il nuovo campo mobile, potrà contare su un elemento in più per disporre piani all’avanguardia e fronteggiare così al meglio l’opera di gestione delle eventuali emergenze.

A cura di Domenico Abbondandolo