Il 25 ottobre The Barnard Loop apre la terza edizione della stagione firmata Progetto Cantoregi e Piemonte dal Vivo
<<Siamo lì, sospesi sul bordo del “quasi”, intrappolati tra un passo avanti e il vuoto. Quasi pronti a vivere, ma già esausti. Le memorie giocano con il tempo, ripetono storie già consumate, ci sfiorano con il loro eterno ritorno di illusioni. Sotto la calma superficiale, cova la violenza, silenziosa, composta. La vita si dilata nell’indecisione, in un interminabile “quasi” che ci tiene immobili. Dai confini al centro, e di nuovo indietro, lo spazio si riempie di silenzi e di voci, tutte in cerca di un varco verso l’infinito. Alla fine, resta solo una domanda sospesa nell’aria: chi diavolo siamo, davvero?>>
A questa domanda proveremo a trovare una risposta attraverso le compagnie che ospiteremo nella terza stagione di Raccordi, la stagione organizzata in collaborazione con Piemonte Dal Vivo. Anche quest’anno molti premi UBU e differenti linguaggi del teatro e della danza contemporanea.
25 ottobre | ore 21
DISPENSABARZOTTI
THE BARNARD LOOP
Una moka che versa caffè senza esaurirsi mai, il vaso di una pianta che prende vita e ci consola, un letto nel quale appaiono continuamente gli oggetti più disparati. La notte che Barnard si trova ad affrontare è continuamente costellata di accadimenti surreali a cui non riusciamo a dare risposta. Non possiamo essere sicuri che sia un sogno come non potremmo giurare il contrario. Che si tratti di sonno o di veglia, Barnard si trova a fare i conti con la propria realtà interiore cercando un equilibrio apparente nell’incoerenza delle sue emozioni, dei suoi desideri e pensieri. La magia per raccontare un sogno, oggetti quotidiani che si animano per dare vita alla nostra immaginazione, l’humour per navigare nella nostra interiorità. Il mondo che ci circonda è governato da leggi fisiche che marcano in maniera netta il confine tra illusione e realtà, ma cosa succederebbe se non fosse più così? Cosa accadrebbe se la nostra camera e i nostri oggetti dovessero scomparire, muoversi o levitare contro la nostra volontà?
The Barnard Loop, l’anello di Barnard – nebulosa nella costellazione di Orione di cui non conosciamo esattamente alcunchè – tratta con delicatezza la paura di essere un nessuno che nulla sa con certezza, la sensazione di essere un piccolo punto nell’immensità dell’universo. Tableaux in movimento e senza parole, le scene dello spettacolo raccontano questa paura attraverso il percorso di un giovane uomo in una notte d’insonnia. Il ritratto intimo delle paure e delle ossessioni di Barnard, personaggio peren- nemente indeciso, stralunato e maldestro, ma che non perde occasione per rivelarci tutta la sua fragilità. Lo spettacolo è un omaggio al mistero, all’imprevedibile, al destabilizzante e al sur- reale. Una traversata onirica di stati fisici e mentali dove ripetizioni, ubiquità e me moria ci conducono un’illusione senza fine.
IL PROGRAMMA DI RACCORDI A SEGUIRE:
15 novembre | ore 21
MARCO D’AGOSTIN
GLI ANNI
vincitore premio ubu 2023_Miglior spettacolo di danza con: Marta Ciappina
vincitore premio ubu 2023_Miglior performer
Qualcuno ha scritto che c’è una distanza incolmabile tra quel che è successo un tempo e il modo in cui ci appare ora, ammantato di una strana irrealtà. La coreografia de Gli anni è costruita per tentare di ricucire questo strappo: l’incandescente storia di un singolo – Marta Ciappina, interprete unica per itinerario artistico e peculiarità tecniche nel panorama della danza italiana – invita gli spettatori a giocare con la propria memoria. Il corpo di Marta e gli occhi di chi la guarda intraprendono un viaggio che fa la spola tra il presente – il momento della performance, irripetibile incontro romantico – e il passato di ognuno, in una trama di andate e ritorni che confonde le storie, le canzoni e i ricordi. Su palco e platea si stende lenta l’ombra di un romanzo: l’invito è a scriverlo assieme, un’opera a cento mani che ci esorti ad attraversare le rovine guardando in alto.
7 dicembre | ore 21
KRONOTEATRO
BIG IN KOREA
La vicenda narra di una sfuggente relazione – forse un’amicizia, forse più – tra un giovane e il suo vecchio allenatore di calcio. Da decenni i due si trovano ogni domenica al campetto del paese, ma non si allenano. Parlano, studiano, sognano: non è ancora il tempo, il momento in cui potranno iniziare a giocare. Così passa la vita, sognando di trasferirsi in Korea dove, a quanto pare, c’è sempre la possibilità di iniziare una carriera: anche per un vecchio solo e depresso e un ex giovane, ormai uomo, che ha superato i 35 anni di età. La dinamica tra i due è svelata con commovente lucidità, in una storia delicata e aspra, che svela il bisogno diffuso di costruire una realtà di sogno, fittizia, immaginifica, dove finalmente non si potrà mai fallire. Così, tra i fondamentali del calcio che si mescolano a dinamiche esistenziali, tra palloni che non rimbalzano e corse con l’asma, i due esserini, confinati in una periferia più emotiva che geografica, si ritrovano vecchi – quasi personaggi beckettiani – in attesa di una vita che non potrà mai arrivare.
11 gennaio | ore 21
CUBOTEATRO
SID. FIN QUI TUTTO BENE
vincitore del premio in-box 2023
Con: Alberto Boubakar Malanchino
vincitore premio ubu 2023_miglior attore under35
Sid. Italiano. Origini africane. Quindici anni. Forse sedici, forse diciassette. Vive nel mondo drogato della società dello spettacolo. Recita. Recita sempre. Fino a dimenticare di essere Sid. Colleziona sacchetti di plastica, di carta, di tessuto, di materiale biodegradabile. Tutti, rigorosamente, firmati. Bello, intelligentissimo, raffinato lettore, perfettamente padrone delle più sottili sfumature della lingua. Ha ucciso probabilmente per noia. Sicuramente per uno scopo più alto. La sua storia, è un film “senza montaggio”, un torrenziale monologo per batteria e voce: scorrono schegge di vita, di bullismo, di consumo, di ragazzi annoiati, dei “fuck you”, di canne, droga, desolazione, di vagabondaggi nei “templi del consumo”. Il suo pubblico il mondo. Gli outfit bianchi, come il lutto per la sua vita, scintillante perché griffata. Sid impacchetta le vite di scarto, incartandole in buste firmate. Il serial killer del futuro. La Star.
1 febbraio | ore 21
ABBONDANZA/BERTONI
FEMINA
Plaudere: captatio benevolentiae o j’accuse? Al principio fu il battito: ironico battimano, cacciatrici a stanare la preda o inizio di un rituale sabbatico. Il loop insistente e geometrico comprime ed obbliga sostenendo e generando partiture rigorosamente formali, lasciando così momentaneamente celata dell’animo muliebre l’essenza. Nello svolgimento dell’azione scorre una chirurgica autoflagellazione coreografica sempre in ascolto di un tempo comune e di condivisione. Contemporaneamente battitrici e battute, tengono conto del monito riportato da Plutarco “Batti ma ascolta!”. Con un travestimento posticcio e movenze minimali il flusso ci porta nel gioco dell’identità femminile, effeminando, maschizzando, disimbambolando le quattro interpreti. Scorporazione e incorporazione di se stesse e l’altra: due poli, due luoghi fisici sulle rive opposte dello stesso fiume. Complici del loro stesso apparire si specchiano l’una nell’altra restituendo movenze specchiate, compresse e rivestite da un accompagnamento sonoro che magnetizza e fluisce senza alcuna reale interruzione né spazio per la melodia, ma solo per l’aridità del ritmo. “Femina” è lo spazio di traduzione e allucinazione in quadro scenico di possibili forme e nomi del donnesco e femmineo mondo contemporaneo.
Anteprima 22 febbraio | ore 21
Debutto nazionale 25 febbraio 2025
MARCIDO MARCIDORJS E FAMOSA MIMOSA
LE BACCANTI
Alle soglie del quarantennale della loro avventura artistica, i Marcido tornano alla tragedia greca: una sorta di fil rouge nella loro produzione, che per la prima volta affronta Euripide dopo aver tratto dagli altri due tragici alcuni allestimenti rimasti nella storia della scena italiana. Il testo di Euripide, attraversato come d’abitudine dalla penna affilata dell’Isidori, vive in una riscrittura che trasporta la sensibilità attica nella temperie dell’oggi. La vicenda è riletta attraverso la lente del grottesco: la via dell’antica catarsi è percorsa da una spiccata dimensione ludica; trionfa il gioco del Teatro, affidato alla voce di un coro tragico che diventa Coro Marcido, catalizzatore di un’energia scenica travolgente, una voce sola, un tutt’uno con la macchina scenica che campeggia sul palco. Questa volta è il Palazzo di Penteo, l’ultima delle straordinarie invenzioni della scenografa Daniela Dal Cin: gli interpreti lo scalano, lo assediano, s’inerpicano sopra e dentro l’architettura aprendo botole e svelando meccanismi nascosti, nel segno di quella fantasia sorprendente che è il simbolo più vivo e più conosciuto del teatro dei Marcido.
15 marzo | ore 21
ALICE E DAVIDE SINIGAGLIA + AVOGADRO DR.SAMBA
CONCERTO FETIDO SU QUATTRO ZAMPE + REGULAR PANIC SHOW
Concerto fetido su quattro zampe lo abbiamo scritto passeggiando fra le vie della nostra triste città, sognato negli inverni nucleari di provincia, voluto nella casa in cui siamo cresciuti e cantato davanti a un pianoforte: lo stesso davanti al quale nostra madre ci ha insegnato a suonare. Adesso vogliamo portarlo su un palco. Portare noi stessi su un palco. Fratelli, musicisti, uomini, animali. Nella desolazione della città in cui siamo cresciuti chiediamo aiuto agli animali che siamo. Ci vengono in soccorso L’animale che dunque sono di Jacques Derrida e l’album Destroy the Enemy dei DSA commando, gruppo rap dei primi anni 2000, cani sciolti venuti fuori dalla nostra terra, liguri come noi, gente cresciuta fra il vento delle scogliere e le strade lasciate sporche dai turisti. Da questo strano connubio nasce il nostro concerto e la sua domanda è sull’animalità, sul senso della ferocia e su questa nostra maledetta evoluzione. Da due poli diversi del mondo, un rap dimenticato e un pamphlet filosofico, ci interrogano su chi dunque siamo quando siamo nudi come bestie di fronte alle bestie che siamo. Ci chiedono perché ci mettiamo lo smalto sulle zampe. Perché nessuno si annusa più il culo. Da quand’è che ha vinto il decoro. La pulizia. La sicurezza.
5 aprile | ore 21
ZEROGRAMMI
IL RACCONTO DELL’ISOLA SCONOSCIUTA
Quando uno vive, vive e non si vede (Luigi Pirandello)
Un uomo chiede al re una barca per andare in cerca di un’isola sconosciuta. Esaudita la richiesta, questi parte (o sogna di partire) per un viaggio poetico e onirico, ricco di simboli e metafore. Quello sognato o intrapreso dall’uomo è dunque un viaggio che lo condurrà alla ricerca di sé, alla coscienza di ciò che è disposto a lasciare in porto per salpare libero, un viaggio di crescita di quelli che capitano ai protagonisti di ogni fiaba per il quale gli è richiesto il più coraggioso e spaventoso degli atti di fede: abbandonare la certezza e abbracciare l’ignoto, la domanda, il mistero e l’incanto. Attraverserà, nella metafora del viaggio per mare, le sue medesime profondità, muovendo e svelando parole che non sapeva di avere, abbracciando la sua fragilità come la parte più distintiva di sé, realizzando che egli stesso è l’isola misteriosa di cui va in cerca, la domanda, il luogo eternamente sconosciuto e incollocabile poiché parte di un eterno cambiamento, viaggio che dimentica la partenza e partenza che desidera il ritorno verso o da un oltre-isola sconosciuta, invisibile che diventa concreto e raggiungibile solo nella sua raffigurazione, tensione alla scoperta, culla della memoria, crogiuolo di partenze e ritorni, identità.
BIGLIETTERIA
INTERO: 18 euro; RIDOTTO: 15 euro; GRATUITO: under 16
Abbonamento 8 spettacoli: 80 euro
Carnet 3 spettacoli: 40 euro
Info / prenotazioni / abbonamenti
349.2459042 – [email protected] – www.progettocantoregi.it