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«Con acquedotto 4.0 possiamo ridurre gli sprechi d’acqua»

Uno storico investimento da 23,5 milioni grazie al Pnrr: «La sfida è gestire le esigenze di un territorio variegato con un equilibrio tra efficienza e controllo pubblico»

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Davide Falletto, sin­­daco di Serra­valle Langhe e pre­­sidente dell’U­­nione Montana Alta Langa, è stato recentemente nominato presidente dell’Ato 4 del Cu­neese, ente responsabile della gestione del servizio idrico integrato per un vasto territorio che comprende ben 247 Comuni della provincia di Cuneo. Questa nomina av­viene in un periodo cruciale, grazie a un investimento storico di 23,5 milioni di euro per la rete idrica del territorio, che è stato reso possibile grazie ai fondi forniti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resi­lienza (Pnrr).

Quali sono le sue priorità principali come presidente dell’Ato 4, e come si inserisce il progetto “Acquedotto 4.0” in questo contesto?
«La mia priorità come presidente dell’Ato 4 è consolidare e rendere più efficiente la gestione pubblica del servizio idrico integrato in tutta la provincia di Cuneo, un territorio molto ampio e dalle caratteristiche geografiche eterogenee. L’acqua è una risorsa preziosa e al contempo vulnerabile, per questo è essenziale avere un approccio che garantisca un servizio trasparente, efficiente e di qualità. Con il progetto “Acquedotto 4.0”, grazie ai fondi Pnrr, possiamo finalmente fare un passo si­gnificativo in questa direzione. L’obiettivo è la riduzione delle perdite d’acqua, grazie all’introduzione di sistemi di monitoraggio e digitalizzazione delle reti, che ci permetteranno di individuare criticità e intervenire rapidamente».

Rappresenta una sfida anche di fronte al cambiamento climatico.

«Per la provincia di Cuneo, avere una rete idrica efficiente significa contribuire alla so­stenibilità e alla tutela am­bientale, e soprattutto assicurare ai cittadini un servizio su cui poter fare affidamento. Inoltre, dobbiamo considerare il problema crescente della scarsità delle risorse idriche, aggravato dai cambiamenti climatici, che influiscono sia sulla disponibilità dell’acqua che sulle sue modalità di gestione. È per questo che il la­voro fatto dall’Autoritá d’am­­bito negli ultimi due an­ni, e da tutto il team tecnico guidato dal direttore Roberto Ronco, è stato così determinante nel garantire che questo finanziamento potesse arrivare a destinazione. Uno dei motivi che ha convinto il Ministero a sbloccare i fondi è stato anche sicuramente il rafforzamento del gestore unico Cogesi attraverso il lavoro fat­to dal presidente Emanuele Di Caro e dal direttore An­drea Ponta, soprattutto in termini di autorevolezza».

Quali sono le sfide più complesse?

«Come prima cosa, avere una struttura tecnica solida ed estremamente competente, e la fortuna di poter collaborare costantemente con il mio vi­cepresidente Patrizia Manas­sero, che è il sindaco del co­mune capoluogo, e il presidente della Provincia Luca Robaldo, rende tutto dinamico ed estremamente produttivo. La sfida principale è quella di gestire e bilanciare le esigenze di un territorio estremamente variegato. È fondamentale per noi, come Ato 4, trovare soluzioni che possano rispondere alle esigenze specifiche di ciascuna zona senza compromettere il servizio complessivo. Il nostro scopo, alla fine, è quello di preservare la risorsa idrica per le future generazioni, e questo richiede una visione di lungo periodo e il coinvolgimento di tutta la comunità».

Per l’area Albese, Braidese e Roero quali sono le prospettive?

«Dobbiamo trovare un equilibrio tra efficienza e controllo pubblico, per garantire la qualità e sostenibilità del servizio per tutti i cittadini. Il percorso è ben avviato con la pubblicizzazione delle due società miste che sono Alpi Acque per la pianura, la zona Sa­luzzese e Fossanese e Alse, specifica sull’Alta Langa. Vo­gliamo continuare su questa linea, che si dovrà concludere entro pochi mesi, rispettando il principio imprescindibile di un gestore unico provinciale a partecipazione interamente pubblica».

In qualità di presidente dell’Unione Montana, invece, quali sono le priorità per l’Alta Langa?

«La mia priorità principale è la valorizzazione del territorio in modo sostenibile, promuovendo il turismo, ma anche garantendo servizi adeguati ai cittadini, cominciando da quelli sanitari. Dobbiamo la­vorare anche sulle funzioni associate, quindi sul dare il supporto alle criticità che hanno i piccoli centri, che molto spesso si trovano a dover condividere del personale con altri tre, quattro co­muni, sia dal punto di vista finanziario che sulla parte tecnica. La carenza di tecnici è drammatica. E quindi lavoreremo per aiutarli a fare rete».

Ci sono segnali positivi.
«La Giunta è estremamente disponibile, preparata e competente, i sindaci stanno prendendo consapevolezza di un territorio che sta crescendo, il personale dell’Unione è a dir poco eccezionale e li ringrazio tutti a partire dalla dottoressa Carla Bue. Dal punto di vista organizzativo stiamo completando quattro nuove assunzioni a tempo indeterminato, dopo che si sono svolti i concorsi e sono uscite le relative graduatorie. Una bella risposta in pochi mesi per il nostro Ente, che sta crescendo e in cui aumentano anche le esigenze e le necessità».

Recentemente ha convocato una giunta aperta con Re­gione, Provincia, enti locali e sindaci per creare un Os­servatorio che monitori la si­tuazione dell’ex Acna di Cen­gio.

«L’idea di lavorare per la creazione di questo strumento nasce come risposta alla necessità di tenere alta l’attenzione sui rischi ambientali legati all’ex Acna di Cengio, un sito industriale che ha lasciato cicatrici profonde nel nostro territorio. Con l’Os­servatorio punteremo a monitorare costantemente la situazione ambientale e sanitaria, garantendo che vengano eseguiti controlli regolari e ag­giornati. L’Osservatorio rappresenterà un impegno concreto verso la comunità e verso tutti quei Comuni coinvolti direttamente, indipendentemente dalla loro appartenenza all’Unione Montana Alta Langa. La creazione di un Osservatorio rappresenta so­prattutto un metodo di lavoro che io reputo fondamentale».

A cosa si riferisce?

«Al beneficio di lavorare a stretto contatto con gli enti e le istituzioni in maniera costruttiva e collaborativa. E di questo ringrazio la Re­gione, sempre molto presente sul territorio con il presidente Alberto Cirio e gli assessori di riferimento, la Provincia, che con il presidente Luca Ro­baldo e il consigliere Massimo Antoniotti, garantisce una vicinanza continua, senza dimenticare chi l’Alta Langa la presidia in prima linea, che sono i sindaci coinvolti direttamente nella gestione del territorio».

Articolo a cura di Daniele Vaira