Il tunnel bis del Colle di Tenda è una delle più grandi opere del nord Italia. Ma anche una telenovela. Il cantiere era stato posto sotto sequestro nel 2017, dopo che la Procura di Cuneo aveva iscritto 17 persone nel registro degli indagati con l’accusa di furto aggravato e frode in pubbliche forniture per il materiale utilizzato. Nei giorni scorsi sono comparse nuove nubi dopo l’interdittiva antimafia per Cogefa, colosso delle grandi opere che fa parte del consorzio stabile Edilmaco di Torino e che sta eseguendo i lavori nella galleria sopra Limone. L’impresa è finita nell’inchiesta delle Direzioni distrettuali antimafia di Torino per presunte infiltrazioni della ‘ndrangheta. Il rischio è che si sospendano una volta di più i lavori di un’opera che sembra non conoscere mai fine. In questo senso Cogefa ha già annunciato il ricorso al Tar per chiedere una sospensiva e dimostrare la completa estraneità ai fatti contestati.
Nel frattempo si è si è mossa anche la Regione Piemonte, con la richiesta firmata dal governatore Cirio e dall’assessore Gabusi e indirizzata all’Anas per valutare il commissariamento dell’azienda e non pregiudicare l’andamento del cantiere: «Abbiamo verificato che esistono le condizioni per la nomina di un commissario che consenta di non fermare i lavori. Dopo aver parlato con la Prefettura di Torino e con il commissario Prisco è emerso che il provvedimento di interdittiva prevede questa possibilità». E a proposito della Torino-Lione, «per i lavori collegati alla Tav opera già l’organo di vigilanza binazionale che, oltre all’Italia, include anche il governo francese. La legalità viene prima di tutto e questo provvedimento dimostra che la vigilanza, quando si parla di grandi opere, non deve mai venire meno – scrivono Cirio e Gabusi -. Come rappresentanti del territorio auspichiamo che si individui quanto prima una soluzione che consenta la prosecuzione dei lavori per opere che il Piemonte attende da troppo tempo». Vedremo i nuovi sviluppi.
Un altro intoppo al tunnel del Tenda
Cogefa finisce nell’inchiesta antimafia, la regione punta al commissariamento per non fermare i lavori