Una nuova avventura per Fabrizio Brignone che esce in questi giorni con il nuovo libro “Nella foresta della nebbia”, editore Il Ciliegio. Brignone, 50 anni, di Cuneo, è scrittore e giornalista professionista, redattore del settimanale cuneese La Guida, dove ha iniziato come collaboratore nel 1994. Ha anche lavorato con il gruppo Il Sole 24 Ore e con l’agenzia giornalistica Agi.
Da cosa nasce l’idea di questo nuovo romanzo?
«“Nella foresta della nebbia” nasce dalla necessità di scrivere una favola ispirata al rispetto dell’ambiente ed è dedicata a mio figlio Giuliano che ora ha 6 anni. Molti spunti sono arrivati dalle lunghe camminate spingendo il passeggino che abbiamo fatto io e lui. La scrittura, poi, segue i propri percorsi e spesso sorprende: così ha preso vita un più ampio racconto di formazione, ispirato anzitutto a tre “A”, ambiente, amicizia e audacia».
Che cosa narra la storia?
«La storia è quella di due amici, che poi diventano tre, e del loro viaggio attraverso la foresta in cui vivono, metafora del mondo e della comunità umana. Vogliono cercare di capire e di sconfiggere la nebbia, che in questo caso rappresenta l’inquinamento, per certi versi anche l’indifferenza. Nel loro viaggio sono tanti gli incontri, con i diversi abitanti della foresta (umani, animali e vegetali), da quelli più positivi ad alcuni inquietanti e altri un po’ strani: tutti, però, potranno insegnare qualcosa ai ragazzi, aiutandoli a riflettere su aspetti particolari del loro andare e – perché no? – del loro crescere. Un viaggio coraggioso, verso una meta sconosciuta, supportato dalla determinazione e soprattutto dalla forza dell’amicizia e della fiducia reciproca: insieme, i protagonisti riusciranno a superare ostacoli e pericoli. Si tratta di un testo molto immaginifico, dominato dalla fantasia che diventa allegoria, per trasmettere attraverso personaggi e situazioni una serie di messaggi. Per raccontare aspetti dell’animo umano, nel collettivo e nel personale, nel rapporto con gli altri e nel confronto con noi stessi, con le nostre emozioni. E così Schaft e Kruefter, a cui poi si unisce Schuster, incontrano via via la scimmietta che ripete, i giocatori di carte, il serpente, le formiche, i lupi, i corvi colorati, Ragnidea e Retroca, il francese, gli alberi custodi, la maga delle facce e molti altri, fino alla radura dei vulcanelli della nebbia e alla conclusione della storia, per la foresta e tutta la sua grande famiglia. Un susseguirsi di incontri, una storia in cui non mancano sorprese e magie, un puzzle in cui ogni tessera può portare con sé anche un significato ulteriore, a seconda dei livelli di lettura, per i ragazzi e non solo. Alla base di tutto ci sono valori forti: l’amicizia e la cura dell’ambiente, ma anche l’altruismo, il coraggio, la grinta e l’inventiva, e poi la pace, la tolleranza, il rispetto per le differenze e l’attenzione alle esigenze dell’altro; fino alla bellezza e alla forza della collaborazione per raggiungere obiettivi difficili, all’apparenza impossibili, ma capaci di rendere unico e speciale il cammino di crescita personale».
È un romanzo per ragazzi?
«È nato come romanzo per i più giovani, in realtà è adatto e si legge a tutte le età. Si tratta di un libro davvero nuovo per me, perché pur rimanendo nella narrativa ho voluto confrontarmi con un genere molto diverso dai precedenti. Qui l’ispirazione era quella di scrivere una favola dedicata al rispetto dell’ambiente, un racconto di fantasia che invece nelle sue fasi di stesura è “cresciuto” e ha cambiato pelle, acquisendo i tratti di un romanzo di formazione. Nelle prime presentazioni ho visto interesse in un pubblico di tutte le età. Ciascuno dava una chiave di lettura diversa agli spunti che arrivano dal romanzo. La nebbia che avvolge la storia del romanzo per me è l’inquinamento ma anche l’indifferenza. Una ragazza mi ha detto che lei la interpretava come la disinformazione, il voler troppo spesso far credere quello che in realtà non è. Il personaggio della Retroca, l’oca che guarda sempre indietro, per me rappresenta chi non riesce più a vivere senza la persona amata, ma una signora mi ha detto che si immedesimava molto in questo personaggio perché rappresenta lei che non sa più cosa fare senza il suo lavoro ora che è andata in pensione. Le mie metafore scatenano le fantasie del lettore ed è proprio quello che volevo».
Quali sono i temi su cui è incentrato il romanzo?
«Innanzitutto l’amore per l’ambiente, la forza dell’amicizia grazie alla quale si vince tutto e il rispetto dell’altro e della diversità».
Quali libri ha scritto prima di questo romanzo?
«Mi sono dedicato a saggi di economia, poi un’antologia di racconti, nata dopo i miei due viaggi a New York, che si intitola “La ragazza con i tarocchi e altri racconti newyorkesi” e infine il romanzo “Ultimo minuto”. Mi sono dedicato anche ad un saggio sulle canzoni di Vasco Rossi e Ligabue. Spesso vengono contrapposti, io invece li ho amati e li amo tutti e due».
Le prossime presentazioni di “Nella foresta della nebbia”?
«Il 7 novembre sarò alla scuola media di Dronero e Valle Maira per un incontro nella rassegna “Il ponte del dialogo”. Il 22 novembre alle 21 andrò a Villafalletto, il 23 a alle 18 sarò a Fossano alla libreria Le Nuvole, infine il 29 novembre alle 21 andrò a Costigliole Saluzzo. Questo tanto per cominciare, poi organizzerò il calendario dell’anno prossimo».