IL FATTO
Circa 800mila persone spiate da un’agenzia investigativa: il caso del dossieraggio illegale ha aperto molti interrogativi sul tema della sicurezza cibernetica. Che Cosa rischiamo?
Secondo la procura di Milano, sono state più di 800mila le persone spiate dalla Equalize, società di investigazione al centro dell’inchiesta che ha portato a smantellare una presunta associazione per delinquere finalizzata al dossieraggio illegale tramite l’accesso a più banche dati riservate. Il numero (800mila) compare in un’intercettazione presente negli atti dell’inchiesta.
«Qui siamo di fronte a un’organizzazione fortemente strutturata – ha dichiarato Alessandro Curioni, docente di sicurezza dell’informazione presso l’Università Cattolica di Milano -, una realtà capace di organizzare un autentico business molto remunerativo. Si parla della possibilità di accedere a tutto lo Sdi (Sistema di Indagine Interforze). Erano coinvolti degli amministratori di sistema, gente che faceva la manutenzione a questo sistema e che quindi aveva privilegi altissimi sui sistemi. Dossieraggio, divulgazione di informazioni riservate, possibilità di creare fake news basandosi su notizie vere, depistaggi». Con tanto di “clonazione di un indirizzo del quirinale” stando a quanto si legge in un passaggio del fascicolo: «Probabilmente più che di clonazione bisognerebbe parlare di “spoofing” – spiega Curioni -, tentavano di utilizzare quell’indirizzo falsificato per ingannare i destinatari, facendogli credere che il mittente fosse chi doveva essere».
L’argomento è stato di grande attualità negli ultimi giorni perché si tratta di un settore decisamente redditizio, con una domanda molto forte. L’esperto conferma: «La domanda è fortissima, l’informazione è il petrolio del 21esimo secolo. Si converte il denaro in minuti. Il pericolo per la democrazia è un po’ quello che dicevo prima: fake news, manipolazione dell’opinione pubblica. Non dimentichiamoci cosa accade con il Russiegate negli Stati Uniti, con la Brexit. Non dimentichiamoci di cosa disse l’amministratore delegato di Cambridge Analitics, ‘un presidente è come un dentifricio lo puoi vendere se hai le informazioni giuste’».
Ora il problema è capire se esistono misure legislative o tecniche che possono mitigare questo fenomeno. Curioni afferma che «ci sono. Le misure tecnologiche esistono, c’è la possibilità di monitorare, poi sicuramente c’è un problema di carattere legislativo: penso agli amministratori di questi sistemi, forse devono avere dei diritti un po’ ridotti. Sia in termini di privacy, sia in termini di possibilità di controllo della loro attività lavorativa».
L’esperto, ai microfoni di La7, ha aggiunto altri particolari inquietanti: «La vera preoccupazione che dovremmo porci è legata al mondo degli oggetti smart che sempre più ci circondano, dal frigorifero intelligente alle caldaie. Recentemente abbiamo visto i cercapersone esplosi… Guardate che in questi elettrodomestci l’esplosivo è già dentro. Nel caso delle caldaie smart se la smonto e guardo al software, basta disabilitare la sicurezza perché diventi pericolosa».