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«Il gioco intelligente tira fuori la nostra voglia di esplorare»

Marco Tonti, presidente dell’Ordine della Rocca, presenta la fiera ludica in programma nel weekend

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Marco Tonti è il presidente dell’Ordine della Rocca, la vera e propria “regia” di Ticket to Bra: sabato 16 novembre (dalle 9,30 alle 22) e domenica 17 novembre (dalle 9,30 alle 19) al Movicentro di Bra (in via Trento e Trieste 6, accanto alla stazione ferroviaria), due intere giornate di gioco, durante le quali sarà possibile addentrarsi in sfide emozionanti, testando le proprie doti strategiche e di pianificazione. Con l’obiettivo di diffondere la passione per il gioco da tavolo moderno co­me momento di aggregazione tra giovani, adulti, amici e famiglie. Ci siamo fatti raccontare il ricco weekend alle porte e, con l’occasione, due “segreti” sull’associazione lu­dica di Bra.

Siamo agli sgoccioli, nel weekend ci sarà Ticket to Bra.
«È la seconda edizione, ormai è diventato un evento comunale e calendarizzato. Ab­biamo voluto alzare l’asticella e da evento volontaristico per le famiglie e per giocare, è stato trasformato in una vera e propria fiera. Spazi per famiglie e bambini per i giochi in scatola, ma anche la possibilità di fare tornei con la regia di Big (Board Italian Gamers, ossia una lega che gestisce i campionati nazionali ufficiali dei principali giochi da tavolo giocati nel panorama ludico italiano, ndr). Degli autori porteranno i loro giochi, da provare e da acquistare; dedicheremo un piano alla Cranio Creations, una casa editrice di giochi da tavolo. Un negozio gestirà la vendita di tutti i giochi in scatola dell’evento; la zona Gdr, il quizzone nel weekend. Sarà presente un’area ristoro, una all’interno del Movicentro e una all’esterno. Tanti volontari, di più associazioni, collaboreranno insieme con una maglietta che abbiamo fatto fare per l’occasione con il focus di aiutare e ovviamente divertirsi. Preve­diamo dalle 5.000 alle 7.000 persone, un afflusso di prim’ordine».

Nulla sarebbe possibile senza l’Ordine della Rocca: è così?

«Siamo un’associazione ludica culturale e no profit. Ci definiamo punto d’incontro tra giovani e adulti per attività ludiche classiche e moderne al fine di promuovere il gioco intelligente. Ci siamo da 20 anni e vantiamo una certa esperienza nel settore, con una vivace attività nel settore nazionale con la partecipazione a tutti gli eventi più importanti. Facciamo cultura, se­guiamo progetti in sinergia con il Comune di Bra e con i bandi nazionali. Da un paio d’anni, ci dedichiamo al progetto scuole che ha avuto successo. Siamo riusciti ad entrare negli ambienti scolastici cuneesi, elementari e medie. Con alcune ore mattutine a noi dedicate, con una parte ludica e didattica dei giochi. Facciamo lezione con i giochi in scatola».

Avete un momento di ritrovo settimanale, come realtà associativa.
«Sì! Oltre all’aspetto volontaristico, non abbiamo dimenticato le basi e le origini. Ci ritroviamo tutti i giovedì sera per giocare, insieme, in via Regina Margherita in frazione Pol­lenzo di Bra e a partire dalle 20. Abbiamo la fortuna di avere una bellissima sede in stile medievale e funzionale».

Onori e oneri dell’essere presidente?
«Dico sempre che è facile presiedere una realtà come la nostra. Siamo un gruppo di persone molto mature, poche ma buone. Siamo una sessantina di soci, attivi, propositivi, vogliosi. Sento grande coinvolgimento, grande maturità. Siamo una squadra più che un’associazione, da solo po­trei fare ben poco. Come si dice? L’unione fa la forza».

Come nasce questa passione per il gioco da tavolo e di ruolo?
«Intanto, è un passatempo sano. Migliora le persone, coltiva i rapporti umani e le amicizie. Sei seduto a un tavolo e devi interagire. La considero una soluzione economica, perché con 15 euro all’anno di iscrizione associativa, in media si hanno 50/60 serate all’anno già infiocchettate. Però oltre all’aspetto economico, il gioco intelligente sa far fare un salto di qualità al giocatore e ai giocatori, sa catturare la sua attenzione e il suo spirito da esploratore, curioso, avventuroso. E lascia sempre un retrogusto culturale».