Con la doppietta segnata al Valvermenagna domenica 17, nell’undicesima giornata del girone F di Prima Categoria, Fabio Bosio ha raggiunto un traguardo storico con il Marene: le 100 reti in partite ufficiali.
Un numero importante, anche perché bomber Bosio è nato e cresciuto a Marene, guidandola fino alle posizioni di vertice di Prima Categoria.
Il tutto, nonostante un infortunio che ne ha condizionato gli ultimi anni: “Questi 100 gol arrivano in un momento nel quale ho ancora degli alti e bassi con il mio ginocchio malandato, quindi sono un’iniezione di fiducia in più che mi stimola a continuare a tenere duro e a cercare nuovi obiettivi. Quali? Soprattutto quelli di squadra. Vorremmo vincere il campionato, provando a portare la squadra del mio paese in una categoria in cui non è mai stata”.
Quando si raggiungono certi traguardi è anche giusto guardarsi alle spalle, celebrando i gol più belli: “Nei miei primi anni a Marene si giocava soprattutto per la salvezza. Eravamo alla penultima giornata e segnai il gol del 3-2 contro la Vicese, che ci regalò la permanenza in categoria. Era il 2014/15. Fu un’emozione bellissima. Poi, ricordo con piacere il gol nel derby con la Saviglianese nel 2020/21, sempre sentitissimo, anche perché prima era impossibile disputarlo vista la distanza di categoria tra le due squadre in passato. Vincemmo in casa e c’erano tantissime persone a vederci. Lo ricordo come fosse oggi”.
Non solo singoli gol. Bosio ha vissuto a Marene anche annate memorabili: “Come dimenticare la stagione da capocannoniere, annata 2017/18. Arrivavamo da campionati da salvezza e quell’anno disputammo una grande stagione. Vinsi la classifica cannonieri con 25 gol e centrammo i playoff per la prima volta nella storia della società. Un anno veramente bello, con un bel gruppo”.
Tanto calcio, quindi, ma la dedica non può che andare a chi vive la quotidianità con Fabio: “Dedico questo traguardo a mia moglie, che mi ha sempre sopportato in questi anni, e a mia figlia, che è nata quest’anno e a cui sottraggo tanto tempo con il calcio. Almeno, che ne valga la pena!”.