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La grande importanza della tartuficoltura per tutto l’ecosistema

Nell’ambito della Fiera, ad Alba si è parlato anche del legame tra il Tuber magnatum Pico e la biodiversità

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Un incontro per celebrare un’eccellenza culturale e naturale. Nell’ am­bito della 94ª Fiera In­ternazionale del Tartufo Bian­co d’Alba, si è tenuto presso la Sala Riolfo un im­portante ap­puntamento dedicato alla tartuficoltura piemontese. L’e­ven­to, inserito nel progetto “I nodi del bo­sco. Percorsi di sostenibilità dalla gestione forestale all’uso del legno”, ha approfondito il tema della ge­stione del patrimonio tartufigeno in regione, con un’attenzione particolare al riconoscimento della “Cerca e cavatura del tartufo in Italia” quale Pa­trimonio Culturale Immate­ria­le dell’Umanità.
Dal 2021, la tradizione della “Cerca del tartufo” è tutelata dall’Unesco come esempio unico di equilibrio tra uomo e natura. Questa pratica antica, che combina conoscenze am­bientali, tecniche tramandate oralmente e il legame profondo tra il cercatore e il suo ca­ne, garantisce la conservazione della biodiversità e la rigenerazione stagionale delle specie di tartufo. Non si tratta solo di una ricerca: è un’ espressione culturale che unisce generazioni e territori, va­lorizzando le specificità rurali e alimentando un senso di comunità. La Fiera celebra, oltre al pregiato fungo ipogeo, anche il legame profondo tra questo prodotto e il territorio, rappresentando un punto di riferimento per esperti, ap­passionati e turisti e creando un ponte tra tradizione e innovazione. Il tartufo, oltre al suo valore economico, è un simbolo di identità per l’albese, che ha saputo trasformare una risorsa naturale in un elemento distintivo della propria cultura. Così, la tartuficoltura, si sviluppa come strumento di sostenibilità.
Durante l’incontro, esperti e rappresentanti istituzionali ne hanno affrontato diversi aspetti: dalla tutela delle aree boschive al ruolo della Re­gione Piemonte nel promuovere una gestione sostenibile delle risorse naturali. Tra i temi trattati, spiccano il calendario della raccolta, il legame tra tartufi e biodiversità, e le tecniche per preservare l’ecosistema. Momenti di rilievo sono stati gli interventi di Marco Gallo, assessore regionale alla tutela della biodiversità, e Antonio Degiacomi, presidente del Cen­tro Na­zionale Studi Tar­tufo, che ha sottolineato come la tradizione della cerca rappresenti un valore culturale e ambientale da proteggere. Tra i relatori, Enrico Gallo e Flavia Righi, del settore forestale della Re­gione Piemonte; An­drea Ebo­ne e Igor Boni di Ipla (Istituto per le piante da legno e l’ambiente); Riccardo Bro­cardo, del settore regionale Valo­riz­zazione del sistema agroalimentare e tutela della qualità moderati da Francesco Ta­gliaferro.
L’evento, come detto, è inserito nel più ampio progetto “I nodi del bosco” promosso dalla Regione per sensibilizzare sull’importanza della ge­stione forestale sostenibile. Le attività previste mirano a formare una rete informativa che coinvolga professionisti del settore forestale e comunità locali, favorendo lo scambio di conoscenze e buone pratiche. La tartuficoltura, in questo contesto, diventa una pratica simbolo di equilibrio ecologico e sviluppo rurale. L’in­contro ha anche ribadito il ruolo centrale del tartufo nel definire l’identità del Pie­monte e dell’Italia, rinnovando l’impegno collettivo verso la sua tutela.
Intanto la Fiera prosegue il suo corso tra appuntamenti imperdibili, gusto, riflessioni. Ve­nerdì 22 novembre la giornata si apre con un incontro d’eccellenza al Forte di Bard, alle 18, dove lo chef Luigi Ta­glienti esplorerà l’abbina­men­to tra la Fontina Dop e il Tartufo Bianco d’Alba, un’e­spe­rienza culinaria unica per celebrare due simboli della tradizione gastronomica italiana.
Alle 10,30, al Castello di Rod­di, si terrà un corso di cucina dedicato ai piatti della tradizione a base di uova, perfetti per esaltare il profumo del tartufo. Sabato 23 novembre vede protagonista il Mer­cato Mondiale del Tartufo Bianco d’Alba, aperto dalle 9,30 alle 19 nel Cortile della Maddalena. Qui si potrà ac­quistare il tartufo direttamente dai venditori presenti, con la supervisione e il supporto della Commissione Qualità, i migliori prodotti agroalimentari del territorio e i pregiati vini di Langhe Monferrato e Roero. Lo spazio accoglierà anche due esclusivi cooking show: alle 11, lo chef stellato Davide Palluda, alle 15, Fe­derico Fusca, e alle 18, lo stellato Raffaele Lenzi, proporranno interpretazioni cre­ative del tartufo. Nel pomeriggio, gli amanti del vino po­tranno scoprire i Cru del Ba­rolo in una degustazione guidata alle 16,30 presso il Con­sorzio Albeisa. Analisi sensoriale del tartufo, mercato del­le terre Slow Food e Langhe e Roero in piazza completano l’offerta. Per le famiglie, Alba Truffle Bimbi offre attività di­dattiche alle 11, 13,30, 15,30 e 17,30. Domenica 24 prosegue il Mercato Mondiale del Tartufo con due nuovi cooking show alle 11 con lo chef stellato Andrea Larossa e alle 18 con chef Matteo Milandri. Al Castello di Roddi, oltre alle visite guidate, si svolgerà un’analisi sensoriale del tartufo alle 16,30, un’occasione unica per apprezzarne le sfumature aromatiche. La giornata si chiude con la Cena di Solidarietà all’Osteria Sociale Montebellina, curata dallo chef stellato Ugo Alciati e promossa dal progetto Emmaus insieme a “Coj – More than food”.
Nei tre giorni, gli appassionati d’arte potranno visitare Pa­lazzo Irreale, dove l’installazione di Patrick Tuttofuoco sa­rà accessibile su prenotazione, e il Mudi – Museo Dio­cesano, aperto nel pomeriggio. Per chi ama immergersi nella storia e nei misteri della città, sono disponibili una caccia all’indizio nelle vie del centro e il suggestivo tour guidato Alba Walking Tour e Al­ba Sott­erranea. La giornata si chiude con le visite alla mo­stra “Im­pronte di Luce” di Giu­seppe Penone presso la Fon­dazione Ferrero e all’opera restaurata “Madonna della Bocciata” esposta al Palazzo Banca d’Alba. Domenica la Fon­dazione Casa Artusi celebra la figura di Pellegrino Artusi, gastronomo e autore del celebre libro “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene”, uno dei testi fondamentali per l’identità gastronomica nazionale e per la cucina, come la intendiamo oggi.

Articolo a cura di Erika Nicchiosini