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L’opinione di Rita Trombin

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IL FATTO
L’uomo moderno trascorre la maggiorparte del suo tempo in ambienti chiusi.
Ma quanto è invece importante per la nostra salute, stare a contatto con la natura?

Gli italiani trascorrono il 90% del proprio tempo all’interno di spazi chiusi. Il dato arriva dall’Accademia Italiana di Biofilia (Aib) che lo ha presentato, assieme ad altri, all’evento “La connessione con la natura per il benessere sociale, ambientale ed economico” che si è svolto alla Camera dei deputati. Biofilia significa letteralmente “amore per la vita”.
Tutto questo si riflette nel nostro desiderio di stare all’aperto, in luoghi verdi e rigenerativi come il mare e i parchi. Tuttavia, oggi oltre il 55% della popolazione mondiale vive in aree urbane, e questa cifra raggiungerà il 70% entro il 2050. La disconnessione con la natura è recente rispetto alla nostra storia evolutiva: per oltre il 99% della storia dell’umanità, siamo stati a stretto contatto con la natura. Solo negli ultimi 200 anni, con l’industrializzazione, ci siamo distaccati dalla natura, con conseguenze sulla salute.
Chi vive vicino a spazi verdi ha un rischio ridotto del 25% di sviluppare malattie croniche, mentre i bambini in aree con poca natura hanno fino al 55% in più. Ma perché il bisogno di natura è fondamentale? «Anche un piccolo contatto con la natura – spiega Rita Trombin, presidente dell’Accademia italiana di Biofilia – può avere effetti significativi: la vista di alberi dal letto d’ospedale accelera i tempi di guarigione del 18%, riduce l’assunzione di antidolorifici del 22% e diminuisce il 53% dello stress acuto. La biofilia è quindi una chiave per il benessere umano e la sostenibilità, spingendoci a compiere scelte di vita più consapevoli. La connessione con la natura diventa un modo per preservare l’ambiente, integrando il nostro stile di vita con la natura di cui abbiamo bisogno per prosperare».
Non si tratta solo di aggiungere piante in casa o in ufficio, ma di progettare ambienti che integrano elementi naturali come luce, colori e materiali, per favorire il benessere delle persone. Questo approccio soddisfa il nostro bisogno innato di natura, trasformando gli spazi in luoghi rigenerativi e salutari.
Come si applica il biophilic design? «Pensiamo a un ufficio inondato di luce naturale – spiega Trombin – con grandi finestre che offrono una vista sul verde e piante che purificano l’aria. Studi scientifici hanno dimostrato che questi elementi possono migliorare le relazioni, aumentare le performance fino al 25%, ridurre lo stress del 37% e favorire la creatività del 15%. Il biophilic design ha un impatto positivo anche sulla sostenibilità, promuovendo l’uso di materiali locali e il risparmio energetico. Inoltre, crea spazi che favoriscono il benessere di chi li vive e una connessione profonda con la natura. Questo approccio deve essere portato in tutte le tipologie di luogo, dalla scala micro, come i prodotti di interior design, alla macro come le città, dove il biophilic design è in grado di aumentare le interazioni sociali del 64%, riducendo la criminalità del 13% e aumentando il valore immobiliare fino al 20%. Non a caso, i luoghi biofilici sono tra i più amati da tutti».