Home Articoli Rivista Idea «Superata la malattia ho capito l’importanza di vivere l’attimo»

«Superata la malattia ho capito l’importanza di vivere l’attimo»

La conduttrice di “Diario del giorno”: «Le trasmissioni di politica sono più difficili, c’è aggressività. Le opinioni vanno rispettate, ma non sopporto le falsità. Doveri e diritti sullo stesso piano: la parità tra uomini e donne passa da qui. L’amore? Succede se tu lo fai accadere. Ad Alba un tempo venivo spesso in questo periodo»

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La vita da conduttrice di una striscia televisiva quotidiana co­me “Diario del giorno” impone una dedizione pressoché totale, ritmi serrati e poco spazio per altre questioni. Sabrina Scampini lo sa bene e se aggiungiamo che due settimane fa è stata anche vittima di un tamponamento, il quadro è completo: «Nulla di grave, solo che quel poco tempo libero residuo che avevo ancora a disposizione, devo ora dedicarlo interamente a sedute di fisioterapia e controlli ortopedici. Così non posso neppure fare un po’ di sport che per me è come una droga, non vorrei mai farne a meno».

Immaginiamo quindi che non avrà neppure avuto il tempo di fare un salto ad Alba, ultimamente…
«Proprio così, purtroppo. C’è stato un periodo in cui, almeno una volta all’anno venivo nella zona di Alba nel periodo dei tartufi. Il mio posto preferito è sempre stato da Ugo Alciati, a Fontanafredda. Poi ho vissuto per molti anni a Roma e mi sono allontanata ma siccome amo la campagna, andavo spesso in Maremma che è una versione un po’ più calda delle Langhe».

Tra gli altri suoi impegni ci sono le presentazioni dei libri. L’ultima è stata con Antonella Boralevi per il suo “L’amore può succedere”.
«È stato divertente, capita raramente che mi chiamino per parlare di romanzi d’amore, ho fatto sempre molta cronaca, di tutti i colori, tranne che rosa. Il concetto è che l’amore succede se lo lasci accadere, se permetti di provarlo e ti butti in situazioni non ancora immaginate».

Anche lei ha scritto un libro qualche anno fa. Si intitola “Perché le donne valgono”.
«Ed è più vicino al tema di un’altra presentazione che ho fatto in questi giorni, quella con Tiziana Ferrario raccontando le donne tra fine ’800 e inizi ’900 tra scioperi e primi diritti. Abbiamo parlato della parità che non c’è ancora a livello economico e sociale, dei motivi per cui non avviene e cosa dovremmo fare. Ma se si pensa a come stavano le donne ai tempi della rivoluzione industriale, quando le lavoratrici erano un terzo degli uomini, direi che un po’ di strada l’abbiamo fatta».

E rispetto a quando ha scritto il suo libro, nel 2016, ci sono stati altri passi avanti?
«Vediamo sempre più donne in ruoli importanti, però in Italia si resta ancora troppo legati alla figura della donna che cura casa, figli e anziani e può anche non lavorare se il marito guadagna bene. Que­sto non accade all’estero, non è necessariamente l’uomo a dover provvedere alla famiglia. Perché non è possibile chiedere la parità senza mettere i doveri sullo stesso piano dei diritti».

Come si trova alla conduzione di “Diario del giorno”?
«Bene, non c’è mai nulla di scontato, ogni giorno seguiamo quello che succede. Il racconto è in continuo divenire e si segue l’argomento dominante».

“Quarto grado” era tutta un’altra cosa?
«Sì, e quello resta secondo me il programma in Italia dove meglio si affrontano i temi di cronaca nera. Per me era molto interessante seguire il lavoro degli inquirenti, leggevo con grande cura atti e perizie. Un lavoro che va svolto seriamente, non c’è opinione ma solo analisi di prove e indizi a carico, come farebbe appunto un inquirente. Qualcosa di molto interessante, ma anche di impegnativo perché si devono leggere anche migliaia di pagine per entrare nei dettagli di un caso. Non conduco quella trasmissione da più di dieci anni eppure ancora mi chiedono: ma tu sei quella di “Quarto grado”? Fa piacere, il programma è nato anche con me e lo considero come un figlio».

E la parentesi con “Stasera Italia”? L’abbiamo vista a volte tenere testa a qualche interlocutore polemico.
«Si tratta del programma più difficile in assoluto, perché la politica resta una cosa seria e va trattata seriamente, personalmente ho sempre cercato di farlo. Non ho una fazione, ho mie idee e rispetto quelle degli altri. L’unica cosa che mi infastidisce è quando in onda vengono dette cose che oggettivamente non sono vere. Puoi avere un’opinione, ma non puoi dire falsità. È stata una parentesi stressante, la politica è ormai molto aggressiva. Condurre quel programma era come andare in battaglia ogni sera, alla fine se ne esce segnati».

E il futuro della tv come lo vede nel confronto con gli spazi social?
«Da anni dicono che la televisione sia destinata a scomparire. Poi però continua a trainare il mondo dell’informazione. Ci sono altri mezzi e altri modi, dai canali youtube alle dirette social, però la tv è ancora viva e nel tempo saprà sicuramente ancora adattarsi al contesto».

Lei si descrive apertamente come perfezionista.
«Sì, sono molto pignola sulle cose di lavoro».

Ci permetta una domanda più ancora personale, cosa le resta del cancro che ha superato qualche anno fa?
«Un sacco di controlli da fare ogni anno. Mi ricordano di non abbassare mai la guardia. Poi resta anche un forte messaggio di vita: quando affronti queste malattie è come se ci fosse qualcuno che ti sbatte in faccia il fatto che non è scontato che tu sia qui oggi, quindi riscopri fatalmente la gratitudine, in generale, per esserci e vivere ogni attimo. È il lato positivo della questione: da quel momento, infatti, riesci a dare le giuste priorità a ciò che ti circonda, a cominciare dagli affetti».

E in questa graduatoria, il lavoro in quale posizione si trova?
«Il lavoro occupa uno spazio importante e devo dire che non ne ha mai tolto alla mia vita, semplicemente perché io sono quello che faccio. Quando mi sono ammalata ho capito che per stare meglio dovevo lavorare, dovevo es­serci. Era anche un modo per non avere cattivi pensieri».

C’è qualcosa di nuovo che vorrebbe fare in tv?
«Ho già fatto tante cose, tutte diverse una dall’altra. Adesso sono appena tre mesi che ho iniziato con il “Diario del giorno”. Nessuno arriva “imparato” e serve tempo per capire ogni meccanismo. Ciò che mi piace è la gestione del quotidiano. Se poi devo indicare qualcosa di nuovo che vorrei fare, siccome a me piacciono molto gli approfondimenti, sarebbe bello potersi occupare di un programma settimanale non in prima serata. Un programma, ad esempio, di approfondimento sulla politica americana. A me in generale piace la politica estera. Però è solo un sogno ed è anche poco realistico, in Italia non sono programmi che vanno per la maggiore».

CHI È

Giornalista, autrice e conduttrice televisiva conosciuta principalmente grazie a programmi come “Quarto grado” e “Controcorrente” sulle reti Mediaset. Attualmente conduce “Tg4 – Diario del giorno” su Rete 4. È nata il 28 agosto 1976 a Legnano, provincia di Milano. Ha due figli

COSA HA FATTO

Come autrice ha debuttato nel 2008 a “Mattino Cinque” e dall’anno successivo anche a “Pomeriggio Cinque”. Nel 2010 la prima esperienza da conduttrice televisiva, insieme a Salvo Sottile, nel programma di cronaca nera “Quarto grado”, che nasce proprio in quell’anno

COSA FA

Dopo la conduzione del talk-show politico “Stasera Italia” è impegnata con la striscia quotidiana del “Diario”, programma giornalistico che si occupa dei fatti del giorno e li analizza in studio con ospiti e opinionisti. Tra una puntata e l’altra, è impegnata anche nelle presentazioni di libri