Perché servono sempre più “ragazze col portafogli”

Se ne è discusso all’auditorium di Banca di Cherasco con Anna Granata e imprenditrici del territorio

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Esperienze personali – sul lavoro, in famiglia, nelle scelte di vita – ma anche ricerche sulla parità di genere che fotografano dati ancora allarmanti per l’Italia, poi la necessità di promuovere a tutti i livelli una pedagogia dell’emancipazione femminile e ancora l’importanza dell’esempio nei rapporti tra generazioni e tra generi.
Di tutto questo e di molto altro si è parlato ieri sera (giovedì 21 novembre) nell’auditorium di Banca di Cherasco, spaziando da Virginia Woolf alla “paghetta” ai figli, dalla perdurante scarsità di figure femminili pubbliche di rilievo a Lizzie Magie, la vera e dimenticata creatrice del gioco da tavola del Monopoli.
Il dibattito, in occasione del 25 novembre, la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza di genere, ha avuto per protagoniste Anna Granata, docente di Pedagogia all’Uni­versità di Milano Bicocca e autrice di “Ragazze col portafogli” (edito da Carocci), Clara Rocca (Hr Director di Dimar Spa, consigliera nazionale dell’Associa­zione nazionale Risorse umane e Direzione del personale, già presidente della Consulta Pari Op­por­tunità del Comune di Sa-vigliano), Alessia Batta­glino (imprenditrice titolare dello storico ristorante Battaglino di Bra) e Angela Corona (responsabile Hr -Persone al centro di Banca di Cherasco).
Nell’introduzione al confronto la vicepresidente di Banca di Cherasco Gaia Taricco ha spiegato che «in un incontro analogo, lo scorso anno, l’ex ministro Elsa Fornero aveva ricordato che la storia della disparità tra uomini e donne ha creato stereotipi e distorsioni, che sono ancora dappertutto, dalle scuole agli ambienti di lavoro».
Poi Elisa Truant, docente di Economia Aziendale all’Uni­versità di Torino e Consi­gliere generale di Banca di Cherasco, partendo dalla “diversity inclusion” nella responsabilità sociale d’impresa ha illustrato dati che vedono l’Italia, a livello internazionale, decisamente arretrata sul fronte della parità di genere.
Il dibattito è iniziato proprio dalle considerazioni su qualcosa di “astratto e concretissimo” come il denaro: l’Italia ultima in Europa per presenza femminile nel mondo del lavoro, il 20% delle donne occupate che lascia la professione dopo il primo figlio, il fatto che una donna su tre non abbia un conto personale e ancora famiglie che fanno sempre meno figli in un Paese con un sistema pensionistico fortemente squilibrato.
Granata ha spiegato: «Se­con­do il report del World Eco­nomic Forum l’Italia è al 79° posto nel mondo per la parità di genere, che di questo passo si raggiungerà tra più di un secolo! Nessuno vuole aspettare così tanto: serve una riflessione collettiva e un cambiamento culturale che metta al centro professioni, lavoro, formazione, istruzione, salute. Una rivoluzione condivisa da società, scuola, famiglia, associazioni, anche per infrangere un vecchio modello che obbligava le donne alla prudenza, alla pazienza, al silenzio, contrastando invece indipendenza, autonomia, libertà».
C’è quindi la necessità di vedere intorno a noi sempre più “ragazze col portafogli” per cancellare luoghi comuni e pregiudizi, per mettere in risalto la correlazione vincente tra occupazione, di­mensione familiare, soddisfazione personale, tutele pubbliche. Partendo dai piccoli gesti e dagli esempi che diamo nella vita quotidiana, da un lavoro che si ama e dalla possibilità di scegliere senza costrizioni.
Nel corso della serata è stato ricordato come da due anni Banca di Cherasco, nelle settimane prossime all’8 marzo, abbia scelto di azzerare i costi per chi, donna, apre un conto corrente in un una delle 26 filiali nelle province di Torino, Cuneo, Genova. Un’iniziativa che vuole dare concretezza alla necessità della completa emancipazione femminile.