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Tenda, uno spiraglio per la riapertura in “modalità cantiere”

L’anticipazione di Salvini e l’incontro del 2 dicembre con la Francia: «Non possiamo più aspettare»

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Il Tunnel di Tenda, infrastruttura cruciale per il collegamento tra Italia e Francia, si prepara a un appuntamento che potrebbe se­gnare una svolta. La Confe­renza Intergovernativa tra i due Paesi, fissata per il 2 dicembre, è attesa con grande apprensione dalle comunità e dalle amministrazioni locali, che da anni su­biscono le conseguenze di ri­tardi e difficoltà nella gestione del cantiere. Il territorio chiede risposte concrete e tempistiche certe dopo anni di promesse e rinvii.
Luca Robaldo, presidente della Provincia di Cuneo, ha confermato la richiesta del Comitato di Monitoraggio di essere presente alla Conferenza come ud­itore. Negli ultimi mesi, il Co­mitato ha costantemente monitorato lo stato dei lavori, sottolineando ritardi e criticità, ma an­che la necessità di una maggiore trasparenza nella comunicazione ai territori. An­che il ministro delle Infra­strutture e dei Trasporti, Mat­teo Salvini, è intervenuto sulla questione in occasione dell’assemblea dell’ An­ci a Torino: «Sul Col di Ten­da stiamo lavorando perché ci sono notizie di riapertura a brevissimo. Ho parlato con il collega francese: il si­stema dei valichi è fondamentale. Stanno lavorando sul Frejus e io ho chiesto di fare il più in fretta pos­sibile. Gli ho anche det­to che la chiusura del Monte Bianco per troppi mesi è insostenibile: la seconda canna del Bianco per noi rimane una priorità».
Massimo Riberi, sindaco di Li­mone Piemonte, ha recentemente ribadito l’urgenza di in­terventi tangibili a margine dell’incontro svoltosi nelle scorse settimane a Roma, che ha visto coinvolti l’assessore regionale Paolo Bongioanni, il viceministro alle Infrastrutture e Tra­sporti Edoardo Rixi, la dirigenza Anas, il senatore Giorgio Ber­gesio e il commissario Ni­co­la Prisco. «Abbiamo sottolineato come il nostro Comune ab­bia subito una riduzione degli incassi di circa il 40-50%. Non ci aspettiamo risarcimenti di­retti, ma abbiamo chiesto opere di compensazione, come asfaltature e interventi urgenti sulle strade comunali. Purtroppo, que­ste infrastrutture sono in pessime condizioni a causa del­le calamità degli ultimi anni», ha dichiarato. Sul fronte dei lavori, ha aggiunto: «Si parla di un’apertura in modalità cantiere entro Natale, con semafori e presidi fissi per garantire la sicurezza. È una soluzione che il co­mitato tecnico ha approvato, e siamo fiduciosi, ma vigili. Dopo anni di rinvii, il territorio non può permettersi ulteriori ritardi».
Patrizia Manassero, sindaca di Cuneo, ha evidenziato il valore economico e sociale del Tun­nel, sottolineando la necessità di chiarezza e concretezza. «Ve­diamo sempre le Conferenze In­tergovernative come mo­men­ti cruciali in cui i soggetti che hanno in mano la guida dei progetti e la gestione della spesa devono definire responsabilità e scadenze. Per noi, quella strada non è solo un’infrastruttura turistica, ma una via di comunicazione essenziale per il commercio e l’artigianato, settori che storicamente hanno rapporti intensi con la Francia e con la zona di Ventimiglia. La lunga chiusura ha penalizzato queste attività in modo estremo, causando danni reali e non semplici disagi. Il continuo rincorrersi di informazioni e rinvii ha esasperato una situazione già molto difficile, e ora è fondamentale avere certezze su tem­pi e modalità di riapertura». Ma­nassero ha anche commentato la fragilità del territorio e la complessità dei lavori. «La notizia positiva del collaudo del ponte sul rio della Cà è un passo avanti importante. Quella zona è geologicamente molto fragile, e ogni intervento ha richiesto sforzi enormi. Ora si parla di un’apertura imminente in mo­dalità cantiere, ma è essenziale capire come sarà organizzata la circolazione. Una formula alternata, con semafori, rischia di com­plicare ulteriormente gli spostamenti, specie per chi viaggia per lavoro. Tuttavia, è un primo passo che non possiamo permetterci di rimandare».
Sul versante francese, il sindaco di Breil-sur-Roya e consigliere del Dipartimento delle Alpi Ma­rittime, Sébastien Olharan, ha vi­sitato il cantiere agli inizi di ottobre, condividendo con i suoi concittadini un aggiornamento dettagliato. «Fortunata­mente, rispetto alla mia ultima visita, i lavori sono avanzati. Tuttavia, ci sono ancora molte cose da fa­re: mancano metri di volta del tunnel, metri di volta inversa, il completamento di illuminazione e reti di acqua ed elet­tricità su metà del tunnel, oltre alla pavimentazione e al rialzamento della carreggiata su tutta la lunghezza. Anche gli impianti di sicurezza, come i ventilatori, devono an­cora essere installati in gran parte. Per quanto riguarda il pon­te, il completamento e l’impermeabilizzazione richiederanno tempo. Per l’antico tun­nel, invece, si parla di una possibile riapertura nel 2028, dopo un nuovo bando di gara». La tempesta Alex del 2020, e i danni provocati sull’infrastruttura, hanno segnato l’inizio di un percorso travagliato, con ri­tardi e difficoltà tecniche legate a un territorio complesso. Il crollo del viadotto storico sul lato francese e le erosioni sul ver­sante italiano hanno richiesto una completa revisione del progetto. Il 2 dicembre rappresenta quindi un momento cruciale per il futuro del Tunnel di Tenda. Il territorio, ormai stremato, attende risposte definitive che possano finalmente se­gnare una svolta.