Patto d’Amicizia tra il Comune piemontese di Cherasco e quello ligure di Rocchetta Nervina | Cerimonia in occasione dell’intitolazione della sala polivalente del Municipio a Giampaolo (Lino) Basso

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Una grande commozione ha segnato la stretta di mano tra il vicesindaco di Rocchetta Nervina, Alina Gastaudo e il primo cittadino di Cherasco, Claudio Bogetti.

 

Un gesto che sancisce il Patto d’Amicizia tra il Comune piemontese e quello ligure. La firma del Patto è avvenuta in occasione dell’intitolazione della sala polivalente del Municipio a Giampaolo (Lino) Basso, l’ex sindaco morto improvvisamente nel settembre scorso.

 

È significativo porre questa firma – ha detto Bogetti, accompagnato dai consiglieri Sergio Barbero, Mara Degiorgis, Daniela Domeniconi e Paolo Tibaldi – proprio nella sala intitolata a Lino. L’ho conosciuto quando è venuto a Cherasco, poco tempo prima della sua morte improvvisa e so quanto ci teneva a questo Patto. Sono tanti i cheraschesi che trascorrono a Rocchetta le vacanze, che hanno qui una seconda casa. Alcuni sono originari di Rocchetta e si sono trasferiti a Cherasco, ma mantengono forte il legame con il territorio di origine. Hanno il loro paese nel cuore e hanno saputo negli anni anche coinvolgere in questo loro legame tanti altri nostri concittadini. Quindi il filo che lega i nostri due Comuni è molto forte. Ed è significativo che in Consiglio comunale la delibera di questo Patto d’amicizia sia stata votata all’unanimità“.

 

Rocchetta e il suo territorio; l’ex sindaco ne ha sempre visto le potenzialità, trasmettendo con grande entusiasmo le bellezze di questo piccolo angolo ligure.

 

Avevamo tanti motivi per cui mettere questa targa nella sala polifunzionale – ha detto il vice Gastaudo – ma ne abbiamo scelto uno che racchiude tutto, che dice chi era Lino: “uomo, cittadino, sindaco che ha creduto profondamente in Rocchetta Nervina“.

La giornata di sabato 18 aprile si è arricchita anche con due preziosi doni a Rocchetta: due defibrillatori, uno donato dai Comuni del Parco Alpi Ligure (progetto a cui l’ex sindaco aveva lavorato assiduamente e con passione) e l’altro acquistato dal Soccorso Alpino Speleologico Ligure con le donazioni in occasione dei funerali di Lino Basso. La famiglia non volle fiori, ma offerte da destinare ad un’opera di bene.