“La Regione segue la vicenda della RotoAlba e dei suoi 133 lavoratori rimasti senza reddito, da diverso tempo ormai”. Ha dichiarato l’assessore al lavoro, Gianna Pentenero, rispondendo quest’oggi in Consiglio regionale al consigliere Campo in merito al fallimento della Rotoalba, l’industria grafica cuneese che svolge la sua attività nell’ambito della stampa rotocalco, confezione e spedizione.
“L’8 ottobre 2014 presso la Regione Piemonte si era svolta la procedura dell’esame congiunto sulla richiesta di cassa integrazione guadagni straordinaria, per ristrutturazione aziendale, che ROTOALBA avrebbe presentato al Ministero del Lavoro a decorrere dal 9 ottobre 2014 e per la durata di 24 mesi. In quella sede i rappresentanti della Società dichiararono che, stante la fortissima crisi del settore, la possibilità per l’Azienda di rimanere sul mercato e proseguire l’attività era determinata dall’avvio di un programma di interventi finalizzati ad un rilevante potenziamento delle attrezzature con conseguente rinnovamento tecnologico, per il quale l’azienda avrebbe investito oltre un milione di euro.
Ma la Società, anziché operare gli investimenti previsti, aveva richiesto l’ammissione al concordato preventivo, la procedura attraverso la quale l’imprenditore ricerca un accordo con i suoi creditori per non essere dichiarato fallito e cercare di superare la crisi in cui versa l’impresa. Una strada, questa, che avrebbe di fatto compromesso la concessione della cassa integrazione.
Avuta la conferma che l’Azienda non solo non aveva operato alcun investimento, ma che non era stata neppure ammessa al concordato preventivo – ha concluso l’assessore – la Regione ha ritenuto di convocare immediatamente le Parti al fine di procedere ad una variazione di causale sulla richiesta di cassa integrazione. Soltanto in questo modo, anche nella prospettiva di una successiva eventuale dichiarazione di fallimento, sarebbero state salvaguardate le mensilità pregresse dei lavoratori. Dunque lo scorso 22 maggio presso l’Assessorato al Lavoro è stato sottoscritto un verbale di esame congiunto nel quale si è convenuto che la causale di cassa integrazione guadagni straordinaria più idonea a supportare le sospensioni dal lavoro effettuate dalla Società dal 9 ottobre 2014, fosse quella di “crisi aziendale per cessazione di attività” e non quella per ristrutturazione aziendale.
Spetterà ora al Curatore Fallimentare nominato dal tribunale verificare le condizioni previste dalla normativa vigente per presentare al Ministero del Lavoro domanda di cassa integrazione, la Regione Piemonte, tramite l’Agenzia Piemonte Lavoro, interverrà a sostegno del reddito dei lavoratori anticipando il trattamento di cassa integrazione. Va però precisato che l’attuale causale di cassa integrazione “cessazione di attività” ed eventualmente anche quella per “fallimento” hanno come presupposto per la concessione la presentazione di un piano di ricollocazione dei lavoratori coinvolti in tali situazioni”.