Fondi agricoli, Gdf sequestra beni per oltre 1 milione di euro | Un gruppo familiare di Marene percepiva illegalmente contributi europei avvalendosi di una falsa cooperativa

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I Finanzieri della Sezione Mobile del Nucleo di Polizia Tributaria di Cuneo hanno sottoposto a sequestro beni immobili e disponibilità finanziarie per oltre 1 milione di euro al termine di una approfondita ed articolata indagine a tutela del bilancio dell’Unione Europea, relativa alla percezione di aiuti all’agricoltura.

Il servizio ha permesso di accertare l’esistenza di un articolato sistema illecito facente capo ad un gruppo famigliare di Marene finalizzato alla illecita percezione di contributi erogati dal Fondo Europeo Agricolo di Garanzia (FEAGA) avvalendosi di una falsa cooperativa e di diverse società ad essa collegate.

 

Le indagini, coordinate dal Sostituto Procuratore della Repubblica di Cuneo dr. Massimiliano Bolla, hanno permesso di accertare che nel periodo 2008 – 2012 gli indagati, tutti legati da vincoli di stretta parentela tra loro, avevano formalmente ottenuto la disponibilità di vaste aree di terreni montani ubicati perlopiù in provincia di Cuneo ma anche in altre province del nord e centro Italia.

Le perquisizioni eseguite dalle fiamme gialle cuneesi presso il domicilio degli indagati e presso le sedi delle numerose società dagli stessi appositamente costituite, hanno permesso di rinvenire e sottoporre a sequestro copiosa documentazione amministrativo/contabile il cui esame ha consentito di confermare le ipotesi delittuose formulate all’avvio delle indagini e smascherare una truffa ordita ai danni dell’Unione Europea.

In particolare, la disamina della documentazione sequestrata nonché l’assunzione delle dichiarazioni di oltre 120 testimoni, ha consentito di accertare le illecite modalità di acquisizione dei pascoli alpini che avvenivano attraverso la redazione e la registrazione di documenti riepilogativi di contratti di locazione di terreni agricoli stipulati con persone risultate  totalmente ignare o addirittura decedute in epoca antecedente.

Dal 2013 la cooperativa aveva assunto un ruolo centrale per la consumazione di un ulteriore ed ingegnoso sistema di frode, consistente nell’aggiramento del divieto di subaffitto dei pascoli imposto dai bandi. In pratica, la cooperativa era utilizzata per la partecipazione alle gare per l’affitto di pascoli alpini indette dagli Enti locali, che, una volta acquisiti, in spregio al divieto, venivano in realtà dati in sub-affitto ma simulandone la concessione in uso ai soci della cooperativa.

Attraverso l’escussione di tutti gli oltre 80 soci della cooperativa, sono emersi elementi di conferma circa il carattere fittizio del rapporto associativo, che, ben lontano dal regime cooperativistico, è risultato strumentale al conseguimento dell’arricchimento personale, con il conseguente deferimento all’Autorità Giudiziaria dei quattro indagati per il reato di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e di altri reati concernenti la fede pubblica. Gli indagati si occupavano anche del reperimento dei documenti attestanti l’avvenuto pascolo, necessari per ottenere i contributi PAC. Su questo profilo si è verificata la confluenza delle indagini con il filone curato dal Corpo Forestale dello Stato.

 

A seguito delle risultanze emerse il G.I.P. del Tribunale di Cuneo ha emesso ordinanza di misure cautelari reali consistenti nel sequestro preventivo per equivalente di una somma pari ad Euro 1.769.216,02 quale profitto del reato.