Riceviamo e pubblichiamo per intero il lungo comunicato inviatoci dalla società Alba Femminile, nella persona del presidente Elio Nebiolo, con cui di fatto la squadra annuncia la propria volontà di non iscriversi al campionato nazionale di Serie B dopo 12 anni di attività.
Come Presidente della ASD Femminile ALBA, intendo comunicare alla stampa, la reale situazione delle società e della struttura che rappresento.
Inizialmente occorre fare un doveroso premesso, per tacitare false informazioni e notizie che viaggiano con il corri voce e sui social network, che vogliono la società in condizioni finanziarie fallimentari, tali da compromettere l’esistenza della stessa. NIENTE VERO!
Esiste solamente una enorme, dispendiosa e sempre maggiore fatica a reclutare sponsor, aiuti di collaboratori e fondi necessari a programmare le future stagioni calcistiche con senso e previsioni ottimistiche; noi abbiamo sempre fatto bilanci oculati e stabili, spendendo solo il necessario, ma soddisfacendo tutte le esigenze dei campionati, senza ricorrere né al credito bancario, né al credito dei fornitori, anzi ci riteniamo danneggiati da false promesse da enti pubblici che non hanno più erogato fondi stanziati, e da alcuni sponsor che hanno ritrattato gli impegni presi o che devono ancora onorare gli stessi.
Fatta la premessa, vorrei indicare i motivi per i quali la società che rappresento ha deciso di fare un passo indietro e non iscrivere la Prima squadra nel campionato nazionale di serie B e di conseguenza, abbandonare il campionato Primavera che di conserva si sviluppa contestualmente al campionato di Prima squadra.
Questa decisione, discussa, esaminata, ponderata e purtroppo deliberata, in modo unanime da tutto il consiglio, è stata presa con dolore e difficoltà e con una componente emotiva di rincrescimento non indifferente, perché azzera un lavoro di 12 anni, in continua crescita sportiva e con la costruzione di una struttura da fare invidia a tutti gli addetti al settore e presa ad esempio nelle numerose occasioni di discussione programmatiche a livello federale.
Questa incresciosa decisione, ripeto, è stata presa per una serie di svariati motivi che hanno creato un irreversibile e repentino effetto domino, incrinando certezze strutturali e morali in modo incontrovertibile, fino a farci decidere che è meglio fermarsi prima di creare maggiori danni di grave portata per l’immagine di Alba e dell’interno sistema femminile calcistico.
Più precisamente mi riferisco ai seguenti fatti:
– Conclusione e chiusura del campionato di Serie B con classifica al secondo posto e l’impossibilità di giocarsi la promozione in Serie A, a causa di due sconfitte dovute a prestazioni approssimative, imprecise e sotto livello che hanno moralmente ridotto ai minimi termini le aspettative calcistiche delle atlete;
– Sviluppo della riunione generale di tutte le atlete con i vertici societari a fine maggio, dove la direzione della società ha riscontrato nella volontà generale e quasi totale delle atlete una posizione di attesa per “guardarsi attorno” alla faccia del senso di appartenenza (che la società si aspettava) e con la volontà di eventualmente cercare un nuovo ingaggio con una squadra già militante in Serie A, addossando con poco senso di responsabilità la colpa della non promozione a difetti ambientali, strutturali e per lo scarso impegno di alcune colleghe, non pensando minimamente a mettersi in gioco loro stesse. Alcune tesserate, inoltre, molto pretestuosamente, avrebbero garantito le prestazioni a favore dell’Albese, solo se la dirigenza avesse presentato domanda di ripescaggio, che forse con molte probabilità, due mesi fa, poteva avere successo;
– Presa di posizione della dirigenza, addebitando lo stato d’animo sopra indicato ad un momento di scoramento e conseguentemente veniva progettata una serie di incontri con le tesserate per ricucire e superare il momento di demoralizzazione stagnante che la società pensava fosse la causa principale. Infatti, nella festa di fine campionato nel giorno 12 giugno 2015, le varie atlete hanno a parole ribadito un impegno futuro maggiore e una volontà a rimboccarsi le maniche per provare una nuova avventura in serie B, con buona pace generale, con buoni propositi, dove le atlete migliori dovevano invogliare con l’esempio, a migliorare la situazione generale, la condizione atletica e la crescita tecnica, con maggiore impegno e lavoro, per convincere i dirigenti ad allestire una compagine competitiva, eventualmente con alcuni nuovi innesti;
– Nel proseguo di questi intenti societari, abbiamo invece riscontrato che i buoni propositi delle atlete si sono vanificati come neve al sole, ed abbiamo saputo o visto tramite internet che alcune tesserate, con tanto di foto e articoli, pubblicizzavano il passaggio già avvenuto o da concludersi a breve, ad altre società calcistiche, senza nemmeno preavvisare la nostra società di dette volontà;
– Conoscenza e conferma che un nostro attuale dirigente accompagnatore, con elevate e responsabili mansioni, ha creato un’altra società calcistica a nostra insaputa, contando e contattando la partecipazione di nostre atlete. Questo fatto che assolutamente non demonizziamo come volontà in quanto la libertà e la democrazia (calcistica) è sempre stata un nostro vanto e un baluardo della nostra struttura, che ha contraddistinto il nostro comportamento, di non vincolare nessuna atleta; questa nascita infatti avrebbe accresciuto comunque la presenza di Alba nel mondo calcistico e poteva creare con noi sinergia e maggiori possibilità di far giocare il più possibile tutte le ragazze della nostra zona, ma il comportamento del nostro dirigente nella creazione di questa società, senza serietà e diligenza nel concordare con noi questa nuova nascita, ma usando un comportamento da “carbonaro” del 2015 ha innescato nelle nostre coscienze, grossi dubbi sul nostro comportamento troppo democratico a livello di vincoli e tesseramento, che come sovente capita, la “troppa democrazia crea anarchia”.
Alla luce di tutti questi fatti, non abbiamo più riscontrato i presupposti per continuare un impegno calcistico pari all’attuale portata e non solo a malincuore, ma con molto dolore, preferiamo accomiatarci dal palcoscenico calcistico sia per quanto riguarda la prima squadra che per la primavera, lasciando libere le atlete di accasarsi diversamente e badare senza scrupoli alle aspirazioni personali di ognuna; così facendo non danneggiamo nessuno e non rischiamo di creare i presupposti per disputare future stagioni mediocri, avare di soddisfazioni e trascinarci fino alla fine del campionato, con malcontenti totali e pesanti critiche generali che riteniamo di non meritare.
Abbiamo però deciso di continuare a coltivare il calcio femminile ad Alba, per gli albesi e i paesi limitrofi, e sostenere l’attività di formazione calcistica con le esordienti ed usare la nostra struttura solo per le giovani, in modo da non sprecare il patrimonio delle atlete locali e sperare che nel futuro ci siano le possibilità di creare una meritevole realtà calcistica femminile, basata sul maggior numero di atlete della nostra zona.
Ringrazio comunque tutti i dirigenti che mi hanno accompagnato in questa avventura, specialmente Marco Drocco e Barbaro Vincenzo, promotori fondatori della ASD Femminile Alba, il Comune con primo il Sindaco e gli assessori, che compatibilmente con i problemi degli enti locali ha partecipato finanziariamente e con persone, alla programmazione dei vari campionati, senza dimenticare gli sponsor che hanno permesso con il loro intervento, credendo nei nostri progetti, di creare dal nulla la ASD Femminile Alba.
Un ultimo pensiero va a tutti i collaboratori che hanno offerto una effettiva collaborazione materiale affinché tutta l’organizzazione funzionasse a pennello.
Mi scuso davanti a coloro che speravano nel nostro prosieguo e con un ringraziamento generale, saluto con un arrivederci, che lascia spazio magari ad una nuova organizzazione e a nuove speranza di realtà calcistiche.
Redazione Sportiva Ideawebtv.it