Prodotto artigiano è sinonimo di qualità, abilità manuale, tradizione: un mix inimitabile di ingredienti eccellenti che messi insieme danno origine a un’esperienza unica e inimitabile che i consumatori cercano e apprezzano.
Visto il periodo estivo, non è raro incorrere sovente nella dicitura “gelato artigianale”, ma quali sono le condizioni essenziali da rispettare per poter definire “artigiano” il gelato?
«Un buon gelato artigianale – spiega Giovanna Chionetti, rappresentante provinciale dei gelatieri di Confartigianato Cuneo – necessita di ingredienti sani, genuini, rigorosamente freschi, come il latte, la panna, le uova e la frutta. Ovviamente questo non basta. Per un buon gelato artigianale bisogna saper mettere gli ingredienti giusti nella corretta sequenza e nelle esatte quantità, bilanciando sapori e valori nutrizionali».
Nonostante la battaglia decennale di Confartigianato, l’Italia, patria del gelato e del diritto, non ha ancora una legge che metta precisi paletti tra le definizioni di gelato artigianale e industriale, tra un prodotto fresco e uno semilavorato. E il pericolo di abusi, come visto, è dietro l’angolo e a farne le spese sono gli ignari consumatori e gli oltre 39.000 punti di vendita di gelati artigiani con oltre 90.000 addetti.
«L’unico strumento legislativo che abbiamo a disposizione, per tutelare i nostri prodotti, – conclude la Chionetti – è la legge-quadro per l’artigianato che stabilisce quali caratteristiche una produzione deve avere per poter essere definita “artigianale”. La legge-quadro, però, non entra nello specifico delle caratteristiche del prodotto, delle materie prime da utilizzare, delle proporzioni e delle tecniche di lavorazione. Un vuoto legislativo che va colmato al più presto».