Dopo l’approvazione della delega PA prima della pausa di agosto, la scommessa è la coerenza dei futuri decreti attuativi con i principi di snellimento, semplificazione, responsabilità e meritocrazia in essa enucleati.
I due principali banchi di prova saranno il riassetto delle Partecipate e la riduzione dei termini necessari a realizzare infrastrutture e insediamenti produttivi. La pensa così Giuseppe Piumatti, Patron di Bra Servizi e per dieci anni dirigente Confapi, che continua: “Finora ci si è mossi nel senso dei tagli indifferenziati verso gli enti locali e verso i servizi reali ai cittadini, in ultimo la sanità proprio pochi giorni fa, e della sostanziale autotutela delle rendite di posizione pubbliche e para pubbliche, si vedano le Partecipate, che alzano una barriera agli investimenti innovativi e aumentano i costi fiscali su famiglie e imprese. Mi auguro, come cittadino e imprenditore, che la stessa celerità con cui si è proceduto alla più recente manovra di taglio dei fondi ai servizi socio-sanitari, con impatti che andranno verificati su un territorio come il nostro che tanto ha già versato, venga adottata per i capitoli, a oggi tabù, delle società partecipate e dei tempi burocratici imposti all’economia reale“.
Piumatti interviene sull’avvenuto varo della delega alla riforma della PA, che passerà adesso al vaglio del Governo per l’emanazione dei decreti attuativi. “Alcuni dicono che entro l’anno saranno tutti approvati. Basterebbero questi due, sugli argomenti che richiamavo prima, a imprimere un cambio di rotta verso una ritrovata e maggiore fiducia. Anche perché – prosegue l’imprenditore braidese e dirigente di categoria – è sempre dietro l’angolo il rischio che, da qui all’autunno, le più immediate esigenze imposte dalla legge di stabilità riconducano le scelte politico governative sui binari di una più urgente ricerca di risorse dalle solite voci, ossia la riduzione dei fondi ai servizi ai cittadini e alle imprese e l’aumento dei costi diretti e indiretti a carico di uni e altre“.
Dimenticando o rinviando il resto e dando a chi ne ha i mezzi per mano pubblica, ossia le Partecipate, il modo di perpetuare il proprio controllo sui mercati locali e nazionali.
“La ripresa della fiducia – è la conclusione del Patron braidese – potrà avvenire solo quando cittadini e imprenditori potranno constatare che, per le stesse attività, spenderanno meno soldi e meno tempo. Per adesso, la sola prospettiva è di dover pagare di tasca propria, oltre alle tasse, anche i servizi oggetto dei tagli governativi e le multe rese più salate da un decreto che trasforma la riscossione in una condanna fiscale inappellabile per famiglie e aziende. La riforma della PA – è la proposta finale – potrà acquisire credibilità se verrà affiancata da un fondo che vincoli ogni euro risparmiato al calo della tassazione. Altrimenti si rischia di fare la fine dello spread, che pur essendo calato non ha portato né i contribuenti a pagare di meno, né il debito pubblico a calare!“.