Con l’incentivo fiscale ai ticket elettronici e la possibilità di controllare e tracciare meglio la spesa del lavoratore, rischia di cessare la pratica di cumulare i buoni pasto per fare la spesa di tutti i giorni.
“Chiediamo al Governo e al Parlamento di liberalizzare i buoni pasto, rendendoli cumulabili e permettendo al lavoratore di spenderli anche in un’unica soluzione. Orami sono diventati un sostegno insostituibile per le famiglie che non riescono più ad arrivare alla fine del mese, un apporto fondamentale al reddito” ha dichiarato Massimiliano Dona, Segretario dell’Unione Nazionale Consumatori.
Attualmente il buono pasto non è cumulabile, né cedibile, né convertibile in denaro. “E’ giusto che non sia cedibile o convertibile in denaro, ma deve essere reso cumulabile. Anche solo per il fatto che se un lavoratore decide un giorno di saltare un pasto ed il giorno dopo di spendere due buoni insieme, non si capisce perché non lo possa fare. Tanto più che con 7 euro ti prendi a malapena un panino ed una bibita” ha proseguito Dona.
L’Unione Nazionale Consumatori evidenzia che dallo scoppio della crisi economica, nella pratica, chi non utilizza effettivamente il buono per fare un pasto nella pausa pranzo, lo cumula, spendendo tutti i buoni della settimana in una sola volta, per fare la spesa. Non si potrebbe, ma molti negozi, specie i supermercati minori, lo consentono. Anche perché, in questi casi, fanno spesso la cresta sui buoni (cosa ovviamente non consentita) trattenendo una percentuale, solitamente del 10%, sul valore stampigliato del buono. In tal modo traslano sul consumatore i costi troppo elevati delle commissioni.
“E’ evidente che questa situazione va sanata, sia stabilendo un tetto alle commissioni che pagano i commercianti, sia con controlli più stringenti, revocando la convenzione a chi fa la cresta sui buoni, sia, però, consentendo al lavoratore di utilizzare questo benefit come meglio crede, cumulando i buoni” ha concluso Dona.