Il Parco del Monviso ha avviato una serie di iniziative per offrire servizi e assistenza agli allevatori operanti nel territorio protetto, in accordo ad una visione dinamica del paesaggio alpino, dove natura e uomo cooperano in alleanza per la conservazione dei valori ambientali.
Il Parco ha promosso l’acquisto di vasche mobili da pascolo da utilizzare in loco delle vecchie e improvvisate vasche da pascolo già presenti sul territorio. Le vasche mobili consentono una migliore gestione della risorsa idrica sull’area pascolata, riducono gli sprechi idrici grazie alla presenza di un galleggiante che controlla il livello dell’acqua presente e, potendo essere spostate durante la monticazione, possono ridurre i sentieramenti provocati dagli animali in movimento dalle aree pascolate alle zone di abbeverata fisse talvolta presenti nei pascoli alpini.
Nell’anno in corso sono state acquistate dal Parco 18 vasche mobili da 600 litri: 9 aziende ne hanno fatto richiesta, ricevendone in comodato d’uso gratuito 2 ciascuna.
È inoltre in corso d’opera una campagna di rilevamento dei popolamenti pastorali del Parco, finalizzata ad una migliore e approfondita conoscenza del valore ecologico e produttivo delle aree pascolive. Il lavoro è svolto in collaborazione con il DISAFA (Dipartimento di scienze agrarie, Forestali e Alimentari) dell’Università di Torino, e potrà essere utilizzato dalle aziende per la redazione di Piani Pastorali Aziendali, utile strumento per la corretta gestione del pascolo sia da un punto di vista produttivo che per la conservazione dei valori ecologici del territorio alpino.
Nella prossima stagione il Parco intende proseguire in questa direzione, aumentando il numero di vasche mobili presenti sul territorio e valutando altri interventi per migliorare gestione e fruizione dei pascoli. Una migliore gestione degli alpeggi e dei pascoli montani, infatti, permette la loro conservazione nel futuro. In questo modo possiamo conseguire un duplice obiettivo: tutelare le attività pastorali tradizionali e valorizzarne le produzioni locali e conservare nel contempo le specie e gli habitat tipici delle regioni alpine per i quali la Comunità Europea richiede una protezione rigorosa e una attenta gestione nel tempo (direttiva Habitat 43/92/CEE).
c.s.