Il bilancio di metà anno comporta per un’impresa la possibilità di confrontarsi con nuove idee, ma soprattutto di immaginare innumerevoli iniziative sempre un po’ all’avanguardia.
La Valgrana, azienda che è da sempre sinonimo di qualità e di stretto legame con il territorio, non fa di certo eccezione e, come abitudine della famiglia Biraghi, si è dimostrata più che mai determinata a raggiungere sempre più significativi traguardi.
«Quest’anno», sottolinea Alberto Biraghi, amministratore delegato dell’azienda con sede a Scarnafigi, «ci siamo fortemente concentrati sugli investimenti inerenti all’espansione della produzione del Piemontino, un formaggio sempre più richiesto in Italia ed esportato in innumerevoli Paesi europei».
Il prodotto Valgrana, molto conosciuto e apprezzato, è presente, infatti, in oltre trenta nazioni e, in virtù dei suoi svariati utilizzi, occupa un posto importante tra le vivande che imbandiscono le tavole, anche quelle apparecchiate al di fuori dei confini nazionali. Tale sviluppo vertiginoso è stato reso possibile anche grazie all’ampliamento della linea di produzione, con la realizzazione e l’entrata in funzione di nuovi magazzini preposti alla stagionatura delle forme.
«Il nostro sito produttivo è oggi in grado di produrre 1.100 forme al giorno all’interno di un impianto completamente automatizzato che si pone perfettamente in linea con l’attenzione che da sempre prestiamo alla sicurezza alimentare», spiega Alberto Biraghi. Il fatto che quest’ultima sia una componente fissa del Dna della Valgrana è comprovato anche dalle certificazioni ottenute, tra cui l’Iso 22005 relativa alla tracciabilità, l’Iso 22000 inerente alla sicurezza alimentare e l’Iso 9001 che verte sul sistema della qualità. Si tratta di un traguardo senza dubbio importante, soprattutto nei confronti di un consumatore che è sempre più sensibile e attento alla problematica. La soddisfazione dell’acquirente è, d’altronde, un elemento che sta molto a cuore alla Valgrana, testimoniato anche dalla clientela che si è dimostrata fedele ai suoi prodotti nel corso degli anni e che è sempre stata premiata da una genuinità unita a una maestria consolidatasi nel tempo. Il metodo migliore per continuare a garantire questa eccellenza, non solo per quanto riguarda il sapore, ma anche per quanto concerne la sicurezza alimentare, è quello di evitare l’utilizzo di lisozima. è quindi essenziale selezionare accuratamente la qualità del latte: «Il nostro modo per ottenere un prodotto a lunga stagionatura senza l’utilizzo di lisozima», sottolinea Franco Biraghi, fondatore e presidente della Valgrana spa, «è quello di usare una materia prima che sia ineccepibile, sia per salubrità che per qualità. Per produrre formaggi a lunga stagionatura si possono scegliere due strade: o utilizzare latte di altissima qualità ed evitare l’aggiunta di lisozima, oppure utilizzarlo in quanto permette una buona conservazione anche con latte di qualità inferiore.
La Valgrana ha scelto la strada più difficile, quella della qualità e della messa al bando del lizosima». Il successo e l’orgoglio di una simile azienda emerge anche nel suo non cedere ad alcun compromesso, non solo nell’àmbito della sicurezza e della qualità, ma anche in quello della rintracciabilità sulle filiere, perché conoscere la provenienza delle materie prime è di fondamentale importanza oltreché un atto di chiara onestà nei confronti del consumatore. D’altronde l’azienda è ubicata in una terra che vanta aree in grado di garantire la genuinità degli ingredienti, luoghi la cui salubrità si può rintracciare nei sapori a cui il palato si è abituato fin dai primi anni di crescita. Formaggio ha sempre fatto rima con cibo sano, salutare, una goia per le papille gustative e per l’olfatto di chi sa rintracciare in certi profumi gli aromi delle zone in cui è cresciuto. La Valgrana è all’avanguardia anche nel modo in cui dagli uffici si controlla ogni fase di produzione, stagionatura e collocazione dei vari lotti all’interno dei magazzini.
Lo stabilimento è basato sul principio di “Industria 4.0” che consente di ottenere la rintracciabilità totale su tutta la lavorazione. Questo sistema è, ovviamente, stato messo in atto anche per il Piemontino di cui è possibile individurare la posizione della singola forma all’interno dei vari magazzini. Sono già state molte, in questa prima parte dell’anno, le iniziative e gli eventi che hanno visto Valgrana protagonista. La prima è stata la volontà di premiare i primi tre nati del 2018 nel cuneese con una forma di Piemontino. E le generazioni di domani, un tema che dialoga perfettamente con lo sguardo sempre rivolto al futuro dell’azienda, sono state anche tra i protagonisti di un’altra giornata significativa, che ha visto la Valgrana in prima linea nella Città dei formaggi, occasione durante la quale è stato siglato un gemellaggio tra quattro grandi attori che da sempre recitano sul palcoscenico caseario: Bra, Frabosa, Ruffia e Scarnafigi. E poi c’è la passione per lo sport, in particolare per le giovani promesse come Arianna Barale, centaura undicenne borgarina, a cui la Valgrana è sempre più vicina condividendone la determinazione nel perseguire continui obiettivi, l’eccellenza all’interno del proprio ambito, la forte motivazione a dare sempre il meglio di sé e lo sguardo perennemente rivolto al futuro. Nello sport come nell’alimentazione è, infatti, importante essere guidati da una conoscenza tecnica unita alla tenacia e a uno spiccato attaccamento per quello che si concretizza sul campo: che sia un rovescio perfettamente riuscito o un prodotto caseario realizzato con tutta la passione e la maestria necessarie. Una sinergia importante è così nata tra la Valgrana e la tennista Camilla Rosatello, che sottolinea ancora di più l’attenzione che l’azienda dedica al mondo di domani.
E poi c’è l’attenzione alla qualità, all’eccellenza che vede la Valgrana impegnata come main sponsor della 88a Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba.
Ci sono tutti, quindi, i presupposti per immaginare un futuro di novità con una perenne attenzione all’àmbito della sicurezza, in un contesto in cui il legame con il territorio e quello
con il consumatore si fa sempre più stretto per garantire a quest’ultimo una qualità eccellente. Qualità che non può prescindere da un’accurata selezione, non solo delle materie prime, ma anche del modo in cui attraverso il loro trattamento si arriva a un prodotto finito che non ha mai deluso, né deluderà, le aspettative del consumatore.